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capitolo xvi. 55

bue; e incontanente il bue per la grande voglia non si pensa niente, anzi corre loro addosso, e gli cacciatori fuggono e nascondonsi dietro a un albero che prima hanno appostato; e ’l bue credendosi dare agli cacciatori, fiere sì forte nell’albero, che caccia le corna in tal modo in quello, che non può tirarle fuori. Allora gli cacciatori vengono, e si l’uccidono. Salomone dice: Non favellare mai al matto; chè le tue parole non gli piaceranno, se tu non di’ quello che caggia nell’animo suo. Ancora dice: Tanto è a parlare con uno che sia matto, quanto a parlare con chi dorme. Ancora: Andando per la via, il matto crede che tutti gli altri sieno matti, perch’egli si è matto. Ancora: Il matto nel suo ridere alza la voce; e il savio appena piano ride. Ancora dice: Meglio è a incontrarsi nell’orsa, quando ha perduto i figliuoli, che scontrarsi nel matto quando è nella sua pazzia. Ancora dice: Riprendi il savio; quegli ti amerà: riprendi il matto; egli ti averà in odio; come dice il proverbio: Castiga il buono, diventa migliore; castiga il matto, diventa peggiore. Nelle Storie Romane si legge della pazzia, che cavalcando un dì Aristotile con Alessandro per la Macedonia, i fanti che andavano a piedi innanzi, gridavano: date la via al re Alessandro. Giunse dove un matto sedea in sur una pietra ch’era in mezzo la via, e non si movea, sicchè uno de’ fanti volle pignerlo giù della pietra. Allora Aristotile disse a questi fanti, conoscendo che colui che sedea in sulla pietra era matto: non muovete la pietra dal suo luo-