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DUG — 336 — DUM


Dugareddu. s. m. dim. di duga, piccola doga.

Dugghiari. v. intr. Aver le doglie del parto: nicchiare.

Dugghianza. s. f. Dolore, cordoglio, rammarichìo, querela: doglienza, doglianza.

Dugghicedda. s. f. dim. di doglia, e s’intende quella del parto: doglierella, dogliuzza.

Dugghiusamenti. avv. Con doglia: dogliosamente.

Dugghiusu. add. (Rau). Pieno di doglia, afflitto: doglioso.

Dugrana. s. m. Moneta equivalente a 5 centesimi circa.

Dugranata ('Na. s. f. Il prezzo di ciò che costa due grani (4 cent.).

'Dui e Du'. Nome di numero: due, du; e in poesìa: duo. || Il segno che lo esprime: due. || La faccia del dado, o la carta segnata con due punti: due. || jittari dui, nel giuoco della mora e simili ove si abbian a sommare i punti d’ognuno: protender due dita. ||a dui a dui, avvv. a coppie di due: a due a due. || manciari cu du vucchi o masticari cu du ganghi, guadagnar da più rami e abusivamente: scroccare, leccheggiare. || pirchì dui nun fannu tri, modo basso di rispondere a colui cui non si vuol dare ragione di ciò che domanda: perchè le due non fanno le tre. || essiri o cridirisi unu di li dui, credersi d’assai. || dui in lingua familiare s’usa per una piccola quantità indeterminata, p. e. du fila di pasta: due maccheroni. || dui dui o tri dui, punto dei dadi quando due o tre s’accordan a mostrar il punto del due: duino. || dui tanti, due volte tanto: due tanti, due cotanti. || mettiri in dui, si dice del filo, che nel cucire per rafforzarlo si ripiega in due: addoppiare il filo. || ad ogni dui tri, spessissimo. || di li dui, così diciamo quando si fa paragone e scelta di cose dette ecc. p. e. di li dui è megghiu chiddu: delle due, meglio quello. || Prov. dui corvi abbattino un’aquila, il numero è sempre qualcosa: contra due non la potrebbe Orlando.

Dulcamara. s. f. Vite selvatica, pianta medicinale: dulcamara.

Dulcedo. (Pasq.). Nella frase: comu ti sappi la vita dulcedo, accussì ti saccia l’ad te suspiramu, dicesi a chi paga la pena del suo fallo: chi ha mangiato i baccelli spazzi i gusci.

Dulci. V. duci.

Dulcificari, v. a. Render dolce: dolcificare. P. pres. dulcificanti: dolcificante. P. pass. dulcificatu: dolcificato.

Dulcificazioni. s. f. Addolcimento, il dolcificare: dolcificaziane.

Dulenti. V. dolenti.

Dulirisi, V. in doliri.

Dulureddu. s. m. dim. di dolore: doloretto, doloruzzo, dòlico (Rigutini). || Per vezzo i tormini de’ bambini lattanti.

Duluri. s. m. Sentimento penoso o tormentoso che affligge l’animo o il corpo: dolore. || duluri di vurza o di sacchetta, per dire spesa. || lu duluri di la soggira, dolor breve. || aviri o sentiri duluri: avere o sentir dolore. || Prov. pri duluri nun si pò muriri, per dolore non si muore. || vuliri beni quantu un duluri di testa, non voler bene: voler bene come al mal di capo.

Dulurusamenti. avv. Con dolore: dolorosamente.

Duluruseddu. add. dim. Dolorosetto.

Dulurusissimamenti. avv. sup. Dolorosissimamente.

Dulurusu. add. Pieno di dolore, che ha dolore: doloroso. || Spiacevole, penoso, amaro: doloroso. || Calamitoso, cagione di dolore: doloroso. || Detto di persona, afflitto, sconsolato: doloroso. || Detto di parte del corpo, che duole: doloroso. || Per baja si dice a uno sofista nojoso: increscioso, importuno, stiticuzzo. Sup. dulurusissimu: dolorosissimo.

Dulurusuni. add. accr. di molto doloroso.

Duluta. s. f. Il dolere.

Dumani. avv. Il giorno vegnente: domani, dimani. || dumani o dumani matina detto ass. è negazione: domani, doman mattina! || cunnuciri d’oi ’n dumani, non determinare un affare, posponendolo sempre: andare o mandare d’oggi in domani. || si nun è oggi è dumani, tarderà poco: se non sarà oggi sarà domani. || di cca a dumani cc’è tempu (o mori un papa e si nni fa ’n’autru) esprime la insufficienza di tempo e dimostra la incertezza: di qua a là qualche cosa si farà. || pinsamu pri oggi ca dumani cci pensa Diu, non voler prevedere al futuro: cavami d’oggi, e mettimi in domani. || oggi dumani, quanto prima, può esser oggi o domani: oggi domani, e sta pure per: pognamo caso. || oi a mia, dumani a tia, esser tutti ugualmente sottoposti alle vicende umane e naturali: oggi a me domani a te. || oi ti viju e dumani ti parru, prov. che esprime una tal previdenza di dover presto svanire. || quantu oi e dumani, si dice di cosa troppo lunga. || duman’arsira: domani sera, doman da sera. || dumani matina: doman mattina. || dumani ad ottu, a quinnici, otto o quindici giorni da domani in poi: domani a otto, a quindici, ecc. || dumani cu lu cozzu addabbanna, che è una negativa: doman mai (Rigutini).

Dumàniu. V. demàniu.

Dumanna. s. f. Il domandare: domanda, dimanda. || Il chiedere: chiesta. || Richiesta. || T. leg. Il primo atto che si fa dallo attore nelle liti: domanda. || Il chiedere tanto prezzo come fa il venditore: chiesta. (Giusti). || Chiesta, d’una fanciulla in isposa (Tomm. D.).

Dumannari. v. a. Interrogare, rivolgersi altrui per avere checchessia: domandare, dimandare. || Quando trattisi di vero favore, di cosa cara: chiedere. Richiedere è più forte del primo e del secondo, è quasi un domandar cosa che spetti. || Chieder l’elemosina: domandare per Dio.|| nun ti cumanna cui ti dumanna, cioè bisogna quindi rispondere cortesemente. || dumannannu si va a Rroma, quando non si sanno le strade basta domandare per trovarle; e studiando e volendo sapere si riesce a tutto: domandando si va a Roma. || dumanna lu cchiù pi aviri lu giustu; chi vuol assai non domandi poco. || dumannari d’unu, cercar d’alcuno: domandar uno (Tomm. D.). || pigghiari e dumannari, contentarsi temporariamente del poco, riservandosi a domandar il resto. || rifl. Aver nome: domandarsi. P. pass. dumannatu: domandato. || Chiesto.

Dumannativu. add. Interrogativo: domandativo.