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CUC | — 246 — | CUC |
Cuccupìu. V. cuccuvìu.
Cuccuvaja. V. cucca (D. B.)
Cuccuvìu. s. m. Il canto della civetta, del gufo.
Cucenti. add. Che cuoce: cocente. || met. Violento, acuto: cocente.
Cuci-cuci. Voce con cui si scaccian i cani: passi-là. || posto avv. sempre vicino: alle costole.
Cucina. s. f. Luogo dove si cuoce: cucina. || battaria di cucina, tutti gli strumenti, vasellame ecc. di cucina: arnesi di cucina. || fari la cucina, pulire la cucina e gli arnesi di essa. || fari di cucina, sapere cucinare: far da cucina || f. di cucinu: cugina. || Prov. cucina grassa, tistamentu magru: a grassa cucina, povertà è vicina.
Cucinanza. s. f. L’esser cugini.
Cucinari. v. intr. Far la cucina, apparecchiare le vivande: cucinare. P. pass. cucinatu: cucinato.
Cucinatura. s. f. Il cucinare: cucinatura.
Cucinaturi. V. cucineri: cucinatore –trice.
Cucinazza. s. f. accr. e pegg. di cucina.
Cucinedda. s. f. dim. di cucina: cucinetta, cucinuzza. || Per cuginetto. || fari la pappa cucinedda V. pappa.
Cucineri. s. m. Chi cucina: cuciniere, cucinajo, cuoco.
Cucinu. s. f. Figliuolo di zio o zia: cugino. || cucini carnali, figli di fratelli e sorelle.
Cucinuzzu. s. m. dim. e vezz. di cucinu: cuginetto.
Cucitina. s. f. Ciò che pagasi al bettoliere per la cocitura delle vivande. || L’atto del cuocere: cocitura.
Cucitura. s. f. Il cuocere: cocitura, cottura.
Cuciuniari. v. a. Adulare: piaggiare. || Accarezzare. || v. intr. pass. Stringersi in amicizia: legarsi in amicizia. || Fare smorfie sciocche, smiaci: far daddoli, strusciarsi (a Livorno).
Cuciuri. s. m. Arsura: cociore. || Quel frizzo nelle membra nel provar eccessivo calore: cociore.
Cuciutu. add. Da còciri: cotto.
Cucìvuli. add. Di legumi di facile cocitura: cocitojo, cottojo. || nun cucìvuli, fig. detto ad uomo inflessibile, duro: di mala cucina, met.
Cucliària. V. cocleària.
Cucù. s. m. Detto a’ bambini per vezz. di culu: culino. || Giuoco di carte fatto in più persone. || Grido che fanno i ragazzi ruzzando: cu cu. || – tupputu T. zool. Uccello che la testa con ciuffo bigio; coda nerastra con l’estremità bianca; becco nero con la base della mascella inferiore rossastra, e l’iride gialla: cuculo col ciuffo. Cuculus glandarius L.
Cucucciu. s. m. Quella parte di ciò ch’empie il vaso e rimane sopra la bocca di esso: colmatura, colmo. || Enfiato che viene sulle posteme quando comincian a suppurare: apice. || Cima: sommità. || pri cucucciu, posto avv., per soprappiù: per soprassello.
Cucucciuta. s. f. T. zool. Uccello noto che ha come un cappello di piume in capo: cappellaccia, allodola cappelluta, mattolina. Alauda cristata L. (Sp. cugujada).
Cucucciutedda. dim. di cucucciuta: allodoletta.
Cucudda. s. f. T. bot. Bacicci. Calicornia macrostachya (Ann. d’Agric. Sicil.).
Cucuddi. T. bot. Pianta comune ne’ terreni ad grano e ne’ prati, i fiori son gialli: margherita minore, margheritina. Chrysanthemum coronarium L.
Cucuddu. s. m. Quel gomitolo ovato, dove si rinchiude il baco filugello facendo la seta: bozzolo. || Cosa di dolce sapore (Caruso) || V. cucudda.
Cucudduni. T. bot. Enula bacicci. Inula crithmoides L. (Ann. d’Agric. Sicil.).
Cucugghiata. V. cucucciuta. Più vicino allo Sp. cugujada.
Cùcula. s. f. Materia legnosa che casca dal lino: lisca.
Cuculicchi di fasola. s.m. pl. T. bot. Legume selvatico, il quale si usa seminar pelle colombe: orobo, ervo. Ervum ervilia L.
Cuculidda. s. f. dim. di còcula: coccolina.
Cuculiddi di furmentu. s. m. pl. Legume di varie sorte: veccia. La migliore dicesi brava. Vicia sativa.
Cuculla. s. m. Veste di sopra con cappuccio che portavano i monaci: cocolla, cuculla.
Cucullatu. add. Vestito di cocolla: cocollato.
Cuculuni. s. m. Pietra viva e bianca di fiume che si adopera per la composizione del vetro: cogolo.
Cucumeddu (A. V. cuncumeddu (a.
Cucummareddu. s. m. dim. di cucùmmaru. || – asininu, specie di pianta: cetriuolo selvatico, cocomerello. Momordica elaterium.
Cucùmmaru. s. m. V. citrolu. || – sarvaggiu, pianta che fa il frutto simile a un piccolo cocomero: cocomerello, cocomero asinino, cocomero selvatico. Momordica elaterium L.
Cùcumu. V. cùncumu. || Per grasta V. || E per testo da fuoco.
Cucunceddu. s. m. T. bot. Pianta che nasce ne’ campi sterili ed umidi, la cui radice ha un umore gialliccio ed acre che guarisce l’impetigine: asfodelo ramoso da’ fiori bianchi. Asphodelus ramosus L.
Cucùrbita. s. f. Zucca; vaso da stillare: cucurbita.
Cucurbitàciu. add. Simile a zucca: cucurbitaceo.
Curucù. Canto del gallo: cuccurucù.
Cucurugnatu. add. Detto ad uomo piccolo, grossacciuolo: bozzacchiuto, chionzo. || Dicesi di cosa sproporzionata e stranamente bassa o schiacciata: chionza.
Cucurummàru. s. m. Manicaretto di pomidoro, cacio, uova e olio.
Cucutrigghiu. V. cuncutrigghiu.
Cucuzza. s. f. T. bot. Pianta nota: zucca, cucuzza. || – longa o napulitana, la lunga e cilindrica: zucca lunga o a tromba. Cucurbita lagenaria. || cucuzzi baffi o cucuzzuni, la più grossa. Cucurbita latior o major. met. A donna paffuta, sguajata: ciccantona. || – pri vinu, – pri pruvuli, quella vuota a forma di fiasco: zucca da bere, zucca de’ pellegrini, zucca. || – a cannistreddu, varietà di cui i frutti sono rotondi e alle volte strozzati nel mezzo: zucca a berlingozzo, o a pasticcino. Cucurbita melopepo clypeiformis L. || – di Spagna, grande, vòta da una punta ove sta il seme, è gialla rossigna: zucca gialla, zucca indiana. || – milisca, color di miele: zucca indiana. || – di stidda, varietà col frutto verdastro sferico solcato a costole: zucca popona. Cucurbita melopepo L. || – gruppusa, di mezzana grandezza, di corteccia dura, bernoccoluta o verrucosa, gialla