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88 fiore di virtù.

metteano in sul carro uno uomo della più vile condizione che poteano avere; e questo si era per dare esempio che ogni uomo potrebbe venire in simigliante istato facendo bene: il secondo disonore si era, che quello vile uomo gli dava grandi gotate dicendo: non insuperbire, perchè ti sia fatto onore; ch’io sono così uomo come tu; e però sta umile, e fa reverenza al popolo che ti fa onore: il terzo e ultimo disonore si era, che ogni uomo gli potea dire ogni vitupero che volea in tutto quel dì.

CAPITOLO XXXII.

Della superbia appropriata al falcone.

Superbia, ch’è contrario vizio della virtù dell’umiltà, secondo Aristotile, si è a volere essere e parere sopra gli altri. Ed è superbia di molte ragioni: cioè superbia d’alterezza, che è a volersi sempre mettere innanzi a ciascuno: anche è superbia di signoria, che è a volere sempre signoreggiare gli altri: anche è superbia di mattezza, che è presumere di fare quello che non può: e si è superbia di disconoscenza, cioè a volere più stato che non si conviene, credendo che a lui si convenga ogni cosa: e si è superbia di giattanza, cioè a non fare onore altrui, ma tutti dispregiare. Della superbia generalmente discendono tre cose: la prima, si è a non fare riverenza a’ maggiori di sè: la seconda si è inobbedienza, cioè a non ubbidire