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ZAM — 1113 — ZAP


Zampazzuni. V. zamparruni (Da zampa, poichè i montanari portano grosse scarpe).

Zampillu. s. m. Sottil filo d’acqua che spicca da checchessia: zampillo.

Zampirru. V. scampirru.

Zampugna. V. sampugna (D. B.).

Zampuni. accr. di zampa: zampone.

Zanca. s. f. Gamba storta o non naturale (Zanche diconsi in ital. i trampoli, e anco le chele o bocche del granchio).

Zancarrunazzu. pegg. di zancarruni.

Zancarruneddu. dim. di zancarruni.

Zancarruni. add. Goffo, disadatto: dappoco. || fig. Uomo di grossa pasta: tànghero, zoticone. (Sp. zancarron: ignorantaccio).

Zancuni. s. m. Bastone su cui si appoggiano gli zoppi: grùccia. || jittari li zancuni, pigliar vigore, diventar agile e sano da debole infermiccio (Da zanca V.).

Zangreu. V. zancarruni.

Zanguni. s. m.pl. T. mar. Tutti i madieri di angolo acuto, quali sono quelli situati dal madiere del dente sino alla ruota: zangoni (Zan. Voc. Met.).

Zannaria. s. f. Atto di zanni: zanneria, ciarlataneria.

Zannata. s. f. Cosa frivola, da zanni: zannata, ciarlatanata.

Zanni. s. m. Cantambanco, saltimbanco: cerretano, ciarlatano. || Si dice pure di que’ cavadenti che vanno attorno girando come ciarlatani. || fari lu zanni, far il buffone: far il fraccuradi. || fari lu matrimoniu di lu zanni, far il conto senza l’oste, come suol dirsi. In ital. vi è zanni (z dolce) che Fanf. dice essere voce bergamasca, anzi accorciativo di Giovanni, e vale personaggio ridicolo di commedia ecc., precisamente nel senso nostro, onde io credo che questa voce siciliana, bergamasca o italiana possa derivare, dal Lat. Sannio –onis: buffone).

Zanniari. v. intr. Far il buffone: buffoneggiare.

Zanniscu. add. Goffo, buffonesco: zannesco.

Zannu. V. zanni.

Zannuru, Zanurru. s. m. Spiga del cardo, d’ond’esce il carciofo (Spat.).

Zanzara. V. zappagghiuni. Simile all’ital. zanzara.

Zapau. Idiotismo di S. Fratello per zappa V.

Zappa. s. f. Strumento ad uso di lavorare la terra: zappa. || Misura di acqua la quale poi si divide in quattro darbi, un darbu in quattro aquili o tarì, un tarì in quattro dinari, un dinaru in quattro pinni. Una penna che è la 256ª parte della zappa, empie due litri in un minuto. || Lo zappare, e il tempo in cui si zappa: zappatura. || – di quacina o di ’mpastari, strumento che adoperano i manovali a intridere la calce colla rena: marra. || Prov. darisi la zappa ’nta li pedi, operare a proprio svantaggio: darsi sull’unghie col martello, darsi alle gambe, darsi la scure in sul piè; e Gioberti sferzando la setta Gesuitica dice loro che: si dan dell’accetta in sui piedi. || affunna beni la zappa a la vigna, e scippa la malerva e la gramigna, bisogna zappare a fondo e ripulire la vigna. || zappa a munzeddi, zappatura che si fa formando mucchietti di terra. || – all’erva, l’ultima coltura che si fa in giugno al terreno messo a vigne, per mondarlo dall’erba.

Zappagghiata. s. f. Lo sdrucciolare che fanno gli animali co’ piedi dinanzi, senza però cascare.

Zappagghiunazzu. pegg. di zappagghiuni.

Zappagghiuneddu. dim. Zanzerella, zanzaretta, zanzerina.

Zappagghiunera. s. f. Cortina che si mette per difendersi la notte dalle zanzare: zanzariere, zanzeriere (m.).

Zappagghiuni. s. m. T. zool. Insetto che molesta la notte col suo ronzare attorno per pugnere e succhiar sangue: zanzara, zenzara (z dolce). Culex pipiens L. || – di vinu, picciolo volatile che sta intorno le botti: moscerino, moscione. || – d’oriu: gorgone.

Zappamentu. s. m. Lo zappare: zappamento.

Zappari. v. a. Lavorar colla zappa: zappare. || Per sim. percuoter la terra colla zappa: zappare. || Suonar male uno strumento come cembalo, spinetta ecc. strimpellare: zappare. || zappari all’acqua e siminari a lu ventu, far lavoro inutile, affaticarsi invano: zappar in rena o in acqua. || cu’ zappa la so vigna, bona la zappa, bona la vigna, chi fa le cose per sè cerca di farle bene: chi fa per sè fa per tre. || cu ’zappari sapi, zappassi la so’ vigna, chi sa fare faccia le cose sue. || zappa davanti e jetta ’nn arreri, insegna come zappare. || cu’ zappa tirrenu funnu, trova sustanza e beni tra lu munnu, bisogna zappare a fondo: rivoltami che mi vedrai, dice la terra; o il curioso raccoglie il frutto. || cu’ zappa surdu vivi francu, chi zappa senza stancarsi, guadagna bene. || janni zappa e petru suda, uno fatiga e l’altro si lagna.

Zapparruni. s. m. Rustico, rozzo: zòtico, gambone, buzzurro (Quasi uomo da zappa e non da altro).

Zappata. s. f. Colpo di zappa: zappata. || Lo zappare: zappamento.

Zappatu. add. Da zappare: zappata. || nesciri fora lu zappatu, uscir di via o di proposito: uscir di carreggiata. || lu zappatu è di terra lu siminatu di lu patruni, lo zappare è della terra il seminare è del padrone.

Zappatura. s. f. Lo zappare e il tempo in cui si zappa: zappatura.

Zappatureddu, dim. di zappaturi: zappatorello.

Zappaturi. verb. m. Colui che zappa: zappatore || fig. Rozzo: villano. || T. mil. Soldato addetto ai lavori di fortificazione: zappatore.

Zappeddu. V. saracinisca (Rocca).

Zappiari. Per taffiari V. (Mal.).

Zappiatina. s. f. Ghiottornìa.

Zappicedda. V. zappitedda.

Zappinu. s. m. Spezie di pino selvatico: zampino, pino d’Aleppo.

Zappitedda. dim. di zappa: zappetta, zappella.

Zappu. add. Allegro, faceto, piacevolone (Spat.).

Zappudda. dim. di zappa: zappetta, zappettina. || Quella per uso di sarchiare: sarchio. || Il sarchiare e il tempo in cui si sarchia: sarchiatura. || secunna zappudda: risarchiatura. || Prov. la zappudda di jinnaru inchi lu granaru, in gennaio bisogna sarchiare.

Zappudduni. s. m. Vanga grossa e lunga con cui si cavan i fossi; e quella che usan anco i cavaiuoli di zolfo.

Zappuliamentu. s. m. Il sarchiare: sarchiamento.