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CIC — 199 — CIL


Cincannali. add. Che ricorre ogni cinque anni: quinquennale.

Cincedda. s. f. Fascia con cui si cingono il ventre le puerpere: fascia, fascione. || Minestra d’uova stracciate. || Fascia di panno o di cuojo con cui si fermano i pantaloni alla vita: cintura.

Cinchedda. Nome immaginario nella frase, avirinni fattu quantu cinchedda: averne fatto delle belle.

Cinchina. s. f. Quantità numerata che comprende il numero di cinque: cinquina.

Cinchinu. s. m. Si dice quando due dadi hanno scoperto cinque: cinquino.

Cincigghiu. s. m. Pendone che si mette per ornamento alle vesti militari dalla cintura in giù: cinciglio.

Cincileddu. s. m. dim. di cincili: gengivetta.

Cincìli. s. m. La carne che ricuopre e veste gli ossi delle mascelle: gengiva.

Cìnciri. v. a. Legar il vestimento, il laccio o altro nel mezzo della persona: cìgnere. || Attorniare, circondar un paese con esercito: assediare. || Avvincere, circondare: cingere. || – la spata, portar la spada: cingere la spada. || Percuotere con verga e propriamente lasciar in sulla carne i segni: vergare. P. pass. cinciutu: cinto.

Cincu. s. m. Numero: cinque. || Prov. fari lu culu cincu cincu, provare grandissima paura: fare il cul lappe lappe. || – e cinquantacincu, met.: schiaffo.

Cincucentista. s. m. Appartenente al secolo XV: cinquecentista.

Cincucentu. s. m. Cinque centinaia: cinquecento.

Cincufogghi. s. f. T. bot. Pianta che ha le foglie quinate, il fusto strisciante: i gambetti ascellari con un sol fiore: cinque foglie, cinquefoglio. Potentilla reptans L.

Cincuiditedda. V. cincufogghi.

Cincurana. s. f. Moneta abolita pari a L. 0,105.

Cincuranata. ('Na La valuta di cinque grana.

Cincuranedda. s. f. dim. di cincurana. || Pagnotta di tal valore.

Cineriziu. V. cinnirinu.

Cinga. s. f. Fascia tessuta di spago a diversi usi, e più a tenere ferma la sella o la barda addosso la bestia: cinghia. || Quella striscia di cuoio colla quale i portantini sostengono la portantina. || mastru di cinga V. siggitteri. || livari a cinga, superar altrui: esser da più. || Doppia cinghia di cuoio che lega l’una all’altra le due estremità delle stanghe, ed affibbiasi sul sellino del fornimento: portastanghe.

Cingari. V. cinghïari.

Cingata. s. f. Colpo dato con cinghia: cinghiata. || Sferzata. || Battitura data col piano della sciaboa: piattonata.

Cingatuna. s. f. accr. di cingata.

Cinghi. s. m. pl. Quella parte del corpo del cavallo dove si mette la cinghia: cinghiatura. || vina di li cinghi, vena de’ cavalli vicina alla cinghiatura: cinghiaia. || sagnari li cinghi: salassar la cinghiaja.

Cinghïari. v. a. Battere con cigna, verga o altra cosa pieghevole, ed anche colla spada: vergheggiare, scudisciare, piattonare. P. pass. cinghiatu: vergheggiato, scudisciato.

Cinghïata. s. f. L’atto del vergheggiare o piattonare: vergheggiata (V. participiu).

Cìngulu. s. m. Quella cordicella colla quale si cinge il sacerdote sopra il camice: cingolo, cordiglio. || Quella cintura che usan portar i battuti (babbuinu) sopra il sacco di penitenza: cintura, cingolo. || E generalmente per ogni simile legatura: cinta, cìntola, cìngolo.

Cinguluni. s. m. accr. di cingulu.

Cinguni. s. m. accr. di cinga. Quelli ai quali raccomandansi le casse delle carrozze che non posano sopra molle: cignone.

Cinicedda. s. f. dim. di cena: cenetta, cenino, cenina.

Ciniri. (Mal.) v. intr. Il mandar la voce che fa il cavallo: nitrire.

Cinnaca. V. cullana.

Cinnamonu. s. m. T. bot. Pianta che ha le foglie bislunghe, acute da ambo le parti, triplinervi, venose: cinnamomo. Laurus malabathrum L.

Cinnari e Cinnatu. V. accinanni.

Cinnirata. s. f. Composto di cenere ed acqua, o sia un ranno imperfetto: cenerata.

Cinniratu, Cinniraturi. s. m. Panno che cuopre i panni sudici che sono nella conca del bucato sopra del quale si versa la cenerata: ceneràcciolo.

Cinnirazzu. s. m. pegg. di cinniri. Cenere sfruttata che ha servito al bucato, e non contiene più alcali: ceneraccio, cenerone. || La cenere della fornace e del sapone mescolata con calcina.

Cinniredda. s. f. Cenere, e per lo più calda o che ha del fuoco: cinigia. || Persona che ama troppo star vicina al fuoco, e quasi non sa partirsene: cova ’l fuoco.

Cinniretta. s. f. Specie di terra usata un tempo dai pittori per ombre, o per abbozzetti da non conservarsi.

Cìnniri. s. f. Quella polvere nella quale si risolvono i cadaveri, e ciò che si abbrucia: cenere. || Quella cenere con cui il sacerdote segna i fedeli il primo di di quaresima: cenere. || lu iornu di li cinniri, è il primo dì di quaresima: il dì delle ceneri. || – di fezza, è quella ricavata dalla combustione della posatura del vino diseccata, è uno de’ componenti del sapone: cenere di feccia di vino. || sinni inchi l’occhi cu’ cinniri ciuscia, chi fa cose vane, non ne ha sostanza: chi soffia nella polvere se n’empie gli occhi.

Cinnirinu, Cinnirizzu. add. Di color simile alla cenere: cenerino, cenerògnolo.

Cinnirusu. add. Sparso di cenere: ceneroso.

Cinoglossa. s. f. T. bot. Pianta che ha i semi coperti di punte uncinate, o lappole, le foglie ovate vellutate, le inferiori col picciuolo, quelle di sopra sessili: lingua di cane, erba vellutina. Cynoglossum officinale L.

Cinquanta. s. m. Numero di cinque decine: cinquanta.

Cinquantadurana. s. f. Antica moneta pari a lire 1,10. || – lisciu, detto ad uomo vale tristo: cecino, figuro.

Cinquantèsimu. add. Numerale ordinativo di cinquanta: cinquantesimo.

Cinquantina. s. f. La somma di cinquanta: cinquantina. || Sorta di botte di mediocre capacità: bottaccione.

Cinquantinu. add. Aggiunto a persona che sia