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TRU — 1053 — TUC


prera. || truvarisicci, esser consapevole a se medesimo, sapere: trovarsi. || Vale anche, approvare, consentire, conformarvisi: starvi. p. e., a un piatto di tartufi ci starei anch’io. || nun truvarisicci, non intendere una cosa, non trovarvi il bandolo: non raccapezzarvisi. || truvari ’n castagna, trovare in sul fatto. || – cu’ ti cerca, abbattersi in colui che si opponga alle bravate: trovar riscontro. || truvarisi ’na cosa, averla: trovarsi una cosa, o trovarsi averla. || truvarisi mali, capitar male, incorrere in danno: trovarsi male. || – in saluti, essere in salute: trovarsi in salute. || multi sunnu chi sannu circari, ma pochi chi sannu truvari.

Truvata. s. m. Ritrovamento: trovata.

Truvatellu. s. m. Fanciullo abbandonato dai genitori alla pietà pubblica, appena nato: trovatello.

Truvatu. s. m. Il trovare, invenzione: trovato.

Truvatu. add. Da trovare: trovato. || ben truvatu, modo di salutare festosamente chi si rivede: ben trovato.

Truvatura. s. f. Tesoro occulto ritrovato. || fig. Fortunato avvenimento inaspettato.

Truvitini. (Pasq.) V. ficu.

Truzzamentu. s. m. Il cozzare: cozzatura.

Truzzari. v. a. Percuotere che fanno gli animali cornuti colle corna: cozzare. || Urtare, percuotere, cozzare (Potrebbe essere corruzione di cozzare; o di trucciare che è, levar colla sua la palla dello avversario). || truzzari cu lu muru, far cose inutili o impossibili: cozzar col muro. || truzza martinu, modo d’incitar i montoni a cozzare. || cu mia nun cci ha’ a truzzari, con me non devi scherzare. || Prov. è mala cosa a truzzari la petra cu la quartara: le secchie si metton a combattere col pozzo, e ne portan la testa rotta. P. pass. truzzatu: cozzato.

Truzzata. s. f. Il cozzare: cozzata. || Urto, cozzata, colpo.

Truzziari. V. trizziari.

Truzzuliari. v. a. freq. di truzzari. || V. stuzzicari.

Truzzuluneddu. dim. di truzzuluni. || ogni truzzuluneddu, ogni poco, ogni momento, spesso.

Truzzuluni, Truzzuni. s. m. Colpo dato cozzando: cozzo. || Urto, percossa. || fig. Batosta, danno. || fig. Istigazione.

’Ttaccagghia. V. attaccagghia.

’Ttenniri. Aferesi di attenniri.

Tu. pron. di seconda persona: tu. Negli obbliqui fa, ti, tia: te. || Usasi per chiamare alcuno di cui non sappiasi il nome. || a tu pri tu, rispondendo e altercando: a tu per tu. || E tu pir tu, così come una sola parola vale, alterco, contesa. || parrari di (o cu lu) tu, parlare in seconda persona come tra familiari: dare del tu.

Tuatu. V. attuatu. || V. togatu.

Tubba. s. f. Qualità di terreno di rena impietrita: tufo. || Portamento altero, ed orgoglioso: spocchia, fasto, burbanza. || Antico strumento da fiato, a guisa di tromba senza buchi: tuba. || – catubba, suono del tamburro: tarapatà.

Tubbazza. pegg. di tubba.

Tubbèrculu. s. m. Tumoretto: tubercòlo. || Piccolo ascesso che formasi ne’ polmoni: tubèrcolo.

Tubberculusu. add. Che ha tubercoli, di tubercolo: tubercoloso.

Tubberosa. s. f. Fiore candido e odoroso, prodotto da una pianta bulbosa dello stesso nome: tuberoso. Polyantes tuberosa L.

Tubberosu. add. Pieno di bitorzoli o di bernoccoli: tuberoso.

Tubbettu. dim. di tubbu: tuboletto. || Quel bocciuolo che in fondo ha la composizione, si mette nel luminello dello schioppo, perchè battendoci il cane faccia esplodere il colpo: cappellotto, fulminante.

Tubbiana. s. f. Mascherata plebea composta di più persone variamente vestite, che ballano al suono d’un tamburo senza bordoni, che fa il suono simile alle sillabe tu bi bi, onde la nostra voce.

Tubbiari, Tubbiliari. v. intr. Rintonare: rintronare.

Tubbu. s. m. Cosa fatta a forma di cilindro vuoto dentro, e serve a vari usi: tubo. || Quel cilindro di cristallo che si mette ai lumi: scartoccio.

Tuccabbili. add. Che è soggetto al tocco: toccabile.

Tuccamentu. s. m. ll toccare: toccamento.

Tuccanti. add. Che tocca: toccante. || Commovente (Ugolini dice che la voce toccante in quest’ultimo senso sa di francese, ma ha molti esempi italiani).

Tuccareddu. dim. di toccu, e vale piccolo branco, piccola moltitudine di animali. Onde il prov. lavuri a munneddu e pecuri a tuccareddu, la coltivazione in piccolo arricchisce.

Tuccari. v. a. Accostare l’un corpo all’altro sicchè le superficie o parte di esse si congiungano: toccare. || met. Dicesi di cose incorporee, e vale muovere, incitare: toccare. || Danneggiare, offendere, provocare: toccare. || Inteso di donna, usarne: toccar donna. || Parlandosi delle bestie, sollecitarle percotendole: toccare. || Può denotare non il real contatto, ma prossimità, p. e. quest’edificio tocca le nuvole, così per iperbole per dire che è alto. || fig. Muovere, commuovere, far impressione: toccare. || Detto di strumenti da suono, sonarli: toccare. || Detto di anni, esservi giunto: toccare. fig. Carnalmente conoscere: toccare. || Maneggiare, palpeggiare: palpare, brancicare. || Torre, levar via: toccare. || Zimbellare che fa l’uccellatore: toccare. || Appartenere, aspettarsi, spettare: toccare. || intr. Discorrere brevemente e superficialmente accennare: toccare di una cosa. || Vedere a chi tocchi in sorte alcuna cosa, il che si fa alzando ognuno quanto dita vuole, e facendo cader la sorte in quelle in cui termina la contazione, secondo il numero dei diti alzato: far al tocco, far al conto. || rifl. a. Toccarsi. || Detto di frutta, corrompersi, cominciare a impudridirsi. || Detto di bestie, incominciare ad aver piaghe o guidaleschi: inguidalescarsi. || tuccari una cosa a unu, doverlo esso avere per diritto: toccare una cosa ad uno. || tuccari ad unu a fari ’na cosa, doverla esso fare o contro voglia o con grande scomodo: toccar ad uno a far una cosa, p. e. arrivai stracco morto, e pure mi toccò a ritornare. || – cu manu, certificarsi, chiarirsi: