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casse. E ’l corbo, udendosi lodare, cominciò a cantare, e ’l formaggio gli cadde di bocca, e la golpe lo si tolse, e disse: Tu abbi il canto, e io m’arò il formaggio: e andossene via, e così iscornato il corbo si rimase tristo e beffato.

CAPITOLO XV.

Della prudenza appropriata alla formica.

Prudenza, ovvero discrezione, secondo che dice Tullio, è di tre parti. La prima si è memoria a ricordarsi delle cose passate: la seconda si è intelligenza a discernere le cose che l’uomo ha a fare, il vero dal falso, il bene dal male, per forma di ragione: la terza si è provvidenza a provvedersi per innanzi a’ suoi fatti: e queste tre virtù si formano per due altri modi, cioè consiglio e sollecitudine. Aristotile dice: Consiglio è certa inquisizione che procede d’una cosa in altra: sollecitudine è fare tosto quello che si dee fare per altrui. E puossi assomigliare la virtù della prudenza alla formica, la quale è sollecita la state a trovare quello di che ha a vivere l’inverno, ricordandosi del tempo passato, e conoscendo il presente, cioè la state, che allora trova quello che le fa mestiero, provvedendosi pel tempo avvenire; e ripone ogni biada, e la governa e la fende per mezzo, acciocchè non nasca al tempo del verno: e questo fa ella quasi per uno naturale consiglio. Tullio dice: Chi non è savio, dice: Questo non pensava io che po-