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CAS — 174 — CAS


Casintulazza. s. f. pegg. di casèntula: lombricuzzaccio.

Casintulicchia. s. f. dim. di casèntula: lombricuzzo.

Casintulidda. s. f. dim. di casèntula: lombrichetto.

Casintuluni. s. m. accr. di casèntula: lombricone. || Si dice a ragazzo: marmocchio.

Casinu. s. m. Casa di delizie in campagna; o di sociali adunanze in città: casino.

Casìra. V. gassina.

Casirìa. V. grasta.

Casirmeri. s. m. Guardiano di caserme: casermiere.

Casista. s. m. Colui che ha perizia ne’ casi di coscienza: casista.

Casmulu. V. casamulu.

Casotta. s. f. Casa un po’ grande: casotta.

Casottu. s. m. Casa posticcia fatta di legname e che serve per certi spettacoli: casotto. || – di giornali: edicola.

Càspita! Esclamazione di maraviglia, ammirazione; o di sdegno: caspita!

Caspitedda! Lo stesso che caspita: caspiteretta! (Giusti)

Caspitina! Lo stesso che caspita: caspiterina!

Caspu d’oliva. s. m. Frasca d’ulivo potato: libbia.

Cassa. V. cascia.

Cassamentu. s. m. Il cassare: cassamento. || Cruccio, corruccio.

Cassarettu. s. m. T. mar. Il piano più elevato della nave sopra la parte posteriore del cassero: casseretto (Zan. Voc. Met.).

Cassàri. v. a. Cancellare, raschiare lo scritto: cassare. || Rompere (Fr. casser: rompere). || Ferire: trafiggere, passar da banda a banda. P. pass. cassatu: cassato, rotto, trafitto.

Cassariarisi. v. intr. pass. Passeggiar pel cassero, oziare: bighellonare, donnearsela. || Scialacquare.

Cassariata. s. f. Passeggiata nel cassero, che è la via principale di Palermo.

Cassariota. s. f. Donna disonesta e triviale: cantoniera, strofinaccio.

Cassariotu. s. m. Gente di strada, che si trovan a vivere di ruffa e raffa anco: sbarazzino, biricchino, monello.

Càssaru. s. m. Via principale di Palermo: cassero. || – cassaru: lungo il cassero; e met.: lealmente. || Prov. ogni vanedda spunta a lu cassaru, ne’ varî modi si può ottener l’intento: ogni via porta a Roma. || T. mar. Il mezzo ponte della nave che comincia dagli stili o piè diritti di poppa, e termina pochi passi oltre l’albero di maestra nelle navi grandi, e poco prima dello stesso albero nelle minori: cassero. || Prov. pani schittu e cassaru, meglio poco e in libertà: meglio star in bosco strutto che in carcere ridutto. || mucidda e cassaru addumatu, coloro che stanno digiuni per vestir bene, per aver apparenza!

Cassata. s. f. Dolce fatto di ricotta e altri ingredienti: torta. || Sorbetto di tal forma. || Fig. Viso pingue, belloccio, ben nutrito: bazzotto, ciaffo (Fanf. Voc. d. u. Tosc.). || Donna belloccia avvenente: appariscente. || Macchia di inchiostro caduta sopra la carta; derivato dal verbo cassari: sgorbio, cassatura. || fari cassati e cassateddi, far cadere l’inchiostro sulla carta per macchiarla: sgorbiare.

Cassatedda. s. f. dim. di cassata. || ovu a cassatedda: uovo affrittellato. || cassateddi di carnilivari, pastadellemelate piene di ricotta o altra cosa inzuccherata: tortelle, tortellette. || Prov. cu’ nn’appi nn’appi cassateddi di pasqua, dicesi quando la cosa è finita: chi n’ha avuto n’ha avuto, chi n’ebbe n’ebbe. Met. È tutto finito: siam iti.

Cassatina. V. cassatura.

Cassatuna. s. f. accr. di cassata, in tutti i sensi.

Cassatura. s. f. Effetto o risultato del cassare: cassatura.

Cassazioni. s. f. curti di cassazioni, tribunale superiore che esamina i giudizi de’ tribunali inferiori: corte di cassazione.

Cassè. V. grò.

Càssia. s. T. bot. Pianta che ha le spine stipulari geminate; foglie due volte pennate: acacia. Acacia Arabica Wild. || Sugo spremuto da’ frutti di esso: acacia. || – fistula, pianta che ha il calice di 5 foglie, 5 petali: cassia fistola. Cassia fistula L. || – di oduri, pianta che ha i fiori gialli odorosi: gaggia. Acacia Farnesiana L. || Il fiore di essa: gaggia.

Cassira. V. gassira.

Cassisi. add. (Mal.) Maraviglioso nel suo genere di grandezza: sperticato.

Cassita. s. f. Diconsi que’ legni del telajo, che stanno sospesi, e contengon in loro il pettine per cui passano li fili delta tela, col quale si percuote e si serra il panno: cassa.

Cassittinu. V. cascittinu. || T. tip. Gli scompartimenti delle casse, in ognuno de’ quali sono le lettere: cassettini.

Cassu. s. m. La parte concava del corpo circondata dalle costole: casso. || corpu cassu, ferita profonda, che possa ledere i visceri. || (Caruso) add. Stanco, lasso.

Cassulari. (Scob.) V. ’ncarcari.

Castagghiuna. s. f. Spezie di legume: veccia.

Castagna. s. f. T. bot. Albero di frutte note: castagno. Castanea vesca L. || Il frutto: castagna. || castagni di lu previtu, quelle di Napoli bislessate col guscio, ed affumate: ànseri. || castagni vugghiuti cu la scorcia: succiole, ballotte, caldallesse. || castagni arrustuti o munnalori: bruciate, caldarrosto. || pani di castagna: castagnaccio, pattona. || ’ntra lu minimu di la luna e un ventu tramuntana, tagghia castagni e cersi, taglia il castagno e la quercia al vento tramontana e nel minimo della luna. || T. legn. Il legname del castagno: castagno. || Met. Errore, abbaglio: marrone. || truvari ’ncastagna: sorprendere in sul fatto. || essiri comu la castagna bedda di fora e dintra havi la magagna: esser come la castagna che di fuori è bella e dentro ha la magagna.

Castagna. add. Del colore della castagna: castagno, castagnino.

Castagnari. (Mal.) V. triziari.

Castagnaru. s. m. Venditor di castagne: castagnajo. E quello che le va vendendo per le vie arrostite: bruciatajo.

Castagnedda. s. f. dim. di castagna: castagnetta, castagnuzza. || Met. Piccolo sbaglio: marroncello. || Romulea bubbocodium Sch. || Per surci V.

Castagnetti. s. f. pl. Strumento simile alle nacchere, il quale si lega alle dita e rende suono per lo percuotersi tra loro le parti: castagnetta.

Castagninu. V. castagna add.