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FOD — 394 — FOG


le cose più pericolose: cavar il granchio dalla buca con man d’altri; cavare la castagna coll’altrui zampa, o colla zampa del gatto. || agghiunciri ligna a lu focu, attizzar vieppiù, e si dice nel fig.: mettere o giugner legne al fuoco. || livarisi di lu focu e cadiri ’nta la braci, da male andare in peggio: cascare dalla brace nel fuoco o dalla padella nella brace. || culuri di focu: vermiglio acceso. || focu la pena del fuoco, di esser arso vivo, fur complimenti del cattolico zelo: fuoco. || – eternu, l’inferno: fuoco eterno. || T. diottrico. L’unione de’ raggi refratti dalle lenti: fuoco. || Per trasl., ardente passione: fuoco. || Eccessivo calore dell’estate: fuoco. || diri o fari così di focu, violente, grandissime: dire o far cose di fuoco. || fochi, in pl. per met., le famiglie che hanno stanza in un paese, contando un focolare per famiglia: fuoco, foco, fochi. || T. mat. Punto nell’asse delle sezioni coniche, al quale concorrono i raggi riflessi dal concavo di essi: fuoco. || V. luci. || Prov. si nun ti voi abbruciari nun ti mettiri accantu a lu focu, se non vuoi pericolare scansa le occasioni. || cu’ happi focu campau, e cu’ happi pani muriu, per esprimere quanto necessario sia il fuoco. || omu di pocu pari a l’appiccicari di lu focu: chi vuol veder un uomo da poco, lo metta ad accender il lume e il fuoco. || In pl. facciamo anche fòcura, come faceva: focora, Ciullo d’Alcamo. || ogni gran focu cumenza di pocu, o picciula faidda fa gran focu: piccola scintilla brucia una villa. || ogni focu addiventa cinniri, ogni cosa perisce. || – di pagghia, cosa che avvenuta o piglia voga a un tratto, ma dura poco: fuoco di paglia. || E per significar che tal cosa incomincia con grande ardore ed è per durar poco, si dice: è fuoco di paglia. || Prov. cu’ fa focu di canni o di pagghia, perdi lu tempu e maluri cunsigghia: chi di paglia fuoco fa, piglia fumo e altro non ha. Perchè, lu focu di pagghia pocu dura, cci vonnu zucchi di cantaru. || lu focu nun pò stari accantu la linazza, se no brucia questa. || essiri un focu, esser oltremodo sudato quasi rosso come fuoco. || lu focu forti facili s’astuta, è così nel morale: tosto scaldato, tosto raffreddato, che si dice de’ caratteri irascibili. || di focu, infocato: di fuoco. || essiri ’ntra du’ fochi, fra due danni o pericoli, alle strette: esser tra due fuochi. || pri l’Italia mi jittirria ’ntra lu focu, farei qualunque sacrifizio: per l’Italia mi butterei nel fuoco. E al contrario, di uno e di una cosa antipatica direbbesi, cci darrìa focu: gli o le darei fuoco.

Fodali. V. fadali.

Fòdara. s . f. Tela o stoffa o pelle che si mette alla parte di dentro de’ vestimenti, per difesa od ornamento: fòdera, soppanno. || V. ’nfurra. || fodara di cuscinu, sacchetto entro cui si mette il cuscino: fèdera. || T. mar. Contrabbordo o lavoro che si fa nella parte esteriore delle navi: fodera. || fodari di puppa: piattabande (Pitrè).

Fodarari e Foderari. v. a. Munir di fodera i vestimenti: foderare, soppannare. P. pass. fodaratu: foderato, soppannato.

Fodaratura. s. f. L’atto e la manifattura del foderare: federatura.

Fòdaru. s. m. Strumento entro cui si possan conservare altri arnesi, ferri, ecc.: fodero. || – di cuteddu, custodia del coltello: coltellesca. || Presso i militari è la guaina entro cui sta la spada: fodero.

Fodata. V. faudata.

Fòddaru. V. fava in senso di cocciuola.

Foddi. add. Che ha pazzia: pazzo. || Leggiero d’ingegno, svanito di senno, che si perde in vani pensieri, discorsi: folle. || Quando è tra il pazzo e il folle: matto. || E si dice anco per vezzo: mattarello. || foddi nettu, del tutto pazzo: pazzo a bandiera. || nesciri foddi di unu, amarlo fortemente: andarne matto. || fari nesciri foddi: far ammattire, far impazzare, far dare volta. || Prov. cu’ nasci foddi nun guarisci mai: chi nasce matto non guarisce mai.

Fòddira, Fòddiru. V. fava per enfiagione: cocciuola. (Rocca).

Fòdera. V. fodara.

Foderari. V. fodarari.

Fòderu. V. fodaru.

Fodìgghia. s. f. Sopravvesta di drappo nero di seta usata un tempo dalle donne, fatta a gonnella, accompagnata da altra coperta del busto e del capo.

Fodigghiazza, Fodigghiedda. pegg. e dim. di fodigghia.

Fodillineddu. dim. di fodillinu.

Fodillinu. s. m. Gonnelletta di drappo di seta a colori con fregi e nastri, usata in contado ne’ dì festivi.

Fodincina. V. faruncina.

Fòdira. V. fodara.

Fodutu. add. Detto di piante, piene di fronde: fronduto.

Foga. V. fuga al 6º e 7º §.

Fògghia. s. f. Parte delle piante che serve loro per attrarre dall’atmosfera i principi vegetativi: foglia. || Ogni erba buona a mangiare: camangiare, erbaggio, ortaggio. || La foglia del gelso pe’ bachi da seta: foglia. || Quella mistura di diversi metalli, quasi come un orpello, che si mette nel castone per fondo alle gioje: foglia. || Quello stagno mescolato con argento vivo, che si mette dietro il cristallo per farne specchio: foglia. || Quelle lamine di acciajo onde son fatte le molle delle carrozze: foglie della molla. || – di libbru. V. fogghiu. || a fogghia a fogghia, a parte a parte: a foglia a foglia. || vutari ’n’autra fogghia, cambiar materia del discorso: voltar carta. || trimari comu ’na fogghia, per l’effetto della paura: tremar come una foglia. nun si movi fogghia d’arvulu si nun è volontà di Diu, e il male che si fa per volontà di Dio? non si muove foglia senza che Dio non voglia. || – carnusa, non troppo sottile e secca: foglia carnosa || (An. Cat.). || assai fogghi e nenti frutti, molt’apparenza e poca sostanza: poca uva e molti pampani. || manciarisi la fogghia, accorgersi di ciò che si tratta, anticipatamente indovinare: mangiarsi la foglia (in uno scritto fiorentino del Giornale Lo Zenzero). || – di cipudda. V. spogghia. || Metallo ridotto in lama sottilissima: foglio. || Fogghia è anche voce Toscana. (Nerucci).

Fògghiu. s. m. Pezzo di carta secondo le diverse misure ed uso: foglio. || Un foglio stampato di-