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COM — 216 — CON

dochè; comu era malatu perciò...: come era ammalato... || Per col quale; eccu lu mezzu comu: ecco il mezzo come. || Per secondochè, conforme: come. || Unito alla particella chi, ha senso di casuale; comuchì: comechè. || Per quanto: a comu va la carni: come va la carne. || Che che cosa? come dice? come? || Per esclamazione; comu muriu! come morì! || Per minaccia: comu t’haiu a dari..: come ti ho a dare... || comu nenti, nell’ira, corrisponderebbe a non so chi mi tenga! || Per comunque; comu fu fu: come fu fu, come che fu. || Preceduto dall’articolo piglia forza di nome; lu comu: il come. || jeu comu jeu: io come io, modo di dire. || Per quale, esprimente un attributo, una proprietà; iddu comu omu dottu...: egli come uomo dotto.... || com’un cuntu, in forza d’avv.: senza fallo, certamente. || Quando si vuol rispondere con asprezza o scherno ad uno che dica comu? si dice a dda bbanna Milanu, poichè Como è città in vero dopo Milano. || comu è gghiè, comunque sia: com’egli è (in Firenze). || a comu parra... è modo congetturale, nel modo in cui parla: a come parla... || com’a diri, cioè, per altro: com’è a dire, come dire. || Per quasi, incirca: datigli come 4000 soldati (Cesari). || com’ed ora, posto avv., ora, come ora. || comu qualmenti...., modo basso, qualmente che: come qualmente. || senza diri nè pirchì nè pir comu, o nè chi nè comu, o nè comu nè quantu, modo di dire: senza dire nè perchè nè per come, o nè chi nè come. || Volendo largamente confermare una cosa si dice, e comu! p. e. ti voli beni to maritu? e comu! ti vuol bene tuo marito? e come! || comu si..: come se, in quella guisa che. || Per quando, poichè p. e. comu si in guerra cummatti, quando sei in guerra combatti.

Comuchì. avv. Poichè, attesochè: comechè.

Comunali. add. Consueto, ordinario: comunale. || Appartenente a Comune: comunale.

Comunella. s. f. Presso i regolari è una chiave che ogni individuo porta addosso per aprir le porte di comunità: chiavina.

Comunementi. avv. Alla maniera comune: comunemente.

Comuni. s. m. Popolo che si regge con leggi comuni: comune. || Paese abitato da questo popolo: comune. || Campo che serve per pastura agli animali del pubblico: campo compascuo. || Il maggior numero, ovvero tutta un’adunanza di persone: comune. || in comuni, posto avv., in modo che ciascuno abbia la sua parte: in comune. || Luogo comodo: luogo comune, comodo.

Comuni. add. Ciò di che molti partecipano o possono partecipare: comune. || Non singolare: comune. || Ordinario, comunale: comune. || Affabile, umano: benigno, trattabile. || Detto di luogo comune: luogo comune. || lochi comuni, i passi, i testi delle opere, ove attingonsi le verità che si voglion dimostrare: luoghi comuni. || T. eccl. L’uffizio generale dei santi: comune. Sup. comunissimu: comunissimo.

Comunimenti. V. comunementi.

Comunissimamenti. avv. sup. Comunissimamente.

Comunista. s. m. Quelli che pensano ordinare la Società, che tutto fosse in comune: comunista.

Comunità. s. f. Società di beni tra più persone: comunità, comunitade, comunitate. || in comunità, posto avv., in comune: in comunità. || Per comune: comunità. || Colleganza, connessione: comunità.

Comunqui. avv. Come, in qualunque modo: comunque. || comunqui sia: comunque sia.

Con. prep. Strumentale o di compagnia: con V. cu.

Cona. s. f. Voce corrotta dal Greco icon: impronta, imagine. || – di ficu, fichi secchi ordinati a figura o quadrata o triangolare. || Per nnicchia V.

Conca. s. f. Vaso di checchessia grandemente concavo e di larga bocca: conca. || Cavità nel terreno mediocremente profonda ove scolino acque o lordure: pozza, fosserella. || – di la quacina, è quel chiuso di sabbia dentro al quale si stempera la calce, e per sim. il vòto che si fa in centro alla farina per buttarvi acqua e impastare. || Quella fossicella che si fa intorno a’ pedali delle viti o altre piante: rosta. || Quel ricettacolo solito farsi ne’ palmenti o ne’ trappeti perchè non vada tutto perduto se mai se ne versasse, come pure nelle cànove qualora qualche recipiente si rompesse: lacuna, fossa, ricetta.

Concatinamentu. s. m. Concatenazione: concatenamento.

Concatinari. v. a. Unire insieme come con catena: concatenare. || Collegare, congiungersi: concatenare. P. pres. concatinanti: concatenante. P. pass. concatinatu: concatenato.

Concatinatura. s. f. Sito ove si concatena una cosa: concatenatura.

Concatinazioni. s. f. Connessione che alcune cose hanno fra loro: concatenazione.

Concàusa. s. f. Causa comitante: concausa.

Concavatu. add. Fatto concavo: concavato.

Concavità, Concavitati. s. f. Il concavo la profondità d’un corpo: concavità, concavitade, concavitate.

Còncavu. s. m. La superficie de’ corpi piegata interiormente: concavo. || cosi ntra lu concavu di la luna, cose incerte: cose dell’altro mondo.

Còncavu. add. Che ha concavità: concavo. || Presso i botanici, quella foglia, di cui il disco è più esteso del contorno.

Concavuluni. s. m. Disordinamento, confusione: scompiglio, buglione. || Massa di cose scompigliate: scompigliume. || a concavuluni, posto avv.: alla peggio, a catafascio.

Concedari. V. cuncidari.

Concèdiri e derivati V. cuncèdiri.

Concentu. s. m. Armonia risultante dall’accordo di più voci o strumenti: concento.

Concepiri e derivati V. cuncipiri.

Concèrniri. v. a. Riguardare, aver relazione, appartenere: concernere. P. pres. concernenti: concernente.

Concertinu. s. m. dim. di concertu, in senso di consonanza di voci o strumenti: concertino.

Concertu. V. cuncertu.

Concessionàriu. s. m. T. leg. Colui a cui è fatta la concessione: concessionario.

Concessioni. s. f. Il concedere: concessione. || Parlandosi di poderi, darli ad enfiteusi, a livello.