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UCC — 1061 — UGU


l’ucchiuzzu, guardare voluttuosamente: far l’occhio pio, l’occhino pio.

Ucci, Uccicci, Ucci cani cani. Modi di aizzar i cani.

Ucciardu. s. m. Mulo nero con muso nero, V. bucciardu.

Uccìdiri. V. ocìdiri.

’Uccirìa. Aferesi di vucciria V.

Uccisioni. s. f. L’uccidere, strage: uccisione.

Ucciula. V. ùlcera.

Uccula. V. vuccula.

Uchicedda. dim. di oca.

’Uci. Aferesi di vuci.

Ucottu. s. m. Oca giovane: pàpero.

Ucuna fem., Ucuni. masc. accr. di oca: ocona, ocone.

Uddiari. V. odiari.

Uddima. (Mal.) V. muntunarìa. || Ritrosìa.

Uddimusu. add. Contrario, repugnante: ritroso, restìo.

Udiari. V. odiari.

Udienza, Udiènzia. s. f. L’udire, l’ascoltare: udienza, e ant. udiènzia. || Luogo dove le persone pubbliche ascoltano: udienza. || E le persone adunate per ascoltare: udienza. || L’udire che fanno i giudici le accuse e le discolpe dei rei; e il luogo dove tali udienze si fanno: udienza. || La facoltà che checchessia concede altrui di andare a parlargli o domandargli grazia: udienza. || dari udienza, stare ad ascoltare: e si dice dei grandi personaggi quando ascoltano chi va loro a parlare: dare udienza. || dumannari, aviri udienza, procurare, ottenere di essere ascoltato: chiedere, avere udienza.

Udiinziedda. dim. di udienza.

Udiinziuna. accr. di udienza.

Udiri. (Rocca) V. sintiri.

Uditóriu. s. m. Coloro che stanno a udire, collettivamente: uditòrio.

Uditu. V. ’ntisa.

Udituri. verb. m. Chi o che ode: uditore. || Deputato ad ascoltare o trattar negozio: uditòre (Mort.).

. Voce di biasimo, di meraviglia ecc. (Fr. Huée).

Uff! Esclamazione di sdegno, di impazienza.

Uffisa. V. offisa.

Uffìzziu. V. offìzziu e derivati.

Uffu (A. A spese altrui, senza propria spesa: a ufo (Mort.).

Ugghialoru. s. m. Vaso di terra cotta da tener olio: orciolo, utello, vettina. || V. agghialoru. || Per ugghiaru V. || add. Che ha dell’olio: oleoso; si dice di una spezie di noce guasta in modo che sembra esser inzuppata d’olio: noce oliata, o oliosa.

Ugghialureddu. dim. di ugghialoru: orciolino.

Ugghiaru. s. m. Colui che rivende olio a minuto: oliàndolo, oliaro. || add. V. oliva ugghiara.

’Ugghiata. V. puntareddu (Quasi agugghiata, presa l’idea dall’aguglia o ago).

Ugghiatu. add. Condito con olio, pieno d’olio: oliato. || Oleoso.

Ugghiatu. pegg. di agghiu.

Ugghiera. s. f. Arnese dove son due ampolle una con l’olio, l’altra coll’aceto: oliera, ampolliera. || Vasetto da riporvi olio: vettina.

’Ugghiri. Idiotismo per vùgghiri V.

Ugghiusu. add. Contenente olio o materie untuose simili: oleoso, olioso. || Pieno d’olio: oliato. || V. ugghialoru all’ultimo §.

Uggiei. Così a S. Fratello per ucchiali V. (Nell’alta Italia dicon ucciai).

Uglialoru. V. ugghialoru, e così i simili.

Ugliu. V. ògghiu. A S. Cataldo.

Ugnareddu. V. ugniceddu.

Ugnata. s. f. Graffio fatto colle ugna: ugnata, unghiata. || Segno lasciato dall’ugna che abbia premuto su materia cedevole: unghiata. || T. coltell. Intaccatura nella lama dei temperini, per poterli meglio aprire: ugnata.

Ugnatedda. dim. di ugnata.

Ugnatura. s. f. Taglio obbliquo d’un corpo, talchè la sua estremità presenti un angolo: ugnatura, augnatura.

Ugnazzu. pegg. di ugnu: ugnaccio (pl. ugnazza).

Ugneddu. s. m. T manisc. Escrescenza ne’ piedi del cavallo: unghiella, ugnella, castagna. || In pl. V. sarsa siciliana.

Ugniceddu, Ugniddu. dim. di ugnu: ugnello (pl. ugnicedda, ugnidda, o ugniceddi e ugniddi).

Ugnu. s. m. Particella ossea e trasparente alla estremità delle dita: ugna, unghiafem.) Nel pl. ugna: ugne, unghie. || Quello del cavallo: unghia, unghione. || – cavaddinu, pianta che cresce in luoghi acquitrinosi: unghia cavallina, fàrfaro, tussilaggine. Tussilago farfara L. || un ugnu, una menomissima parte di checchessia: un’unghia. || aviri ’ntra l’ugna, fig., avere in potere: avere nelle unghie. || nesciri di l’ugna d’unu, uscire dal potere altrui: uscir dall’unghie. || capitari nta l’ugna, cader in mano, in potere: dar nell’unghie. || nun cc’essiri un ugnu di nettu, dicesi per dinotare che il mondo è pieno di frodi ecc. || nesciri l’ugna, stendere le unghie come fanno i gatti: levarsi i guanti (Fanf. Voci ecc. d. parlar Fior.) sguainare le unghie. || fig. Farsi ardito, prendere baldanza: imbaldanzire. E anche insolentire. || truvaricci ugnu, fig., averci da apporre, trovarvi appunti. || ’na cosa iri pri fina all’ugna di lu pedi, piacer molto e far molto prò, dar sommo gusto. || tanti si talianu l’ugna e parranu, si dice degl’impostori, de’ doppi e trappolatori. || purtari unu all’ugnu di muriri, ridurre uno in pessimo stato: ridurre uno agli ultimi partiti. || Prov. di l’ugna si canusci lu liuni, da’ segni si conoscono le cose: dall’unghia si conosce il leone.

Ugnuneddu. s. m. T. oref. Cesello per le voltature, nel far cerchi, ovoli, mezzotondi ecc.: ugnella.

Ugnuni. accr. di ugnu, ugna adunca: unghione.

Ugnutu. add. Armato d’ unghie: unghiato, unghiuto.

Uguagghiamentu. s. m. L’uguagliare: uguagliamento.

Uguagghianza. s. f. Stato di cose o persone uguali fra loro: uguaglianza.

Uguagghiari, Uguagliari, Ugualari. v. a. Far uguale: uguagliare. P. pass. uguagghiatu, ugualatu: uguagliato.

Uguali. add. Pari senza differenza fra loro: uguale. Sup. ugualissimu: ugualissimo.