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T | — 1009 — | TAC |
T.
T. Diciannovesima lettera dell’alfabeto, tredicesima delle consonanti: t. Che si pronunzia ti in Toscano: noi sol nel leggere l’alfabeto lo pronunziamo rozzamente tte. In tutte le altre parole però lo pronunziamo rettamente. || Forma facilmente sillaba colla r dopo, e spesso potendovi aggiungere in principio la s., p. e. strata. || In mezzo alla parola riceve avanti di sè la l, la n e la r. || Presso diversi artefici dà il nome a vari strumenti a forma di croce: t. || Nelle chiese è la nave maggiore quando ha altri due bracci a croce: t. || ta ta, ficu fatta, modo di dileggiare chi crede tutto facile ed agevole.
Tà. Esclamazione per dire guarda: tò, ve (accorciato da tajà anch’esso accorciato da taliati del verbo taliari V.). || Per tota V.
Tabbaccanti. add. Che per uso piglia tabacco troppo: tabaccone, tabacchista.
Tabbaccaru. s. m. Venditore di tabacchi a minuto: tabaccajo,
Tabbaccazzioni. (Minutilla) s. f. Il pigliar tabacco, o il fumare.
Tabbacchera. s. f. Scatola in cui si tiene il tabacco: tabacchiera.
Tabbacchïari. v. intr. Pigliare spesso tabacco da naso: stabaccare.
Tabbacchignu. add. Del colore che s’accosta a quello del tabacco: tabaccato.
Tabbacchiredda, Tabbacchiricchia. dim. di tabbacchera.
Tabbacchiruna. accr. di tabbacchera.
Tabbaccu. s. m. T. bot. Pianta nota le cui foglie secche servono per fumare, e da cui si fa anche la polvere che si piglia pel naso: tabacco. Nicotiana tabacum. || – ’n corda, quello acconcio a guisa di fune e serviva a promuovere la salivazione masticandosi: masticatorio || tabbaccu! si dice per dire silenzio: acqua in bocca! || – e vinu, detto a persona V. ’ntabaccatu. || – di stranutari, quello che fa sternutare spesso: stranutella. || – di curmi o sarvaggiu, V. belladonna. || – di lu Brasili. Nicotiana rustica L.
Tabbaccusu. add. Lordo di tabacco: tabaccoso.
Tabbali. s. m. Spezie di tamburro alla moresca altre volte detto nàcchera: taballo, timballo.
Tabbalista. s. m. e f. Facitore di taballi.
Tabbalu, Tabbana. V. tabbali.
Tabbanu. V. tabbarru.
Tàbbara. s. f. La qualità di avere la lingua tabana, o di esser subitoso.
Tabbaranu. add. Di spiriti addormentati, contrario di desto e di vivace: mogio. || Uomo da nulla: baccellone (Pasq. dal Lat. tabidus usato da Ovidio in senso di stupido).
Tabbarè. s. m. V. nguantera (Fr. cabaret o gabaret: vassoio, sottocoppa).
Tabbariari. v. intr. Stizzirsi gridando e dicendo parole villane o aspre: taccolare (In Toscana tabanare vale tartagliare).
Tabbariatu. add. Linguacciuto: lingua tabana. || Facile all’ira, alla stizza: subitoso, bizzoso. || Per tabbaranu V.
Tabbarrazzu. pegg. di tabbarru: tabarraccio.
Tabbarreddu. dim. Tabarretto.
Tabbarru. s. m. Quel manto che gli uomini portano sopra gli altri vestimenti, mantello: tabarro.
Tabbarruni. accr. di tabbarru: tabarrone.
Tabbella. s. f. Tavoletta: tabella. || Tavole o lastre di marmo in cui è scritto a grosse lettere al di fuori della bottega, l’arte che vi si esercita, il genere della merce che vi si tiene, o il nome del proprietario: cartello.
Tabbernàculu. V. tabbirnaculu.
Tabbì. s. m. Sorta di drappo che è una spezie di grosso taffetà andato: tabì.
Tàbbia. s. f. Muro di semplici mattoni l’un sopra l’altro in modo che la grossezza non sia superiore alla larghezza del mattone: soprammattone (Ebr. tavah: incrociare, Pasq.). || aviri tabbia, esser in collera. || La corteccia, la crosta della terra.
Tabbiarisi. v. intr. pron. Detto della terra molle fangosa quando si ara (Mal.).
Tabbiedda, Tabbietta. dim. di tabbia.
Tabbilledda. dim. di tabbella: cartellino.
Tabbilluni. accr. Cartellone.
Tabbilluzza. V. tabbilledda.
Tabbiola, Tabbiolu. dim. di tabbia.
Tabbirnaculicchiu. dim. di tabbirnaculu: tabernacoletto, tabernacolino.
Tabbirnàculu. s. m. Quella nicchia in sugli altari dove si conserva il sacramento: cibòrio, tabernàcolo, tabernàculo. || Nicchia, qualunque sito celato.
Tabbisca. V. cudduruni.
Tabblò. V. quatru (Fr. tableau: quadro).
Tabbòbbiu. add. Scimunito, intanato: allocco, baggèo (Gr. θαμβος: stupore).
Tabbuneddu. s. m. Quella parte degli stipiti di porta o finestra la quale è battuta dalla imposta quando si chiude: battente, battitojo. || Per incastro in generale.
Tabbuni. V. tabbobbiu.
Tabbutazzu. pegg. di tabbutu. || V. attabbunatu.
Tabbuteddu, dim. di tabbutu.
Tabbutu. s. m. Quell’arnese in cui si rinchiude il cadavere: cassa (Gr. ταφος: sepolcro). || Per gobba: scrigno. Onde sunari lu tabbutu, batter sulla gobba. || essiri tabbutu, non esser calcolato.
Tacca. s. f. Macchia. || Piccola macchia: tacca, tecca. || fig. Vizio, magagna: tacca. || Macchia fatta sul vestito o sui panni: chiosa. || Macchia d’unto: frittella (Fr. tache: macchia ). || T. fond. di caratt. Pezzo di fil ferro fermato sul piano del pezzo lungo della forma, parallelamente al lato superiore del detto pezzo, e perpendicolarmente al bianco, sotto cui entra e vi è ritenuto, serve a fare nel corpo del carattere la tacca: tacca. || T. tip. Solco che hanno i caratteri quadri verso il piede: tacca (Car. Voc. Met.).
Taccagghia. V. attaccagghia.