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CHI — 191 — CHI


Chicchiata. s. f. Il balbettare: balbùzie.

Chicchiatedda. s. f. dim. di chicchiata: un po’ di balbuzie.

Chichicedda. s. f. dim. di chica: piegolina.

Chichirichì. Voce del gallo: chicchirichì.

Chiddu. pron. Per uomo: quegli; per bestia e per cosa: quello; f. quella, per donna, bestia, cosa. || fari comu chiddu: dissimulare, concedere malgrado, per convenienza. || senza nè chistu nè chiddu, modo prov., per abbreviar dissidi: senza più, senz’altro, alla fin delle fini. || ’na chidda, un impulso momentaneo, un movimento improvviso dell’animo: spinta, istinto. || dirò comu chiddu..., modo di dire: dirò come diceva quello... || farinni di chiddi, cose molto grandi, triste: farne di quelle (A. V. ital.: chello, Fagioli).

Chie-chie. Voce per chiamar i porci (Mal.).

Chieffa di lu jugu (Mal.). Cavo del giogo.

Chìerca. V. cherchiri.

Chierchiri. V. cherchiri.

Chièrica. s. f. Rasura tonda che ha il prete nel capo: chierica V. cricchia.

Chiericatu. s. m. Ordine chericale: chericato. || La universalità de’ cherici: chericato.

Chièricu. s. m. Persona ecclesiastica; colui che è indirizzato al sacerdozio che non abbia peranco gli ordini maggiori: chierico, cherico.

Chiericuni. s. m. Dicesi a chi dopo l’età degli ordini sacri non li abbia per anche conseguiti, ma ritenga solo l’abito chericale.

Chiesa. s. f. Congregazione de’ fedeli: chiesa. || Tempio de’ cristiani: chiesa. || Luogo dove cansandosi un uomo si ricovera: rifugio, cansatojo. Onde pigghiari la chesia di pettu, ricorrer ad un sutterfugio, o alla protezione altrui per evitar un ragionamento o cansarsi da cosa altra.

Chifarusa. s. f. Nocciuola vuota e gobba.

Chifarusu. add. Corto e gobbo: caramogio.

Chiffari. s. m. Occupazione, faccenda: affare. Parola composta da chi e fari, p. e. aju chi fari: ho da fare.

Chiffaruni. s. m. accr. di chiffari: affarone.

Chifila. s. f. Sorta di gomma che si trae dall’Astragalus tragacantha L.: diagrante, adraganti.

Chiglia. s. f. T. mar. Quella trave che nel mezzo della carena si prolunga da poppa a prua, ed è come il fondamento della nave: chiglia (Car. Voc. Met.).

Chillu per Chiddu. Si trova in Atanasio da Aci ed altri antichi scrittori Siciliani; e l’usan in certi luoghi ancora.

Chilò, Chilu. s. m. Peso moderno, composto di mille grammi: chilogramma.

Chilu. s. m. Umore alimentare, dolce, bianco, preparato nello stomaco per la digestione; separato dagli escrementi pel mezzo de’ vasi lattei, e condotto pel canale toracico nella massa del sangue: chilo.

Chimera. s. f. Mostro favoloso: chimera. || Bugia, favola: chimera.

Chimèricu. add. Di chimera, vano: chimerico.

Chìmica. s. f. Quella parte della fisica, la quale ricerca per mezzo dell’analisi delle materie componenti de’ corpi misti, e le forze per cui si uniscono; e che per mezzo di sintesi compone corpi nuovi: chimica.

Chìmicu. s. m. Chi esercita chimica: chimico. || add. Appartenente a chimica: chimico.

Chimirizzari. (Pasq. e Mal.) v. intr. ass. Immaginar cose vane, stillarsi il cervello: chimerizzare.

Chimiruseddu. add. dim. di chimirusu: apprensionato.

Chimirusu. add. Chimerico: chimeroso. || puntiglioso, piccoso.

Chimistru. (Mal.) V. uttuni.

Chimu. s. m. Polpa semiliquida, in cui si convertono gli alimenti nello stomaco, pria di farsi chilo: chimo.

Chimurru. (Mal.) add. Di vista corta: mìope.

China. s. f. Sovrabbondanza d’acqua ne’ fiumi, cagionata da piogge o da nevi strutte: piena. || Per sim. furore o inondazione di popolo o altro: piena. || jiri cu la china, modo prov. esser trasportato dalla furia o moltitudine: andarsene colla piena. E fig. seguir l’andazzo de’ più. || una bona china tri jorna mina, prov. che vale, chi ha fatto una buona scorpacciata ne ha per tre dì. || T. bot. Pianta che ha le foglie ovato-lanceolate, lisce; le caselle bislunghe; i fiori lanati; gli stami rinchiusi nel tubo: china, cina. Chincona officinalis L. || Terreno che scende all’ingiù: china.

China-china. s. f. T. bot. Scorza amara d’un albero del Perù: china-china.

China-molli. s. f. Specie di droga medicinale.

Chincagghi e Chincagghirìa. s. f. pl. e sing. Oggetti minuti per ornamento di stanze ecc.: minuterie (Tomm. D.) (Fr. quincaillerie).

Chincagghieri. s. m. Chi vende minuterie: minutiere (Ugolini).

Chinchè. s. m. Arnese di ferro di varie fogge, ma simile a lanterna che si mette al muro: gruppetto (Fanf. Casa Fior. ecc.), lumiera, lume a muro (Fr. quinquet.).

Chinizza. s. f. Stato o qualità di ciò che è pieno: pienezza. || – di stomacu, dicesi quando per qualche corpacciata la digestione vien meno.

Chìnnici. V. quinnici.

Chinottu. add. accr. di chinu: pienotto.

Chinu. s. m. Ciò ch e riempie u na cosa vuota: pieno, ripieno. || Mescolanza di cose tritate che i cuochi cacciano dentro ai polli o altre vivande: ripieno. || – di gaddina, entragni di polli: frattaglie. || sapiri lu chinu di la ’mpanata, conoscere a fondo, esser consapevole di ciò, che si suppone occulto.

Chinu. add. Che contiene tutto quanto è capace di contenere: pieno. || Empiuto, riempiuto: pieno. || Sazio: pieno. || Abbondante: pieno. || Fastoso: che se ne tiene. || essiri chinu un paisi di qualchi notizia, sapersi da per tutto: essere pieno il paese d’alcuna novella. || essiri chinu comu un ovu V. ’ntuciatu. || essiri chinu lu tempu, soprastare una procella: far culaja. || ’n chinu, posto avv. dicesi quando un colpo o simile ferisce direttamente, o colla parte più forte dell’arme o d’altro strumento: in pieno, còrre in pieno. || essirni chinu d’una cosa, o chinu fina ’nta li naschi, esserne stanco: esserne pieno. Sup. chinissimu: pienissimo.

Chìnula. s. f. Sorta di giuoco alle carte: rovescino (Sp. quinolas).

Chinuliddu. add. dim. di chinu: un po’ pieno. || Detto d’uomo: grassoccio.

Chinutteddu. add. dim. di chinottu: polputello.