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ERI — 348 — ERV


tre son tenere condisconsi con aceto: eringe, eringio, calcatreppola. Eryngium campestre L. V. pani caudu.

Erìsimu. V. lassaneddi.

Eritera. V. ereditera.

Ermafruditu. s. m. Quegli che volgarmente si crede aver l’uno e l’altro sesso: ermafrodito, androgino. || T. bot. Quelle piante che hanno ne’ fiori il doppio sesso: ermafrodito. || Dicesi di alcuni insetti come chiocciole, lumaconi ecc.: androgino. || add. Nè buono nè cattivo, nè bianco nè nero, indifferente: ermafrodito (Dante).

Ermeticamenti. avv. In modo che non vi penetri dentro aria: ermeticamente.

Ermillinu. V. ermellinu.

Ermisinu. V. ermicinu.

Èrmitu. V. jèrmitu.

Ermodàttilu. s. m. T. bot. Medicamento purgante, che è la radice d’una pianta d’Oriente: ermodàttilo. Colchicum variegatum L.

Ermu. V. elmu.

Ernia. V. guàddara.

Erniària. s. f. T. bot. Erba creduta giovevole per le ernie: erniària, erba turca, millegrana. Herniaria glabra L.

Erniàriu. add. e anco sost. Chirurgo che attende alla cura delle ernie: erniàrio.

Erniusu. V. guaddarusu.

Ernò. V. gnurnò.

Erogari. v. a. Spendere, metter fuori: erogare, P. pass. erogatu: erogato. Così questa voce come la seguente non sono troppo favorite dall’Ugolini, e’ direbbe meglio: spendere.

Erogazioni. s. f. L’atto di erogare: erogazione, spesa.

Eròi. s. m. Uomo illustre per virtù straordinaria, per valor guerriero ecc: eroe.

Eroicamenti. avv. In modo eroico: eroicamente.

Eroicità. V. eroìsimu.

Eroicòmicu. add. Di cosa parte seria, parte buffa: eroi-comico.

Eròicu. add. Di o da eroe: eròico. Sup. eroichissimu: eroichissimo.

Eroìna. s. f. di eroe: eroina, eroessa.

Eroìsimu. s. m. Ciò che costituisce il carattere, di un eroe: eroismo.

Èrpeti. s. m. T. chir. Malattia cutanea, simile alla erisipela, mantenuta da umori viziati: èrpete.

Erpèticu. add. Che partecipa dell’erpete: erpètico.

Èrpici. s. m. Strumento di legno, guernito sotto di denti, che tirato da’ buoi e calcato dal bifolco spiana e netta la terra: èrpice. Quello fatto di sterpi o fascine dicesi: strascino.

Erramitati! Esclamazione d’imprecazione, come se si dicesse: oh il mal nato, oh accidente! || erramitati e scotulu, ed ajutu nun ti vegna, imprecazione: accidente che ti colga!

Èrramu. s. m. Che erra: errante, vago, randagio. || Vagabondo: erràtico, girellone. || Sgraziato: dappoco, tristo. In questo senso potrebbe venire dal Gr. ἐρρῶμαι: son tristo, disgraziato. || erramu e scintinu, per dar più forza all’ingiuria si dice a uno scioperone: paltoniere, perdigiorno.

Errari. v. intr. Commetter errore: errare. || Raramente ha da noi il senso di andar vagando: errare. Anzi l’ha solo nel P. pres. erranti: errante. P. pass. erratu: errato.

Errata. s. f. Quell’appendicetta de’ libri ove son segnati gli errori e le correzioni: errata, o errata-corrige in latino || Per errore onde il prov. nun è errata chi nun custa, nè uffiziu chi nun giuva, gli errori costano, gli uffici dànno.

Erre. V. r: erre. || perdiri l’erre, perder il senno, ubbriacarsi, presa la sim. dagli ubbriachi, i quali a stento pronunzian la R: perder la erre.

Erroneamenti. avv. Con errore: erroneamente.

Erròneu. add. Che ha in sè errore: erròneo.

Errurazzu. pegg. di errore: erroraccio.

Errureddu. Errurettu, Erruriceddu. dim. di errore: erroretto, erroruccio, erroruzzo.

Erruri. s. m. Giudizio non vero, deviazione dal vero: errore. || pigghiari erruri: prender errore, cader in errore. || essiri in erruri: andar errato. || Prov. erruri nun porta pena: errore non fa pagamento, qui sta per sbaglio, lieve errore non è malizia. || cu’ nun si guarda di li picciuli erruri, cadi poi ntra li maggiuri, è chiaro, bisogna guardarsi da’ piccoli falli per non adusarvisi e poi incorrere ne’ maggiori. || autru fici l’erruri ed io lu chianciu: altri hanno mangiato la candela e tu smaltisci lo stoppino.

Erruruni. accr. di errore: errorone.

Ersì. V. gnursì.

Erta. s. f. Luogo per cui si sale, contrario di scesa: erta. || stari all’erta, star oculato: star all’erta, badare, guardarsi dal fare ecc.

Eruditamenti. avv. Con erudizione: eruditamente.

Eruditeddu. dim. di erudito.

Eruditissimamenti. avv. sup. Eruditissimamente.

Eruditu. add. Fornito di erudizione: erudito. Sup. eruditissimu: eruditissimo.

Erudizioni. s. f. Cognizione di molte cose acquistate, studiate, conservate nella memoria: erudizione.

Eruttari. v. intr. Mandar fuori con violenza, dicesi dei rutti: eruttare. || Dicesi anco dei vulcani ecc: eruttare. P. pass. eruttatu: eruttato.

Eruttata. V. ottata. Così in Messina.

Eruttazioni. s. f. L’eruttare: eruttazione.

Eruttaziunedda. dim. Eruttazioncella.

Eruttu. s. m. Vento che dallo stomaco si manda via per la bocca con isconcio suono: rutto.

Eruzioni. s. f. L’eruttare de’ vulcani; e delle pustole che escono dalla pelle: eruzione.

Erva. s. f. Ciò che nasce in foglia dalla radice, senza far fusto, e comunemente quello che la terra produce senza coltura: erba. || prov. la mal’erva ’mprucchia, o crisci sempri, per mostrar uno di cattive speranze e che venga su rigoglioso: la mal erba cresce presto. || essiri canusciutu comu la mal’erva, de’ tristi, conosciuto per ogni dove: esser conosciuto più della mal’erba. || ti canusciu mal erva, si dice a un tristo quando viene scoperto delle sue magagne: ti conosco mat’erba! || nun essiri nè erva nè lavuri, non essere ancora maturo, essere dubbio ancora. || nun canusciri nè erva nè lavuri, fari d’ogni erva fasciu, non distinguere il buono dal cattivo: far fascio d’ogni erba. || virdi erva, del verde che pareggia il color dell’erba. || mal’erva, tristo: mal’erba, ribaldo. || arrassati mal’erva, si dice per iscacciare un tristanzuolo: via cattivaccio. || fari erva, côrre,