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crespe, pelose; il frusto fruticoso; le spighe aggruppate a mazzetto: vainiglia. Heliotropium peruvianum L. || Baccello odoroso di un frutice indiano: vainiglia.

Vaniggiari. V. vaniari.

Vaniglia V. vanigghia.

Vanissimamenti. avv. sup. Vanissimamente.

Vanità, Vanitati. s. f. Qualità di ciò che è vano: vanità, vanitade, vanitate. || Leggerezza: vanità. || Ciò che è caduco: vanità. || Difetto di chi fa troppa pompa di qualche sua qualità, o del suo abbigliamento ecc.: vanità. || ogni cosa a stu munnu è vanità, così diceva la bon’anima di re Salomone.

Vanitatedda. dim. di vanità.

Vanniari. V. abbanniari (An. Cat.) || Stridere come fanno i bracchi quando levano la fiera: squittire.

Vannuni. Idiotismo di Noto per vadduni V.

Vannutu. V. sbannutu. Celebre, rinomato.

Vantaggeddu. dim. di vantaggiu: vantaggetto, vantaggino.

Vantaggiari. V. avantaggiari. || Dicesi del risparmiare di alcuno nel comperare, e avanzargli nel vendere: vantaggiare. || Giuliani ha La stagione unguanno si vantaggia... Le olive sempre nuova virtù ripigliando, vantaggiano (Crescenzio).

Vantaggiatu. add. Vantaggiato. In quanto a molti motti in cui puossi usare, riportiamo alcuni esempi del Giuliani per la parte italiana: un meglio contratto più vantaggiato... Gli agnelli unguanno son vantaggiati di due libbre dell’anno passo... Le fave, i piselli, anco più le olive, miri come sono vantaggiati....

Vantàggiu. s. m. V. avantaggiu. || T. stamp. Asse che ha una bassa sponda da capo e una da lato, nel quale il compositore assetta le linee che va componendo: vantaggio. || a vantaggiu, ad utilità: a vantaggio.

Vantaggiuni. accr. di vantaggiu.

Vantaggiusu. add. Utile: vantaggioso. || V. avantaggiusu e simili. Sup. vantaggiusissimu: vantaggiosissimo.

’Vantali. V. fadali (Quasi avantale da avanti).

Vantaloru, Vantareddu. V. avantareddu e avantaturi.

Vantari. V. avantari. || – una cosa ad unu, vantarsi di essa con lui: vantar una cosa ad uno. || vantarisi, darsi vanto di far checchessia: vantarsi.

Vantarolu. V. vantaloru.

Vantea. V. vanità. A S. Fratello (Vigo).

Vanticeddu. dim. di vantu.

Vantu. s. m. Vantamento: vanto. || Il prometter di sè: vanto. || Lode, gloria, palma: vanto. || Vantaggio, ciò che rende degno di stima: vanto. || darisi vantu d’una cosa, predicarsi capace e voglioso di farla: darsi vanto di checchessia.

Vanu. s. m. Il vuoto: vano.

Vanu. add. Che non contiene in sè cosa alcuna, voto: vano. || Inutile, senza effetto: vano. || Amator di vanità, leggieri, vanaglorioso: vano. || Caduco, passeggiero: vano. || Detto di parole, discorsi inutili, senza sustanzia: vano || invanu, posto avv., inutilmente: invano. Sup. vanissimu: vanissimo.

Vanuliddu. dim. di vanu: vanerello.

Vapparìa. s. f. Azione da vappu: sbracerìa, sbraciata, smargiassata. In buon senso però vale: prodezza. || V. màfia.

Vappariarisi. v. intr. pron. Mostrarsi valente o sbravazzone, millantarsi: sbraciare, sbravazzare, sfavare (Lori).

Vapparusu. add. Millantatore: sbracione.

Vappiceddu. dim. di vappu.

Vappignu, Vappiscu. add. Di o da vappu: rodomontesco.

Vappu. s. m. e add. Uomo tristo e lesto di mano: vappo (Fanf. Voc. d. u. Tosc.), bravaccio (Vàpolo in ital. vale, manesco, che facilmente mena le mani. In Livorno dicono vappo, che Fanf. dice dal Lat. vappa. In Napoli dicono guappu, che io credo dallo Sp. guapo: coraggioso. Ma il Lori ha vappo per minchione! Ed egli è davvero un minchione il vappo, cioè l’uomo il quale non abbia altro da vantare che la forza; imperocchè essendo il più forte degli uomini men forte del più debole elefante, se la supremazia stesse nella forza, alcuna specie di bestie sarebbe superiore all’uomo! Vantiamoci meglio della intelligenza, per cui la migliore fra le bestie rimarrà sempre al di sotto del meno intelligente fra gli uomini). || Prov. cu’ grapi putia di vappu prestu la chiudi, perchè ogni vappo poi trova uno più vappo di lui.

Vapulu. add. (An. M.) Non compito.

Vapurazzu. pegg. di vapuri: vaporaccio.

Vapureddu. dim. Vaporetto.

Vapuri. s. m. La parte sottile de’ corpi umidi, che per via di calore si rarefà e si solleva: vapore. || E qualunque corpo sottilissimo che esali da checchessia: vapore. || La nave che si muove per la forza del vapore: vapore.

Vapurusità. s. f. Qualità di ciò che è vaporoso: vaporosità.

Vapurusu. add. Pieno di vapori: vaporoso.

Vara. s. f. Quel veicolo con cui si portano le sacre immagini a processione: barella. || mettiri ad unu supra la vara, fig., esaltarlo, magnificarlo. || Prov. l’ultima vara è chidda di s. Duminicu, si dice di chi è l’ultimo a fare checchessia: l’ultimo a comparir fu Gambacorta.

Varagghiari. V. badagghiari.

Varamentu. s. m. L’azione del varare: varamento (Mort.).

Varari. v. intr. Tirar da terra in acqua una nave: varare. || Accostar la barca a terra: varare. || fig. Mandare, inviare: spignere. || Spendere generosamente: prodigare. || Detto di edifizi, traboccare: straboccare. || V. muddari. || Imprendere con fiducia: avventurarsi. || intr. Camminar colle gambe storte. || rifl. pass. Lasciarsi andare a far checchessia: allentarsi, abbandonarsi. || Compromettersi.

Varata. s. f. L’azione del varare: varata (V. participiu). || L’andar via o cascare a una volta, p. e. li casi caderu a ’na varata.

Varatu. add. Da varare: varato. || truvarisi varatu, trovarsi impegnato, compromesso.

Varaturi. add. Rischioso, audace.

Varba. V. varva.

Varbagghiu. V. varvarottu. In Siracusa (Macaluso-Storaci).