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inventare ad altrui carico: calunniare. P. pass. calunniatu: calunniato.

Calunniaturi –tura. verb. Chi o che calunnia: calunniatore –trice.

Calunniusamenti. avv. Con o per calunnia: calunniosamente.

Calunniusu. add. Vago, pieno di calunnia: calunnioso. || Che piglia sovente scusa. || Pigro.

Calura. s. f. Caldezza: caldura || Prov. s. Lorenzu la gran calura, s. Antoniu la gran friddura, l’una e l’autra pocu dura: S. Antonio gran freddura, S. Lorenzo gran caldura, l’una e l’altra poco dura.

Caluri. s. m. Quel sentimento che in noi produce la presenza e l’aumento del calorico: calore. || Gran premura, fervore ardente: calore. || Quell’arrossimento, accompagnato da prurigine, che si manifesta d’estate alla pelle, effetto di caldura: calore, bruciore.

Calùria. V. calura.

Calvaccari. V. carvaccari o cravaccari.

Calvarìa. V. crozza.

Calvàriu. s. m. Monte ove fu crocifisso G. C: calvario. Per cui nelle piccole comuni dell’isola fuori il paese fanno un monte con tre croci e chiamanlo calvariu, ove ogni anno fanno delle religiose funzioni.

Calvu. V. scrafaratu.

Calzaturi. s. m. T. calz. Corno o simile materia che serve per ajutar le scarpe a calzare: calzatojo.

Calzetta. V. quasetta.

Calzuneddi. s. m. dim. di calzuni: calzoncini. (An. Cat.).

Calzunetti. s. m. Calzoni bianchi di tela che si portano sotto i pantaloni a contatto della carne: mutande.

Calzuni. V. causi.

Camaglia. s. f. T. eccl. Ornamento che copre le spalle e il petto al sacerdote di certi gradi: mantelletta (Fr. camail.).

Camaleonti. s. m. T. zool. Anfibio simile alla lucertola ma più corto, con coda rotonda, corta ed incurvata, di cui si serve per arrampicarsi; ha nei piedi quattro dita, unite due a due e tre a tre; capo angolato; occhi grandi; lingua sottile, rotonda e lunga, con cui piglia le mosche; mascelle senza denti; e corpo coperto di rilievi squamosi. Nei climi caldi muta i suoi colori, massime quando è irritato: camaleonte. Lacerta chamaleon L.

Camali. (Vinci.) Facchini. Anco a Genova chiaman camalo il facchino.

Camareddu. V. asineddu.

Camarra. s. f. Moltitudine. || T. cav. Striscia di cuojo, che si attacca da un capo alle cigne, e dall’altro alla museruola, per incassare e rimetter bene la testa del cavallo: camarra.

Camarrunazzu. s. m. T. bot. Euforbio dendroide. Euphorbia dendroides L.

Camarruneddu. s. m. T. bot. Pianta che ha lo stelo alto un palmo o due, spesso alquanto rosso; foglie alterne, lisce, cuneiformi, seghettate; fiori coi calici di un verde alquanto giallo: titimaglio, titimalo. Euphorbia helioscopia L.

Camarruni. V. camarruneddu.

Camaru. V. asinu. Dall’Eb. chamar: rosso e per antonomasia: asino, poichè là gli asini son rossi.

Camaruni. V. asinuni.

Canàuru. s. m. Berrettino che copre gli orecchi, proprio del sommo pontefice: camauro.

Cambiali e Cammiali. s. f. T. comm. Lettera o cedola di pagamento data o ricevuta da un banchiere o da un mercante o altro: cambiale. || girari una cambiali: girare una cambiale, farla valere per altrui.

Cambista. s. m. e f. Chi dà o piglia danaro a cambio: cambista.

Càmbiu e Càmmiu. s. m. Il cambiare: cambio. || In commercio è dar tanta moneta in un luogo a uno, perchè questi in altro luogo faccia da altro sborsar ugual somma: cambio. || L’interesse che si trae dal danaro cambiato: cambio. || – siccu, quell’interesse che altri trae dai suoi danari senza passarne la scrittura conforme l’uso: cambio secco. || dari o pigghiari dinari a cambiu, o a li cambii, prestar il danaro ad interesse: dar o pigliar a cambio. || Nel militare dicesi colui che fa il soldato per un altro: cambio. || in cambiu, posto avv.: in cambio, invece, per isbaglio. || secunna di cambiu, lettera di cambio che si fa invece di una smarrita, per cui questa rimane nulla anco rinvenendola: seconda di cambio, e fig. dicesi di cosa spiacevole che ci sopraggiunga: la seconda di cambio. || fari la secunna di cambiu, incorrere nel medesimo fallo o simile: far la seconda di cambio.

Cambria. V. calambrai.

Camea. (D. B.) s. f. T. bot. Sorta d’erba: ruca.

Camèdriu e Camedrios. s. m. T. bot. Pianta che ha le foglie ovate intaccate, i verticilli con tre fiori, i fusti giacenti: camedrio. Teucrium camaedrys L.

Camèlia. s. f. T. bot. Pianta che ha i rami, che si coprono prima della comparsa delle foglie; i fiori carnicini, odorosi; le foglie caduche, sessili, sparse, lanceolate: camelia. Daphne mezereum L.

Camella o Gamella. s. f. Quell’arnese a guisa di piccolo tegame di latta che portan i soldati: gamella. (Ugolini dice che è francesismo ma che è forza lasciarlo stare). Potrebbe anco esser latinismo, camella: vaso da bere.

Camentu. s. m. T. mar. Il vuoto che resta fra due tavole, che forman il fasciume d’una nave: camento.

Càmera. V. càmmara. || Luogo ove si radunano i Deputati al Parlamento, o simili collegi: camera.

Camerali. add. Della camera pubblica: camerale.

Cameu. s. m. Figura intagliata a bassorilievo in qualche pietra preziosa, e la stessa pietra così intagliata: cammeo. Se ne fanno di conchiglie.

Cameufraggia. s. f. T. bot. Pianta amaretta al gusto che trovasi nei prati montuosi: eufrasia. Euphrasia officinalis L.

Càmia. s. f. Puzzo di terra. Dal Greco χαμαι: terra. || Detto di vino, sentiri la camia o pigghiari di camia, che ha preso odore del legno della botte: saper di secco o muffa.

Camiari. v. a. Scaldar il forno. || Fig. aver gran calore o di febbre o di passione: ardere. Secondo alcuni è Ar., secondo altri vien dall’Eb. hamam: scaldare. P. pass. camiatu: scaldato.

Camiatura. s. f. Il riscaldar il forno. || Donna che fa fuoco per iscaldar il forno. || Per trasl. fornaja.