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COA — 210 — COD


Coagulazioni. s. f. Il coagulare: coagulazione.

Coàgulu. s. m. Il coagulare: coagulo. || Caglio, presame: coagulo V. quagghiu.

Coartatu. add. Costretto: coartato. || negativa coartata, T. leg. il provare la impossibilità di aver commesso un delitto in un luogo nel tempo che la persona era in altro luogo: negativa coartata, alibi.

Coartazioni. s. f. Costrignimento: coartazione.

Coattivamenti. avv. Forzatamente: coattivamente.

Coattivu. add. T. leg. Che ha facoltà di costringere: coattivo.

Coattu. add. Sforzato: coatto.

Coazioni. add. Costrignimento: coazione.

Cobbaltu. s. m. T. min. Metallo di colore grigio rosso, che sembra composto o a lamine o a grani o a fibre: cobalto.

Còccanu. s. m. Ognuno di quelle braccia che fanno parte della lumiera (ninfa), ove s’inficcano le candele: viticcio. || Un tondino per lo più di vetro a piè della candela per evitar che le sgocciolature non imbrattino il candeliere: padellina, piattellino (Car. Voc. Met.).

Cocchiu. V. carrozza.

Coccìggi. s. m. T. anat. Osso della pelvi, che forma l’estremità della colonna vertebrale: coccige.

Coccinigghia, Cocciniglia. s. f. T. bot. Genere d’insetto che ha le antenne filiformi, sei piedi andanti, il corpo bianco, il sorbitoio al petto: cocciniglia. Coccus L. Dalla cocciniglia del Messico (Coccus cacti L.), si trae il rosso.

Còcciu. s. m. (pl. coccia). Frutto d’alcuni alberi piante o erbe: bacca, còccola. || Il seme di grano o altre biade, caffè, zucche, ecc.: chicco, grano, granello. || Granello dell’uva: acino, chicco. || – di carvuni: mozzicone di carbone. || – di càmula: forellino della tarma. || – di curuna: avemaria, globettino del rosario. || – di zàgara, gesuminu: fiorellino, mignola. || – di suduri: goccia, gocciola. || – di lagrimi: stilla, gocciolone. || Si adopera in generale a significare il singolare di molte cose: chicco. || La cinquecensettantaseesima parte dell’oncia di libbra: grano. || Per sim. qualsiasi minima cosa, un minimo che: grano, granelletto, granellino. || – di muscu, fig. ad uomo astuto, avveduto: assentito. E in cattivo senso: impiccatello, cecino, farinello. || Piccola enfiatura: coccia, cocciuola, cosso. || Vajuolo. E l’innesto che si fa a’ bambini. || – di rugna: bollicina di rogna. || – di ’ntesta, que’ tumori ulcerosi che vengono sulla cotenna del capo: pustole, capitali. || essiri tuttu coccia coccia: pieno di ulcere o pustole. || a cocciu a cocciu, posto avv.: a granello a granello. || dari cocciu, inquietare: dar martello. Significa pure, dar orecchio, acconsentire: dar retta. E anche, fingere di secondar altrui per altro fine: dare spago. || Prov. ristari ad unu lu cocciu, venir a piombar sopra alcuno un peso, un obbligo. E lassari lu cocciu ad autru, lascar ad altri fra gl’imbrogli, scampandone egli. || a cadiri cocciu, parlandosi di misure, colmo e ricolmo: riboccante. || Nell’arme da fuoco è il sito dove son forate per ricevere il fuoco: focone. E inoltre quel granellino d’oro o d’acciaio che si mette per rappezzatura nel focone detto: grano. || firriari la calia di cocciu in cocciu, scherzo frizzante per chi non essendo uscito di patria ostenta di aver girato l’Italia. || aviri belli coccia, aver danaro: esser danajoso. || Per coccinigghia V. || – di granatu: chicco. || – di risu: risone. || – di trippa, cicatrice che lascia il vaiuolo sulla pelle: bùttero. || – d’aremi, nelle carte da giuoco, ogni segno che denota denari. || coccia cchiù coccia menu, poco più poco meno (Da κοκκος: granello). || T. zool. Pesce di mare colla testa tonda, cogli occhi sul capo che guardan in cielo: pesce prete: Uranoscopus scaber. L.

Còcciuli. V. cozzuli e cròcchiuli.

Coccu. s. m. Voce bambinesca per dire uovo: cucco. || T. bot. Pianta che ha le frondi pennate, non spinose, foglioline ripiegate spadiformi: cocco. Cocos nucifera L. || Coccola di detta pianta, che tigne in rosso: cocco. || Il panno stesso tinto di quel colore: cocco.

Cocinazzu. V quacinazzu.

Còciri. v. a. Apprestar i cibi per mezzo del fuoco: cuocere. || Tener al fuoco checchessia perchè si modifichi o muti, senza cangiar figura: cuocere. || Per esprimere la stessa azione fatta dal calore del sole sulla persona: cuocere. || intr. Sentirsi quel dolor pungente prodotto da scottatura esterna o da suppurazione: cuocere, frizzare. || Esser travagliato da febbre: febbricitare. || Esser ardentemente innamorato: cuocere. || a. Beffare, metter in novella: uccellar la mattea, metter in zùfolo. Se si prosegue anco avvedutosene il beffato: canzonare. || Digerire i cibi: concuocere, cuocere. || intr. Ridursi a cottura senza l’azione del fuoco, detto di carni, pesci ecc.: stazionare. || Prov. putirisi cociri l’ova ’nta ’na cammara, esservi eccessivo caldo: esser un forno.

Cocicaria rotunna. s. f. T. bot. Pianta che ha le foglie radicali fusiformi e rotonde, quelle del fusto bislunghe: coclearia. Cochlearia officinalis L.) || – di grasti, altra specie di questa pianta, che ha virtù antiscorbutica: coclearia. Coclearia glastifolia L.

Cocò. V. vagò.

Cocu. s. m. Chi per mestiere apparecchia vivande: cuoco. || Prov. focu libbera cocu, col sufficiente fuoco si può accelerar la cottura: il foco aiuta il coco.

Còcula. s. f. Frutto o seme di alcuni alberi, piante: còccola, bacca. || Per boccia V. || cu li coculi, detto di uomo, astuto, scaltro: assentito; detto di cosa: co’ fiocchi.

Codara. V. quadara.

Codda. s. f. Composto di diverse materie tenaci e viscose che serve per attaccare: colla. || – di pasta, o di scarparu, quella fatta di farina: pasta. || – d’àmitu: colla d’amido. || – di mastru d’acqua, impasto di cotone vecchio, polvere di calcina, ed olio battuti bene, confusi e condensati. || Per sim. qualunque cosa spessa, coagulata a quel modo. || Per ischerno uomo estremamente pigro, tardo.

Coddu. s. m. Parte del corpo che sostiene il capo: collo. || Per sim. la parte più alta del fiasco, della boccia ecc.: collo. || – di lu puzzu, quel parapetto che si costruisce in giro sulla bocca dei pozzi, cisterne ecc.: gola del pozzo. || – di lu caminu, il condotto che ne mena il fumo: gola del camino. || – di