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DOM — 330 — DON


Domèsticu. s. m. Familiare, persona di casa, servitore: domestico.

Domèsticu. add. Familiare, intrinsico: domestico. || Benigno, trattabile: domestico. || Natìo: domestico. || Aggiunto di campo vale coltivato, abitato: domestico. || Detto di carne di animale domestico: domestico. || Detto di erbe, piante che non son selvatiche: domestico, dimestico. || facenni, curi domestichi, che appartengono alla casa, alla famiglia: faccende, cure domestiche. || frevi domestica, frequente: febbre domestica. || Detto di animale non foresto: dimestico. || Di animale che suol abitar nelle case: domestico. || Specie di carciofo senza spine: mazzaferrata. Cynara Inermis L. Sup. domestichissimu: domestichissimo.

Domesticuzzu. dim. di domesticu.

Domiciliari e Domiciliariu. add. T. leg. Del domicilio: domiciliare, domiciliario. || visita domiciliaria, perquisizione all’abitazione: visita domiciliaria.

Domiciliarisi, v. intr. pass. Fermarsi, stabilir propria dimora: prendere stanza, venir ad abitare (Domiciliarsi è biasimato da Ugolini e manca al Fanf.) P. pass. domiciliatu: stanziato.

Domiciliu. s. m. Dimora conosciuta in faccia all’autorità: domicilio.

Dòmina, fem. di dominu. || Reliquie o altro che per devozione alcuno porta al collo: breve.

Dominanti. P. pres. di dominari: dominante. || Città ove risiede il Governo: dominante. || religgioni dominanti, la credenza professata ufficialmente dal despota: religione dominante.

Dominari. v. a. Possedere e reggere sotto la propria autorità: dominare. || Padroneggiare, signoreggiare: dominare. || Soprastare, esser a cavaliere d’un luogo: il monte domina la città. || Prov. lu duminari a tutti piaci, pur troppo vero!, e se lo sanno i papi che sacrificato hanno la mitra alla corona.

Dominatu. add. da dominari: dominato. || Chi è sotto il dominio: dominato.

Dominaturi –trici. verb. Chi o che domina: dominatore –trice.

Dominazioni. s. f. Imperio, autorità assoluta: dominazione. || Ordine gerarchico fra gli angeli: dominazione.

Dominiari. V. dominari.

Dominiddìu. s. m. Il Signore, Dio: domineddio, domeneddio.

Domìniu. s. m. Signoria, padronanza, sovranità: dominio. || Diritto (?!) di dispotizzare: dominio. || Proprietà di territorio con greggie d’uomini: dominio.

Dominò, s. m. Abito da mascherarsi a foggia di mantello con cappuccio: dominò. || Giuoco che si fa con 28 tessere che da una parte ci son segnati de’ punti: dominò.

Dòminu, s. m. Signore, padrone: domino. || Dio.

Domisìa. Così in alcuni luoghi dicono invece di: per esempio.

Domma, s. m. Massima, principio che riguardasi come verità incontrastabile: dogma, domma.

Dommàtica. s. f. Parte della Teologia riguardante i dogmi: dogmatica.

Dommaticamenti. avv. In modo dogmatico: dogmaticamente.

Dommàticu. add. Appartenente a domma: dogmàtico. || manera dommatica, precettiva, assoluta: modo dogmatico.

Dommatizzari. v. intr. Insegnar dommi: dogmatizzare. || Per celia, lo spacciar dottrine con pretensione: sputar tondo, sputar senno.

Domu. V. matrici.

Don. sincope di donno cioè signore, è titolo premesso a tutti i nomi non però di plebei; in italiano si usa don pe’ soli preti e pe’ principi. V. do.

Donabbili. add. Che può esser donato: donabile.

Donanti. add. Che dona: donante. || T. leg. Che fa donazione: donante, donatore.

Donari. v. a. Dar volontariamente e senza restituzione nè contraccambio: donare. P. pass. donatu: donato.

Donàriu. s. m. Voto, dono di cose offerte e dedicate a Dio: donario.

Donatàriu. s. m. Quegli in prò di cui sia fatta la donazione: donatario.

Donativu. s. m. Dono: donativo. || Offerta di danaro tolti al popolo per darli al principe: donativo.

Donaturi –trici. verb. Chi o che dona: donatore –trice.

Donazioni e Dunazioni. s. f. L’azione del donare: donazione. || T. leg. L’alienazione di checchessia per conferirla in altrui: donazione.

Donchisciottata. s. f. Azione da Don Chisciotte: smargiassata.

Donchisciotti. Si dice a uno smargiasso ridicolo, preso dal protagonista del celebre romanzo di Cervantes: Don Chisciotte.

Donchisciottisimu. s. m. Qualità di chi suol far da Don Chisciotte: millanteria da fiandrone.

Doncuriuni. s. m. Figura movibile a cui si facevan pigliare strane positure grottesche per divertir i ragazzi, or non s’usa più.

Donliddu. V. liddu.

Donna. s. f. La femmina dell’uomo: donna. || Titolo che si dà alle donne anco plebee, che in italiano si dà solo alle nobili: donna. || Moglie: donna. || Druda: ganza. || farisi donna, divenir atta alla generazione. || donna fatta, arrivato all’intero sviluppo. || donna di mal’affari o di partitu, donnaccia cattiva: donna di mal’affare o di partito. || Una delle figure sulle carte da giuoco: donna, dama. || donna di teatru, comica, ballerina ecc. || donna di fora, o di casa, di locu ecc. superstizioni di spiriti, fantasie: larva, spettro. || jiri cu li donni di fora, superstizione delle persone semplici, e si dice dello andar di notte tempo in compagnia delle streghe con lumi accesi per ispaurire la gente: andare in tregenda. || Prov. la donna a la finestra è comu la racina di immenzu la strata, la donna non bisogna che si lasci troppo vedere per farsi accivettare. || la donna bona nun havi nè oricchi, nè occhi: le buone donne non hanno nè occhi, nè orecchi, badan ai fatti loro senza star a badare agli altri. || la donna, lu ventu e la vintura pocu dura, la donna è mobile qual piuma al vento, si canta nel Rigoletto: fino a che non sarà donna cioè pari all’uomo, sarà sempre un trastullo. || la bona donna nun sta mai oziusa o nun po essiri virtuusa la donna chi sta oziusa: donna oziosa non può esser virtuosa. ||