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CRI — 238 — CRI


Cridinzeri. s. m. Chi ha cura della credenza: credenziere. || Era anche un ufficiale di Dogana.

Cridinziali. V. cridenziali.

Cridinzuna. s. f. accr. di cridenza, armadio ove si ripongono cose mangerecce: credenzone.

Crìdiri. v. a. e intr. Aver fede in altrui: credere. || Aver opinione, persuadersi: credere. || Stimar bene, far ragione: credere. || cridiri menza parola, credere senza altra sicurtà che la parola: credere in sulla parola. || Volere, stabilire, supporre ben fatto: credere, creder bene. || – beni o di beni, persuadersi: creder bene. || o cridiricci, mantener la fede cristiana: credervi. || – nun cridiri cchiù a dda via di lu lettu, non creder a cose che si dicono intorno a Dio: non credere dal letto in su. || lu cridiri è curtisia, il credere è cortesia, cioè bisogna alle volte far vedere di credere per non rintuzzar troppo. || nun cridiri a lu santu si nun si vidi lu miraculu, di chi non si risolve a prendere un partito finchè ne sperimenta gli effetti. || intr. pron. Aver opinione di sè: credersi. || Prov. mi cridìa murìu nta la vicaria, non è scusa il dire, io credeva cosi, cosà: il parere non si scrive. || voi ca t’avvezzu ad essiri asinu? cridi zoccu t’è dittu, salvo le cose religiose dicono i preti, parla anco di loro il proverbio? || nun cridirinni mancu li scorci, non crederne nulla. || è megghiu cridiri ca jirilu a circari, argomento di chi è pigro d’intelletto (A. V. ital. cridere, Rinaldo d’Aquino). P. pres. cridenti: credente. P. pass. cridutu o crittu: creduto.

Cridivilmenti. avv. In modo credibile: credibilmente.

Cridutu. add. Da cridiri: creduto. || Prov. cu’ si cridi e ’un è cridutu è un asinu vistutu, non monta aver opinione di sè, se non l’anno gli altri: chi si battezza savio, s’intitola matto.

Criminali. add. Termine che s’aggiunge a causa, fòro, corte ecc. quando ivi possa intervenire crimine: criminale. || pigghiarisi li così ’n criminali, adirarsi per un nonnulla: aversi una cosa a male, arrecarsene, recarsela ad animo. || nun ’nni jittamu cu lu criminali, fig. quando si vuol ragionare di qualche fatto che non ci appartiene: non entriamo nei criminali. || ass. Carcere pe’ rei di poco momento: segreta.

Criminalista. In forza di s. Persona pratica di criminale: criminalista.

Criminalità, Criminalitati. s. f. Astratto di criminale: criminalità, criminalitade, criminalitate.

Criminalmenti. avv. Con forma o maniera criminale: criminalmente.

Crìmini. s. m. T. leg. Delitto grave, e anco delitto qualsiasi: crìmine.

Criminusu. add. Con crimine: criminoso.

Crimuri. V. cremuri.

Crinari. v. a. Nelle fonderie di caratteri è il ripulire e lisciare colla lama del temperino o colla lima il carattere dalla banda della tagliatura: addirizzare (Car. Voc. Met.).

Crini. s. m. pl. Pelo lungo che pende dal collo del cavallo: crine. || Raggi che hanno innanzi molte comete: crini, chioma.

Criniera. s. f. Crini del collo del cavallo: criniera.

Crinu. s. m. Il crine concio in modo particolare, arricciato, che serve a molti usi nel commercio: crino, crine.

Crinulinu. s. m. Sottana larga con crine, fasce, stecche o allro per gonfiare, che portan le donne sotto la veste: crinolino.

Crinutu. add. Che ha crine: crinuto, crinito.

Cripa. s. f. Piega ne’ tessuti non fatta ad arte ma per isgualcimento: grinza. || Per crepatura: crepa.

Crìpari. v. intr. Aprirsi il corpo verso la superficie per causa interna di dilatazione o altro: crepare. || Più superficialmente: screpolare. || Morire: crepare. || Il cadere degl’intestini nella coglia: crepare. || – di li risati: crepar delle risa. || – di travagghiu: crepar di fatica. || – di fami, – di duluri ecc.: crepar di fame, – di dolore ecc. || cosa di fari cripari: crepaggine. || crepa! per imprecazione, muori: crepa! || cripari in peddi, morire: tirar le cuoja. P. pass. cripatu: crepato.

Cripata. s. f. L’azione del crepare: crepata (V. participiu).

Cripatedda. s. f. dim. Crepatina.

Cripatu. V. guaddarusu.

Cripatura. s. f. Forzata disgiunzione delle parti esterne del corpo cagionata da pienezza: crepatura. || Formazione di piccoli solchi nella superficie per aridità, strignimento ecc.: screpolatura. || Il cascar degl’intestini nella borsa: crepatura.

Cripaturedda. s. f. dim. di cripatura.

Cripazza. s. f. Crepatura più grande: crepaccio (A. V. ital. crepaccia). || Malore che viene pelle pastoie al cavallo, al nodello sotto le barbette, che getta acqua rossigna fetente: crepaccio.

Cripazzedda. s. f. dim. di cripazza: crepacciuolo.

Cripèntitu di lu chiantu. (Pasq.) V. chiantu ruttu.

Cripïari. v. a. e intr. pass. Piegare malamente, malmenare: gualcire. || a. e intr. Il formarsi dei piccoli solchi alla superficie d’un corpo per aridità, strignimento ecc.: screpolarsi. P. pass. cripiatu: gualcito. || Screpolato.

Cripintàrisi di li risati. V. cripari.

Cripùsculu. V. crepùsculu.

Crisàlidi. s. f. Verme da seta o altro bruco rinchiuso nel bòzzolo: crisalide.

Criscennu. s. m. T. mus. Il rinforzar in un passo: crescendo.

Criscenti. add. Da crìsciri: crescente. || luna criscenti, sino al plenilunio: luna crescente. || s. Per lèvitu V. || facci di criscenti, pallida. || panza a punenti, luna criscenti: pancia a ponente luna crescente. || panza a livanti, luna calanti, pancia a levante luna calante, entrambi prov. marinareschi.

Criscenza. s. f. Il crescere: crescenza. || fari o tagghiari li robbi in criscenza, farle più lunghe acciò possano servire a quelli che crescono di statura: tagliar un vestito a crescenza. || pl. T. agr. L’aumento naturale che trovasi nel misurare il frumento dopo ch’è stato qualche tempo ammonticchiato. || essiri l’aria in criscenza, aver finito di trebbiare, esser il grano fuor della lolla.

Criscenzia. V. sopra.

Criscimentu. s. m. L’atto del crescere: crescimento.