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re ecc. degli animali piccoli: coratella, curatella.

Curateddu. dim. di curatu.

Curatu. s. m.. Sacerdote che ha cura d’anime; parrocchiano: curato. || benefiziu curatu, dacura per parrocchia, a cui è annesso cura di anime: benefizio curato.

Curatulazzu. pegg. di curàtulu: fattoraccio.

Curatulicchiu. s. m. dim. di curàtulu: fattorino.

Curàtulu. s. m. Quegli che ha cura e sopraintendenza alle possessioni ed ai negozi della campagna per parte del padrone: fattore, castaldo, curatore.

Curaturi. verb. T. leg. Chi o che cura: curatore. || Per medico: curatore. || Chi ha potestà d’amministrar i negozi degli adulti e di tutti coloro che non posson amministrare da sè: curatore.

Curazioni. (D. B.) Il curare, medicare: curazione.

Curazza. s. f. Armatura del busto, fatta di metallo: corazza. || Per sim. difesa: corazza. || T. mar. Nuova armatura esterna delle navi: corazza.

Curazzari. v. a. Armar di corazza: corazzare. || rifl. Armarsi di corazza: corazzarsi. P. pass. curazzatu: corazzato.

Curazzaru. s. m. Facitor di corazze: corazzajo.

Curazzata. s. f. Nave da guerra, coperta ne’ fianchi di corazza: corazzata.

Curazzedda. dim. di corazza: corazzina.

Curazzeri. s. m. Soldato armato di corazza: corazziere.

Curazzina. s. m. dim. di curazza: corazzina.

Curazzireddu. dim. di curazzeri.

Curazzu. s. m. accr. e pegg. di cori: coraccio. || met. Coraggioso.

Curazzuna. s. f. accr. di curazza: corazzone.

Curba. V. curva.

Curbacchiu. V. curvacchiu.

Curbillari. v. a. Beffare, cuculiare: corbellare. P. pass. curbillatu: corbellato.

Curbillarìa. s. f. Cosa da nulla, ciancia: corbellerìa.

Curbillata. V. curbillatura.

Curbillatuna. accr. di curbillata, solenne beffa.

Curbillatura. s. f. Burla, beffa: corbellatura.

Curbillaturi. verb. m. Chi o che corbella: corbellatore.

Curbillina. V. corbellina.

Curcamentu. s. m. L’atto e l’effetto del coricarsi, e lo stato di chi è coricato: coricamento.

Curcari. v. a. Adagiar altrui in letto: metter a letto. || – li viti V. calari li viti. || Dicesi anco del distendere checchessia onde posi sulla sua lunghezza e non rimanga ritto: coricare. || rifl. a. Porsi giù per giacere: coricarsi, corcarsi. || curcarisi lu suli, tramontare: coricarsi il sole. || curcarisi, per malattia: allettarsi. || curcarisi lu lavuri, quando per forza di vento o per molto crescimento delle spighe, le biade s’inchinano: chinarsi le messi, allettarsi. || curcarisi, detto d’uomo, vale anche diventar pigro: infingardire. || va cùrcati, per ispregio si dice a persona non creduta capace di fare una cosa: va a letto, vatti a riporre, va via. P. pass. curcatu: coricato in tutti i significati.

Curcata. s. f. L’azione del coricare o coricarsi: coricata (V. participiu).

Curcatedda. s. f. dim. di curcata: coricatina.

Curcateddu. In alcuni paesi l’usano pel semplice P. pass. di curcari, curcatu.

Curchè. V. crucchè.

Curchettu, Curchittu. V. crucchettu.

Curciu. add. Detto di animale, vale piccolo e senza coda: codimozzo. || Per corto.

Curcugghiata. V. cucucciuta.

Curcùma. s. f. T. bot. Pianta che ha radice tuberosa, ovata, coperta d’una pellicola bianca, gialla nell’interno; foglie radicali lanceolate: fiori bianchi e rossi, in ispiga serrata, sessile; cuccuma, curcuma. Curcuma longa L.

Curcurìu (A, Curcurù (A. Voce convenzionale a significar che un desinare debba pagarsi da ognuno; onde pagari a curcurù, quantu mettu io metti tu: desinar a lira e soldo o a bocca e borsa.

Curcurutu. V. curseri.

Curdami. s. m. Nome collettivo che comprende tutte le spezie di funi, o una quantità di funi della stessa spezie: funame. || T. mar. Tutte le corde d una nave: cordame.

Curdaru, s. m. Fabbricator di funi, corde: funajo, cordajo, cordaro (Ugolini). || Venditor di funi: funajuolo. || Prov. jiri ’nnarreri comu lu curdaru, non progredire: far come il funajo. fig. Andar di male in peggio. || T. zool. Uccello di passo, in aprile, foriero dell’arrivo delle quaglie. Color cenerino macchiato a strisce o picchiettate di nero giallastro o bianco, becco nero, iride scura; piedi giall’oscuri: nottolone, picchio. Caprimulgus europaeus L.

Curdedda. s. f. Tessuto stretto di lino, cotone, seta o altro per vari usi di allacciare o legare: cordellina, cordella, nastro di cotone, stringa. || – di li sutta calzuni: usoliero (An. Cat.).

Curderi. s. m. Quel legnetto, avorio ecc. posto nella estremità del manico negli strumenti da corda, dove passano le corde per istar ferme alla dovuta distanza: cordiera.

Curdiali. V. cordiali.

Curdïari. v. a. Misurar la superficie de’ campi colla corda: canneggiare (Car. Voc. Met.). P. pass. curdiatu: canneggiato.

Curdiaturi. verb. Misuratore de’ campi seconde le regole della geodesia: agrimensore, canneggiatore.

Curdicedda. s. f. dim. di corda: cordicella, cordellina. || Per giummara. . || fari curdicedda, modo prov. fig. fermarsi sul pitale un tempo assai lungo. || curdiceddi di li riti, una di quelle funicelle che si attaccano da basso alle ragne per tenerli tirati: filetto. || tirari la stissa curdicedda V. in corda, vale anche, essere del medesimo parere.

Curdiciddata. s. f. Tratto di corda.

Curdiddina. s. f. dim. di curdedda: cordellina, cordicina.

Curdigghiu. s. m. Funicella piena di nodi, di cui cingonsi i Francescani: cordiglio.

Curdinu. s. m. dim. di corda: funicella, cordino. || T. mar. La fune che si attacca alla metà del filo della vela perchè la tiri giù nella galea quando si ammaina: cordino. || Oriuolo che muovesi per via di contrappesi. E impropriamente anco gli oriuoli da tavolino. || Fune, di