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CAR — 173 — CAS

gno d’olmo l’uno situato al di sopra della sala e l’altro al disotto: scannello. || Per modestia: bagascia. || – di lu roggiu, quel recipiente di metallo ove sta tutta la macchina incastrata, e alle volte per lusso ne hanno due o tre: cassa dell’orologio. || – di cannuni, quell’arnese su cui sta fermato il cannone: cassa del cannone o d’artiglieria, che oggi francescamente dicono: affusto. || – di li mali abblati, quella che tiensi in certe chiese acciò i fedeli vi mettano ciò che credono mal possedere e non conoscono il padrone. Met. Chi riceve volentieri e ritiene cosa che non gli compete. || – di lu tammurinu, il tamburro meno la pelle: cassa. || – di l’armi a focu V. tileri. || – di la strigghia: cassa (An. Cat.). || – di modda, parte degl’ingegni della carrozza nella parte davanti che è sotto il seggiolo del cocchiere, e – di fusu, che è sulla sala, l’una e l’altra diconsi: traversoni. || – di reliqui, cassa ove sian riposte reliquie di santi ecc.: urna da santi. || – di li denti, la unione di denti situati in una mascella: cassa dei denti. || – di lu bancu o di li pubblichi amministrazioni, quella cassa o quel luogo ove conservansi i danari del pubblico o di alcun corpo morale: cassa nummularia, banco giro. || T. chir. Arnese di legno incavato in modo da potervisi allogare o gamba o coscia o braccio fratti o lussati acciò stieno fermi. || – di mortu, per sim. certi colori tetri e male accozzati che fanno tristo vedere. || jiri comu la cascia di narduzza, dicesi di cosa che non istia ben ferma, o di persona che camminando barcolli: star in tentenna. || – di lu pettu, la parte concava del corpo circondata dalle costole: cassero, casso. || carricarisi li casci, modo prov., stizzirsi, entrar in collera: pigliarsi il cappello. || o cassa di cilintru. T. tip. Specie di staffa, formata da una spranghetta di ferro parallela al rullo, ripiegata a squadra, entro le quali gira l’asse del rullo: telaino (Car. Voc. Met.). || Vano sotto il piano della tavola del tagliatoio per ricever i trucioli o i rosumi dei caratteri fusi e puliti: cassa.

Casciabbancu. s. m. Cassa a forma di panca: cassapanca.

Casciarizzu. V. cantaranu. || Scaffale, scansia.

Casciarotu, Casciaru. s. m. Facitore di casse: cassajo, cassettaio.

Casciata. s. f. Quanto cape in una cassa: cassettata. || Quanto può portare un carro in una volta: carrata, carrettata. || Misura di 40 palmi cubi di concime.

Casciazza. s. f. pegg. di cascia: cassettaccia.

Casciolu. V. casciuni. Così nel Catanese.

Cascitedda s. f. dim. di cascia: cassetta.

Cascitta o Cascetta di la munnizza. Arnese di legno o di latta dove si raccoglie la spazzatura: cassetta da spazzatura, pattumiera.

Cascittedda. s. f. dim. di cascetta: cassettella.

Cascittina. s. f. dim. di cascia: cassettina. || Quel piccolo arnese che serve per accattar limosina: cassetta. || Quelle scatole o cassette piene di merci che portan attorno i merciaiuoli: botteghino.

Cascittinedda. s. f. dim. di cascittina.

Cascittinu. s. m. dim. di cascia: cassettino.

Cascittuneddu. s. m. dim. di cascittuni.

Cascittuni. s. m. T. art. Certi quadrati fatti piuttosto per fregi. || Bagno che davan i camorristi a qualche prigione sospetto di spia. || Spia. || Uomo schifoso.

Casciunazzu. s. m. pegg. di casciuni: cassettaccia.

Casciuneddu. s. m. dim. di casciuni: cassettina, cassettino. || Arnese di legno con manico lungo ove si raccolgono le immondezze e la spazzatura: cassetta da spazzatura.

Casciuni. s. m. Quell’arnese che è nei tavolini, ne’ canterani che si tira fuori ed è a guisa di cassa senza coperchio: cassetta, cassetto (Sp. cajon). Anche a Lucca dicono: cascione.

Cascuta. s. f. T. bot. Pianta parasita medicinale: cuscuta, tarpigna. Cuscuta europea L.

Casdiari. V. quadrari.

Casedda. s. f. Quello spazio quadro, dove gli aritmetici rinchiudono i numeri nel far i calcoli che diciam pure casella: casella. || Pezzo di terreno o spazio quadro negli orti destinato ad una speciale piantagione: presa (Pal. Voc. Met.) quaderno, arèola, aiuola. || Strumento di legno o altro, che ha vari spartimenti ne’ quali si ripongono scritture: scaffale, scansia. || essiri o nun essiri nta la so casedda, essere o non essere al suo posto e fig.: non uscire, o uscire dei termini. || T. giuoc. Ciascuno de’ 64 scacchi ond’è composta la scacchiera: casa. || T. pesc. Camera delle tonnaje. || Stanzetta delle vespe, de’ colombi ecc.: casella.

Caseddra. V. casedda nel senso di presa.

Casella. V. casedda.

Casèntula. s. f. T. zool. Verme cilindrico, senza tentoni, fornito di setole nascoste: lombrico. || addivintari quantu ’na casentula, met. restringersi per eccesso di paura: rappiccinire. || Si dice a ragazzo piccolo impertinente: soldo di cacio (Ingegnosa l’etimologia del Pasq., da casa e terra quasi cas en terra), perchè fa in terra la sua dimora).

Casèntulu. V. casentula.

Caserma. s. f. Casa per alloggio di soldati: caserma.

Casiari. v. intr. Andar di casa in casa, per ozio, per cinguettare e baloccarsi: tafanare (Guadagnoli), treccolare, far come l’asino del pentolajo.

Casicedda. s. f. dim. di casa: casetta, casina.

Casiddera. s. f. Piccolo spazio di terra nel quale i monelli fanno cert’ordine di buchi per un giuoco: le buche.

Casidduna. s. f. accr. di casedda: gran casella.

Casidduzza. s. f. dim. di casedda: casellina. || T. calz. Gli spartimenti agli angoli del bischetto: casottini (a Firenze).

Casiggiatu. s. m. e add. Luogo ove si vedono case una vicino all’altra: caseggiato.

Casiggiaturi. s. m. Legnaiuolo che lavora quel che serve per render abitabile una casa: falegname.

Casimiru. s. m. T. merc. Pannina che si fabbrica in Francia, in Inghilterra ecc.: casimiro.

Casina. V. casinu.

Casinedda. V. casineddu.

Casineddu. s. m. dim. di casinu: casinuccio, casinina.