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CAR — 170 — CAR


Cartucceddu e Cartuccinu. s. m. dim. di cartocciu: cartoccetto, cartoccino.

Cartuccera. s. f. Tasca da cartucce, per armi da fuoco: cartucciere.

Cartularazzu. s. m. pegg. di cartularu: quadernaccio.

Cartulareddu, Cartularìcchiu. s. m. dim. di cartularu: quadernetto, quadernuccio.

Cartularu. s. m. Alquanti fogli messi insieme, rigati o no e cuciti ad uso di scrivervi o pei bambini: quaderno (Cartolaro è libro di memorie, diario forse da questo vien l’uso nostro, o dallo Sp. cartolario).

Cartuleci. V. cartuleggi.

Cartuleggi. s. m. pl. Schede vecchie o pretendenze di beni ad oggetti non più conseguibili o titoli antichi, forse è sincope di: carte di privilegi. || jiri circannu li cartuleggi di so nannu, prov. chi si dà a rimuginar anticaglie, o vuol trarre profitto da cose dubbie.

Cartulina. s. f. dim. di carta, le cartelle ove i farmacisti involgono piccole dosi di medicine: cartolina.

Cartulinedda. s. f. dim. di cartulina: cartellina.

Cartulinu. s. m. T. tip. Carta che si sostituisce ad un’altra errata di stampa: carticino, cartuccia. || I maestri di cappella intendono un piccolo pezzo di carta di musica al di là della composizione intera.

Cartunàggiu. s. m. Recipiente fatto di carta molto ornato per riporvi confetture: cartoccio (Fr. cartonnage).

Cartunazzu. s. m. pegg. di cartuni: cartonaccio.

Cartuncinu, Cartuneddu. s. m. dim. di cartuni: cartoncino.

Cartunettu. s. m. dim. di cartuni: cartonetto. || Pe’ pittori è modello piccolo di pittura a fresco: cartonetto.

Cartuni. s. m. Carta più che doppia: cartone. || cosi fatti di cartuni, i lavori di cartapesta, e le cose finte di carta macerata: cose di cartone. || Per sim. Dicesi ad uomo pallido, emaciato: uomo di carta.

Cartusinu. s. m. T. tip. Foglio di stampa che si aggiunge, e che non ecceda le due pagine: cartuccia; se è più di due pagine: carticino.

Cartuzza. s. f. dim. di carta: cartuccia, cartuzza. || Per cartulina: cartuccia. : cartuccia. || Per cartellu V. nel secondo senso.

Cartuzzedda. s. f. dim. di cartuzza.

Caru. s. m. Disorbitanza di prezzo delle cose necessarie al vitto: caro. || Met. Scarsità: caro. || Prov. tinirisi caru o farisi caru a vidiri, non lasciarsi molto vedere: far caro di sè. || T. mar. La parte più grossa dell’antenna che riguarda la prora: carro.

Caru. add. Di gran prezzo: caro. || Prov. – vinni e giustu misura, chi vende può ostinarsi nel prezzo ma dev’esser onesto: caro mi vendi e giusto mi misura. || Grato, giocondo: caro. || teniri caru, aver in pregio: tener caro. || Amabile, meritevole della nostra considerazione: caro. || a caru prezzu, posto avv., a gran prezzo: a caro prezzo. || aviri caru o a caru, aver in pregio, calere molto: aver caro. Sup. carissimu: carissimo.

Caruana. V. carvana.

Carugnazza. s. f. pegg. di carogna: carognaccia.

Carugnedda. s. f. dim. di carogna: carognuola.

Carugnunazzu. s. m. pegg. di carugnuni: disutilaccio.

Carugnuneddu. s. m. dim. di carugnuni.

Carugnuni. s. m. Detto per isvilimento ad uomo: vile. || Non buono a nulla: disutile, disadatto, inetto. Da carogna. V.

Carùncula. s. f. Piccola escrescenza di carne propriamente ne’ canti interni degli occhi: caruncula, caruncola.

Carunculìcchia. s. f. dim. di caruncula: caruncoletta.

Carusanza. s. f. Astratto di carusu (fanciullo): fanciullezza.

Carusari. v. a. Dicesi de’ piedi del cavallo: tondere, tosare. P. pass. carusatu: tonduto, tosato (Pasq. crede dal Gr. κειρω: toso).

Carusatura. s. f. Il tondere o tosare: tosatura.

Caruseddu. s. m. Vasetto di terra cotta, nel quale i fanciulli conservan il danaro: salvadanajo. || fari caruseddu, mettere insieme: far gruzzolo. || dim. di carusu: ragazzetto.

Carusittu. (Spat.) V. caruseddu.

Carusu. s. m. Ragazzo. Chi dice che venga da caret usum perchè manca di ragione; io crederei da caro.

Carutularu. s. m. Colui che vende carote: carotajo.

Carutulazza. s. f. pegg. di carotula: carotaccia.

Caruzzeddu. s. m. dim. di carozzu nel primo significato: gozzino.

Caruzzinu. s. m. vezz. Chi ha bozza al mento: gozzuto.

Caruzzuni. s. m. accr. e pegg. di carozzu nel primo significato: gozzaia.

Caruzzutu. add. e s. spreg. Chi ha gran bozza al mento: gozzuto.

Carvaccari. V. cavarcari.

Carvana. s. f. Compagnia di mercanti; pellegrini che vanno di conserva nel passar per luoghi pericolosi: carovana. || Per sim. Ogni altra compagnia di viandanti, o di bestie: carovana. || fari la carvana, far il servigio marittimo a cui son obbligati i cavalieri di S. Stefano per religione: far le carovane. || aviri fattu la so carvana, aver preso pratica ed esperienza nella vita o in una carriera: aver fatto la sua carovana. || Moltitudine di pesci di passo: carovana. || fari una carvana, fare una cosa o impresa per riuscire a un dato scopo. || T. bot. Pianta che ha le radici fibrose, che si dividono in ramificazioni poco numerose, lo stelo vuoto: le foglie grandi palmate, picciolate; fiori a spighe; frutti coperti di punte contenenti tre semi lisci, cenerini, con istrie scure e nere: ricino. Ricinus communis L.

Carvaneddu. add. dim. di carvanu: ordinarietto, un po’ dozzinale.

Carvanista. s. m. Chi fa la carovana.

Carvanitati. s. f. Dicesi di certe cose triviali, poco eleganti: ineleganza, impulitezza, goffezza, grossolanità.

Carvanu. add. Detto di cose, abiti, colori ecc. malfatti, di poco pregio: dozzinale, ordinario, grossolano.

Carvi. s. m. T. bot. Pianta che ha le foglioline bipennate, raddoppiate, divergenti; l’invoglio d’una foglia sola: carvi. Carum carvi L.