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TAG — 1012 — TAL


Tagghiaturi –tura. verb. Chi o che taglia: tagliatore –trice. || Scalpello da tagliar il ferro a calda: tagliuolo. || Colui che per suo mestiere taglia i calzoni, i soprabiti ecc.: tagliatore. || – a scocca, simile al precedente ma con manico: tagliuolo a mano.

Tagghiazza. s. f. Divisione fatta dal taglio: tagliatura. || Taglio. || Sfregio sul viso: sberleffe. || Ferita grande o larga: sbrano (Fanf. note alla Mea).

Targhiazzedda. dim. di tagghiazza.

Tagghiazzuna. accr. di tagghiazza.

Tagghiceddu. dim. di tagghiu: tagliettino.

Tagghienti. add. Di sottil taglio, bene affilato: tagliente. || met. Aggiunto a lingua, vale maledica: tagliente. || T. pitt. Vizio nell’opera quando non si osserva la voluta degradazione delle tinte: tagliente. E nella scultura si dice la mancanza di morbidezza nelle piegature ecc.: tagliente. Sup. tagghintissimu: taglientissimo.

Tagghieri. s. m. Legno piano dove si tagliano le vivande: tagliere, tagliero. || Per tagghi V.

Tagghietti. s. m. pl. Nome di più cose che vendonsi divise in piccoli minuzzoli.

Tagghiola. s. f. Ordigno di ferro, con due morse a scatto, con che si pigliano animali: tagliuola. || Per currula V.

Tagghireddu. dim. di tagghieri: taglieruzzo.

Tagghiu. s. m. Parte tagliente di arma da tagliare: tàglio. || Guisa, sorte, fatta: taglio. || Tagliamento: taglio. || La cosa stessa tagliata: taglio. || La squarciatura e la ferita che si fa nel tagliare: taglio. || Atto o maniera di tagliare: taglio. || Quel luogo della bestia macellata onde si taglia il pezzo di carne: taglio. || E così quella tanta roba che ci vuole per far un abito: taglio d’abito, taglio. || Occasione, opportunità: taglio. Onde cadiri o viniri ’n tagghiu, venir il momento opportuno: cadere o venir in taglio. || Estremità: orlo, sponda, ciglione. || Lo alzare le carte da giuoco, nel Faraone, e la parte così separata: taglia. || Sezione di cadaveri: taglio anatomico. || tagghiu vivu, acuto: taglio vivo. E mortu il contrario: taglio morto. || dari di tagghiu, ferire colla parte tagliente: ferir di taglio. || fari un tagghiu, fig., tagliare, resecare, stralciare: venir al taglio. || a tagghiu di la vanca, in pericolo, all’orlo d’un precipizio. || menzu tagghiu, dicesi di vestito da donna non troppo scollato: vestito a mezzo scollo o alla vergine. || di tagghiu, su un fianco: di taglio, p. e. dormire di taglio, posando su un fianco. || Vale anche obliquamente: per taglio. Onde mettiri di tagghiu, fig. vale raccorre danari, raggruzzolare, presa l’idea dalla cura di disporre le monete per coltello onde occupino meno. || dari o vinniri a tagghiu, vender a minuto, non tutto intero, ma a pezzi secondo quanto se ne domandi: dare o vendere a taglio. || a tagghiu, posto avv. vale anche possibile a succedere.

Tagghiuliari. v. a. Minutamente tagliare: tagliuzzare.

Tagghiuni. s. m. Prezzo che si promette e si paga a chi uccide o prende malfattori o ribelli ecc.: taglia.

Tagghiuola. s. f. Ordigno per pigliare alcuni animali: tagliuola. In Siracusa (Macaluso-Storaci).

Tagliari. V. tagghiari e così pei simili.

Tagliettu. s. m. T. fond. caratt. Solido banco su cui con pialletti appropriati, si fa il canale e la spalla a più dozzine di caratteri: tagliatojo (Car. Voc. Met.).

Taguaggia, Taguggiu. V. bummalu (Spat. e Pasq.). In Augusta.

Taladdassu. V. taitti.

Taibbu. s. m. Vino perfetto (Mus. Sic. e Mal.).

Tàitti. s. m. Giacchetta di taglio svelto: casacchino.

Taju. s. m. Loto, terra umidita: luto (Eb. tajat: luto. Pasq.).

Tajuccu. V. loccu (da taju, quasi uomo di terra, stupido).

Talacani. V. giummu.

Talai. s. m. pl. Sito acconcio da vedere e non essere veduto. || a li talai, attento per osservare, in luogo da poter osservare e spiare: alle vedette. || talai talai, posto avv., attentamente (Sp. atalaja: torre d’osservazione, vedetta).

Talaca-talaca. Modo di esprimere volendo quasi dire, ho avuto un bello attendere. Che sia composto di talè ca..., guarda che..., con ellissi del resto?

Tàlamu. s. m. Edificio di legname dove si pone in cima la bara del morto: catafalco. || Nel giuoco del faraone è il tavoliere disposto con tutto il bisognevole, attorno a cui stanno i giuocatori.

Talari. add. Detto di veste lunga fin al tallone: talare.

Talchì. avv. Di maniera che: talchè.

Talcu. s. m. Pietra composta di lamine lustranti, lisce, friabili, indissolubile dagli acidi, e che indurisce al fuoco: talco.

Talè. Voce del verbo taliari che s’adopera anco per minacciare, per chiamar l’attenzione altrui ecc.: ve’. || talè talè, voce di maraviglia, d’indegnazione ecc.: ve’ ve’.

Talellu. V. talè. || Vale anco: eccolo!

Talentu. s. m. L’inclinazione naturale dell’ingegno ad applicarsi a tale o tal’altra cosa, quella inclinazione che assicura ed agevola la riuscita: talento. || Per memoria. || Ingegno.

Tali. pron. di generalità tanto al masc. che al fem.: tale. || Di questo modo: tale. || Alcuno: tale. || avv. Talmente: tale. || un tali, un certo uomo: un tale. || lu tali, un uomo, un individuo genericamente parlando: il tale. || tal’e quali, somigliantissimo: tale e quale, tal quale. || Vale anche taluno. || tali pri tali, si usa a risparmio di parole sconce, per bravare alcuno o per rapportare azioni o detti altrui. || Più in avv. è voce che conferma il detto altrui, o ciò che vuol dirsi: sicuramente, senza dubbio. || pri tal’e quali, riempitivo nel discorso, che alle volte s’usa per l’avv.: parimente. E spesso si dice in relazione alla persona cui si intende alludere, quasi dire: tale quale è quello a cui alludo. || a tali, modo avv. a tal termine: a tale. || don tali di tali, e simile, serve invece del nome proprio: signor tale di tale.