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TAS — 1017 — TAU


Taschitteri. s. m. Chi fa o vende caschetti.

Tascia. V. tassa.

Tasciari. V. tassari.

Tascu. Lo stesso che taschettu: casco.

Tascudda. V. taschetta.

Tassa. s. f. Imposizione che riscuote lo Stato da cittadini: tassa.

Tassari. v. a. Ordinare, fermare la tassa: tassare. || Porre, dare un prezzo: tassare. || – ad unu, imporgli la tassa di quanto deve pagare: tassar alcuno. P. pass. tassatu: tassato.

Tassativamenti. avv. Segnatamente e con misura, precisamente, specificatamente: tassativamente.

Tassativu. add. T. leg. Che stabilisce, che determina invariabilmente: tassativo.

Tassazzioni. s. f. Il tassare: tassazione.

Tassedda. s. f. Intaccatura traversale, dalla banda interna, verso ambedue le cime delle daghe, dall’unione delle quali risulta quel canale circolare in cui s’incastran fondi: capruggine.

Tasseddu. s. f. Piccol pezzo di pietra o legno, o altro, che si commetta in luogo dove sia rottura, per risarcire, e talora per ornamento: tassello. || Qualunque pezzuolo stacciato da checchessia: tassello. || V. curuzzu al § 3.

Tassia. s. f. T bot. Erba la quale si crede faccia enfiare la faccia e il corpo, come se fosse lebbroso: tàssia. Thapsia L.

Tassiddari, Tassiddiari. v. a. Fare o mettere tasselli: tassellare. || Tagliare minutamente: tagliuzzare. || (D. B.) Per assettare. P. pass. tassiddatu: tassellato.

Tassidduzza. s. f. Fettolina (D. B.).

Tassidduzzu. dim. di tasseddu: tasselletto, tassellino.

Tassu. s. m. T zool. Animale carnivoro, grigio, neghittoso, solitario, è della famiglia degli orsi ma più piccolo: tasso. Ursus meles L. || T. bot. Albero di tronco rosso oscuro, fronduto molto e le foglie verde cupo, i fiori piccoli e gialli; le bacche rotonde, della grossezza d’un pisello, di un rosso vivace: tasso. Taxus baccata L. || Qualunque tossico con cui si avvelenan le acque dei pantani, per pigliar pesci, o per altro. || Dicesi dell’acqua fredda molto: gelo. || T. magn. Spezie d’incudine senza corni: tasso (Car. Voc. Met.).

Tassubbarbassu. s. m. T. bot. Pianta non troppo grande, di foglie ovate, lanose, intere; fiori gialli, sessili, a spiga: tassobarbasso, verbasco. Verbascum thapsus L.

Tastamentu. s. m. L’assaggiare: assaggiamento.

Tastàmi. s. m. Moltitudine di tasti, la tastiera di uno strumento: tastame.

Tastari. v. a. Gustare leggermente di checchessia per sentirne il sapore: assaggiare (Il tastare ital. per catacresi usato da noi per assaggiare). Per sim. prendere un poco di una vivanda: assaggiare. || Cominciare a gustar checchessia, provare: assaggiare. || Levar pochissimo da alcuna cosa mangereccia: spilluzzicare. || cu’ lu tasta arreri ci torna, modo di esaltare la bontà di una cosa, per tal modo che chi ne assaggia ne vorrebbe poi ancora. || Prov. cu’ tasta nun spinna: chi spilluzzica non digiuna. P. pass. tastatu: assaggiato.

Tastata. s. f. L’azione dell’assaggiare: assaggiata (V. participiu).

Tastatedda. dim. di tastata.

Tastatura. s. f. L’ordine dei tasti, e negli strumenti d’arco la parte superiore del manico, dove si tasteggiano le corde: tastatura.

Tastaturi. V. tastu al § 3.

Tastera. s. f. La parte degli strumenti da suono dove sono i tasti, registro, ordine di tasti: tastiera.

Tastiari. v. a. Esercitar il senso del tatto, toccare: tastare. || met. Tentare, riconoscere, intendere per bella guisa: tastare. Che noi diciamo anco, tastiari l’acqui. || Servirsi del tatto invece che della vista: andar a tasto. Onde iri tastiannu: andar a tastoni. || Toccar i tasti di uno strumento: tasteggiare. || – un muru, picchiarlo leggermente al martello o altro, per riconoscere se in esso vi sia difetto, o qualche vano interno: tastare un muro. P. pass. tastiatu: tastato, tasteggiato.

Tastiata. s. f. Il tastare: tastata.

Tastiatina. V. tastiata.

Tasticeddu. dim. di tastu.

Tastu. s. m. Tatto: tasto. || Il saggio che si fa per riconoscere qualche difetto in una fabbrica: tasto. || Sottile strumento col quale il cerusico conosce la profondità di una ferita: tenta. || Canna con cui si attinge il vino dal cocchiume. || Piccola parte che si leva dall’intero per assaggiare: saggio. || Ognuno di quei legnetti dell’organo, buonaccordo e simili strumenti che si toccano nel suonare: tasto. || tuccari li tasti, d’uno strumento: tasteggiare. || tuccari un tastu, met., entrar in qualche discorso, in qualche proposito con brevità e destrezza: toccar un tasto. || a tastu, a caso: a tasto. || tuccari lu megghiu tastu, entrare nel punto principale, nella materia che più aggrava: toccar il tasto buono.

Tastuliari. V. tastiari.

Tastuni. accr. di tastu. || a tastuni, posto avv., brancolando, al tasto: tastone, tastoni, a tastone. || A caso: a tastone.

Tastuniari. V. vuccuniari.

Tata, Tatà. s. m. Padre: babbo, tata, tato, dice Fanf., voce carezzativa de’ fanciulli, colla quale chiamano la balia, il balio e altre persone che non sanno chiamare altrimenti. È la voce stessa che usavan i bambini latini.

Tatajanni. s. m. Dicesi d’uomo grossolano, goffo: barbagianni, gnocco (Voce composta da tata e janni, ma per avvilimento come dire vecchio stolido. Pasq.).

Tatamàu, Tatamèu. Si dice ad uomo dappoco: moccicone. (Quasi uomo che sempre dica babbo mio, mamma mia).

Tataranchiu. V. rancugghiu. || Uomo dappoco.

Tataranchiuni. accr. di tataranchiu.

Tàttica. s. f. T. mil. L’arte di disporre le milizie o le navi in battaglia, e di muoverle: tàttica. || Procedere accorto onde arrivare allo scopo: tàttica.

Tattu. s. m. Potenza sensitiva esterna, sparsa per tutta la superficie del corpo: tatto. || fig. Arte, talento di osservare per sapersi condurre: tatto (Mort.).

Taùggia. V. giarrotta (An. M.).