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TIM — 1030 — TIN


Timuruseddu. dim. di timurusu: timorosetto.

Timurusu. add. Timido, timorato: timoroso. Sup. timurusissimu: timorosissimo.

Timutu. P. pass. di timiri: temuto.

Tina. s. f. Vaso grande di legname, nel quale si pigia per fare il vino: tino. || Piccol tino: tina. || Vaso di legno o di rame, o di altro a uso di bagnarsi: tinozza. || Quel vaso in cui i tintori ripongon il bagno, con cui tingon i panni: tino. || Vaso per portare il latte: secchione, bigonciolo.

Tinaci. V. tenaci.

Tinagghia. s. f. Strumento di ferro per uso di strignere, di sconficcare, o di trarre checchessia con violenza: tanaglia || Ne’ santi (!) tempi di maggior dispotismo era uno strumento di tortura: tanaglia. || – di punta, quella colle punte acuminate, servono a far catenine, reti ecc.: tanaglia a punta. || – di mettiri ’n capu: tanaglia da tirare. || – a sgurbia o a canali, colle bocche scavate che servono a tenere ferri tondi: tanaglia a sgorbia || – di vota o di gota, quella colle bocche piane, ripiegate a squadra: tanaglia a nasello. || – a forbicia: tanaglia a taglio.

Tinagghiari. v. a. Tormentare con tanaglie: tanagliare, attanagliare. P. pass. tinagghiatu: tanagliato, attanagliato.

Tinagghiazza. accr. di tinagghia.

Tinagghiedda, Tinagghietta. dim. Tanaglietta. || V. rusichinu. || – di viti. Piccolo strumento da stringere le viti, e levarle: cacciavite.

Tinagghiuni. accr. di tinagghia: tanaglione.

Tinata. s. f. Tanta quantità quanto cape un tino.

Tinchitè. V. tinghitè.

Tìnchiti-Tìnchiti. avv. Frettolosamente.

Tincimentu. s. m. Il tignere. || fig. Cattiveria, malfatto, frode: giunterìa.

Tìnciri. v. a. Dar colore, colorare: tignere, tingere. || Imbrogliare, giuntare, levar di sotto denari ad alcuno con frodi o furberie: bollare, frecciare. || Far qualche danno o luffa ad uno: accoccarla ad uno. || tincirisi, vale anche rovinarsi. || essiri tinciutu di gadda niura e vitriolu, essere stato frodato, giuntato: essere stato bollato, o frecciato. || tu mi tincisti e io ti ngramagghiavi, modo prov. che vale se tu mi giuntasti io ti giuntai del pari. P. pass. tinciutu: tinto. || Bollato, frecciato.

Tincitura. s. f. Il colare della cosa tinta: tinta, tintura. || L’azione del tignere: tintura. || La moglie del tintore.

Tincituri. verb. m. Chi o che tigne: tintore. || fig. Truffatore, giuntatore.

Tinciturìa. s. f. L’officina e l’arte dei tintori: tintoria, tinta.

Tinciuta. s. f. L’azione del tignere: tintura. Frode, giunterìa.

Tinciutedda. dim. di tinciuta.

Tinciutina. Lo stesso che tinciuta.

Tinciutu. add. Da tignere: tinto. || Frodato: bollato, frecciato. || Espressione vezzosa della donna all’uomo (Verdone). || Vale anche sciocco: dappoco, chi l’ha avuto accoccata.

Tincu Tincu. posto avv., Ardito, pronto: franco.

Tincuni. s. m. Enfiato che fa la peste ne’ luoghi glandulosi: bubbone. || Quello venereo nell’anguinaglia: tincone (Fanf. Voc. d. u. Tosc.).

Tindigghia. V. tinnigghia.

Tineddu. dim. di tinu: tinella, tinello. || Luogo dove mangiano i cortigiani nelle corti dei principi, i famigliari nelle case private: tinello. || T. magn. Vaso di acqua in cui il fabbro tuffa il ferro rovente: pila (Car. Voc. Met.). || Vaso emisferico di metallo che serve a versare il ranno sul ceneracciolo: cazza, padella, romaiuolo. || Pila nelle cucine, dove si rigovernano le stoviglie adoperate nel pasto: acquaio. || Per truògolo. || Vaso di legno ad uso del calzolai: bigoncetto (Macaluso-Storaci).

Tinghi Tanghi. Voce onomatopeica di rumore di cascata, di percossa ecc.: tiffe taffe.

Tinghitè. V. tignitè.

Tinibbriari. V. scurari (Scob.) Da tenebre.

Tinicedda. dim. di tina: tinozzina.

Tiniddazzu. pegg. di tineddu.

Tiniddottu. s. m. Tinella anzi grande che no: tinellozza.

Tinidduni. accr. di tineddu. || Quello con due doghe forate, entro cui si infila un bastone, per trasportarlo: mastello. || Piccolo tino, che si mette sotto la tina per raccogliere le gocciole che ne cadono nello svinare: tinozza (Pal. Voc. Met.).

Tinidduzzu. dim. di tineddu: tinelletto, tinellino, tinozzina.

Tinìgghia. V. tinnigghia.

Tinili di la saitta. Strumento adunco per fare scattare la corda dell’arco: scattatoio.

Tiniri. V. tèniri. || ’n tiniri, che non è sfatto, si dice di frutta, carne ecc.: fresco. || Mezzo sordo. || Si dice di uomo non troppo vecchio. || lu tiniri di la spata: l’elsa.

Tinituri. s. m. Pezzetto di legno che si conficca in uno dei capi del subbio, e serve a tener tesa la tela nel telaio: ritenitoio. || – di passu, assassino da strada: stradaiuolo.

Tinnaleddu. dim. di tinnali: tendaletto.

Tinnali. s. m. Tenda onde cuopronsi le galere, le barche ecc.: tendale.

Tinnenza. V. tendenza.

Tinnigghia. s. f. Legnetto a guisa di chiodo, che si conficca nel timone dell’aratro, acciò lo tenga fermo: caviglia. || Quella caviglia conficcata al subbio per rivoltarlo: carigliuolo.

Tinnina. dim. di tenna, quella degli sportellini: tendina.

Tinnireddu. dim. di tenniru: tenerello, tenerino, teneruccio.

Tinnirina. s. f. madama tinnirina, si dice a donna affettata, smorfiosa, che tutto le fa impressione: smancerosa.

Tinnirissimu. add. sup. Tenerissimo.

Tinnirizza. V. tennirizza.

Tinnirumi. s. m. Pipite tenere degli alberi: tenerume. || Ramo tenero d’una pianta: tenereto. || Per ischerzo in senso di tenerezze, cioè affezione, cura, zelo: tenerume, e pl. tenerumi (Tomm. D.).

Tinnitu. s. m. (D. B.) Suono di squilla o campanello: tintinno (Lat. tinnitus).

Tinozza. s. f. Quel recipiente di metallo ad uso di bagnarsi: tinozza.

Tinòzzulu. V. tinidduzzu.

Tinta. s. f. Materia colla quale si tigne: tinta. || Colore della cosa tinta: tinta. Per tintu-