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Frìjiri. V. friiri.

Frijuta. V. friitina.

Frijutedda. dim. di friuta.

Frìngula, Frìnguli. V. frìnnula.

Frinicìa, Frinisìa. V. frenesìa.

Frinnàculu. (Mal.). V. culu.

Frìnnula. s. f. Pezzo di vestimenta o altro, consumato, stracciato e pendente: strambello, brandello, sbrèndolo. || frinnuli frinnuli, dicesi di un vestito tutto a strappi e strambelli: strambellato, tutto strambelli, tutto brèncioli.

Frinnuliari. v. intr. Dicesi di vestito logoro e stracciato cui ne caschino qua e là i brandelli: sbrendolare (Fanf. Voc. d. u. Tosc.).

Frinza. s. f. Quella particella estrema della tela che si lascia senza riempire, e talora vi si appicca per ornamento: cerro. || Guarnimento che si mette ai vestiti o altro per ornamento: frangia. || E met. il falso che si aggiunge a’ racconti: frangia. || frinzi di nespula, la corona ch’è attorno alla parte superiore delle nespole: smerlini (a Firenze). E vuol dir anco: un nonnulla. || frinzi frinzi. V. frinnuli frinnuli.

Frinzara, Frinzaru. s. f. e m. Colei o colui che fa o vende frange: frangiaja, frangiajo.

Frinzetta. dim. di frinza: frangetta.

Frinziari. v. a. Ornar di frange: frangiare. || Tagliuzzar la carne o altro malamente: cincischiare. P. pass. frinziatu: frangiato. || Cincischiato.

Frinzicedda, Frinzittina. V. frinzetta.

Frinzittinara. s. f. Chi fa o vende frangette, trine, ecc.: trinaja.

Frinzittinedda. V. francittina.

Frinzuni. accr. di frinza: grande frangia.

Frinzusu. V. sfrinzusu.

Friquintari. V. frequentari.

Frisari. v. a. Pettinare e aggiustar il capo come fanno i parrucchieri: acconciar il capo, lisciare. || Per fregiare. Nel qual senso Dante ha nel Credo: I’ dico che ’l battesmo ciascun fresa. Tomm. cita nel suo Nuovo Dizion.: frisare. Ma la nostra voce potrebbe però venire dal Fr. friser: acconciar i capelli, ecc. P. pass. frisatu: acconciato.

Frisata. s. f. L’acconciar il capo: acconciata, lisciata.

Frisatedda. dim. Acconciatina.

Frisatina. V. frisata.

Frisatura. s. f. L’acconciamento e adorno de’ capelli con ricci e vezzi anco: acconciatura, ricciaja. || E gli abbigliamenti di capo posticci che usan le donne, che diciamo anco frisaturi, credo potrebbe tradursi: lisciatura.

Frisaturedda, dim. di frisatura.

Frisaturuna. accr. di frisatura.

Friscalettu. s. m. Strumento rustico musicale di canna o di legno: zùfolo. || Varî strumenti che servono a fischiare: fìschio. || In marina è quello con cui si dànno i segni: fischio. || Per sim. delle gambe secche, gracili; gammi comu un friscalettu: gambe affusolate. || Per frischiceddu. V. || sunari lu friscalettu: zufolare.

Friscalittaru. s. m. Chi fa o vende zufoli.

Friscalittazzu. pegg. di zufulu.

Friscalitteddu. dim. Zufolino.

Friscalittuni. accr. Zufolone.

Friscamenti. avv. Con freschezza, di recente: frescamente.

Friscanzana. s. f. Un fresco più forte che si fa più sentire: frescardito (a Firenze). || pigghiari na bona friscanzana, contrarre una infreddatura: pigliar una freddicaja.

Friscanzanata. s. f. Lo stesso di sopra quasi, ma esprime il venire e il durare.

Friscari. v. a. Mandar fuori il fischio: fischiare, e quando vi ha più arte o destrezza: zufolare. || Lo stridere che fanno i ferramenti o legnami fregati insieme: cigolare. || Dare colla bocca o col naso un suono spiacevole o ridendo forte o pronunziando: cigolare. || Dicesi di qualunque cosa rompa l’aria con velocità: fischiare. || Del vento quando fa rumore: fischiare. || Dicesi degli orecchi nel sentir quel bucinamento, zufolìo o fischio: cornar gli orecchi, fischiar gli orecchi. || Disapprovare con fischi una cantante, uno scritto, ecc.: fischiare. P. pass. friscatu: fischiato.

Friscata. s. f. L’atto del fischiare: fischiata, sufolata. || Disapprovazione manifesta con fischi o che: fischiata.

Friscatedda. dim. di friscata.

Friscatuna. accr. Grande o lunga fischiata.

Friscaturi. s. m. Colui che fischia: fischiatore.

Frischeri. s. m. Chi non è stanco dalla fatica e va a riprenderla: fresco, gagliardo.

Frischettu. s m. dim. di fresco, pero è fresco non sempre piacevole e leggiero: frescuccio, freschetto (Tomm. D.). || Piccolo fischio: fischietto.

Frischïari. V. frisculiari. || V. anco friscari.

Frischiceddu. s. m. dim. Fresco, leggiero: frescolino. || add. Freschetto.

Frischissimamenti. avv. sup. Freschissimamente.

Frischizza s. f. L’esser fresco: freschezza. || Aria fresca: freschezza. || Qualità di ciò che è fresco, contrario di stantìo: freschezza. || Il rigoglio della gioventù: freschezza. || T. pitt. Del colore, della carnagione che abbia bellezza di carni fresche; e del colorito vivace quanto le cose naturali: freschezza. || L’esser nuovo o lavorato di fresco: freschezza.

Frisciari. v. intr. Quel lieve cigolìo che fa la polvere di archibugio quando tarda a divampare, o altro romore simile: friggere. || rifl. pass. (Pasq.) Patire di scorrenza.

Frìscina. s. f. Cesta intessuta di vimini o di canne fesse, tonda, a fondo piano e bocca stretta: corba. || Per fiscina V.

Friscinata. s. f. Quanto cape una corba: corba.

Friscinazza. pegg. di friscina.

Friscinedda. dim. Corbellino.

Frisciola. (Rocca) V. bruciola.

Friscu. s. m. Suono acuto che si fa colle labbra: fischio. || La voce che mandan alcuni rettili: sìbilo, fischio. || Voce di uccelli: fischio. || Quel suono delle palle scagliate con arma a fuoco: fischio. || Strumento che serve a fischiare: fischio. || E specialmente per chiamar gli uccelli: richiamo. || Quel singolar canto che certe volte fa il verdone: striscio. Onde fari li frischi: tirar gli strisci; ed è T. uccell. in Firenze.

Friscu. s. m. Freddo temperato: fresco. || Temperamento del caldo estivo o per soffiar di venti