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strarlo di fuori, e volere essere laudato: superbia si è dentro, vanagloria si è fuori. Giobbe dice: Se la superbia andasse insino a’ nugoli, e toccasse il cielo, alla fine tornerebbe in terra. Isidoro dice: Siccome la superbia è sommità di tutti i mali; e così è ruina di tutte le virtù. Del vizio della irriverenza, ch’è segno di superbia e di matteria, Giovenale dice: Cogli asini si dee accompagnare chi non ha riverenza in sè. Santo Agostino dice: Più è da temere la inubbidienza che la morte. Salomone dice: Chi non ubbidisce il padre e la madre, sarà sventurato. Santo Agostino dice: Di tutte le criature del mondo non sono altro che tre disubbidienti a Dio, cioè l’uomo e la femmina e ’l diavolo. Seneca dice: A ricevere il servigio altrui si è vedere la sua libertà. Ancora dice: Tra’ vizj nessune è maggiore della ingratitudine. Socrate dice: Chi non conosce gli beneficj che gli sono fatti, gli suoi beni non aranno accrescimento. Salomone dice: Nessuna cosa invecchia così appresso alle cattive persone, come sono i servigj. Ancora: Chi rende il male per bene, il male non si partirà dalla sua casa. Plato dice: Sei cose fanno perdere il servigio che l’uomo fa: farsi pregare troppo, tardarlo, farlo con tristo volto, e mormorando e usando villane parole, pentirsi del servigio e rimproverarlo. Nel Vecchio Testamento si legge della superbia, che avendo Iddio formato Lucifero il più bello, e il maggiore angiolo del paradiso, egli si insuperbì, sicchè egli pensò di contrastare a Dio, e di tòrgli la signoria. E veg-