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FUN — 415 — FUR


gugghia, il foro dove s’infila il filo: cruna. || T. de’ mugnai. La macina di sotto, su cui gira il coperchio: fondo della macina. || riccu ’n funnu, molto: ricco sfondolato. || cci manca lu funnu a lu panaru, modo proverb. per dire: manca il più. || non essiricci funnu, esser in modo eccessivo: non esserci nè fin nè fondo. || T. pitt. Il campo in cui sono gli oggetti dipinti, e si dice in generale lo spazio del primo colore su cui sono gli altri disegni: fondo. || Podere: fondo. || E in pl. anco altri beni stabili: fondi. || T. mil. La profondità di una colonna: fondo. || – di quadara, il sedimento dello zucchero, che è stato messo in opera per far dolciumi, e serve di medicamento ai catarrosi. || In pl. per que’ sottocalzoni di panno lino: mutande. || essiri a lu funnu di lu saccu, esser all’ultimo. || Nella carrozza è l’interno e posteriore della cassa dove s’assidono due persone: fondo. || stari ’nt’on funnu di lettu, esser ammalato a letto: essere in un fondo di letto, o esser cucito in letto. Il Nerucci riporta questo verso: tu m ha’ ridutto ’n d’un fondo di letto. || bassu funnu. T. mar. Ove l’acqua è poco alta: basso fondo. || Tutto ciò che rimane di un liquido in fondo del vaso e con un po’ di posatura: fondo. || La fine della pagina: fondo. || Di cassette e simili cose il piano inferiore: fondo. || canusciri a funnu, benissimo: conoscere a fondo. || a funnu. modo avv., nel fondo: a fondo, contrario di a galla. || Prov. tintu cu era supr’acqua e ora è a funnu, tristo chi è caduto in basso stato.

Funnu. add. V. funnutu: fondo. || mari o puzzu funnu, met. si dice di coloro che stanno in sè senza dar agio a poterli scandagliare, conoscere: tutti di sè. E vale anche fondato nella scienza o che.

Funnurìgghia. V. funniolu. || Posatura che lascia l’acqua torbida: belletta. || Ciò che resta al fondo di cose anco non liquide: avanzo, rimasuglio. || Quello che raccogliesi nel truogolo della ruota dell’arrotino: poltiglia, fanghiglia. || Sceltume, avanzo delle cose cattive, il rifiuto: marame, scegliticcio. || Quella parte che depongono in fondo i liquidi qualunque: posatura. || – di biccheri, si dice anco quell’ultimo sorso di liquido rimasto al fondo del bicchiere: culaccino, centellino. || – di vroru, posatura che rimane dalle cose bollite: bolliticcio.

Funnurigghiedda. dim. di funnurigghia.

Funnurutu. (D. B.) V. funnutu.

Funnuta. s. f. L’atto del fondere e gli oggetti fusi in una volta.

Funnutu. add. Profondo: fondo. || Detto di luogo vale cavo, cupo, di cui l’altezza da sommo a imo è assai notabile: fondo, fondoluto (questa ultima voce è poco usata). || funnutu funnutu, assai fondo: fondo fondo. Sup. funnutissimu: fondissimo. || P. pass. da funniri: fonduto, fuso.

Funtana. s. f. Fonte fabbricata dall’arte: fontana. || E tutte l’opere di architettura con cui si adornano le fontane artificiali: fontana. || E luogo onde scaturisce naturalmente acqua: fonte, fontana. || met. Luogo o cosa abbondante di checchessia: fonte. || Prov. leva e nun junci, ch’è funtana chi surgi? per esprimer il certo mancare di ciò che adoperato non si reintegra. || Certo lividore che viene intorno agli occhi: occhiaja.

Funtanazza. pegg. di funtana: fontanaccia.

Funtanedda. dim. di funtana: fontanetta, fontanella. || Per cauteriu. V. || – di la gula, quella parte della gola dove ha principio la canna: fontanella della gola. || Quel buco che si fa nelle gote all’atto di ridere: pozzette. Onde fari funtaneddi: far le pozzette. || a funtanedda, posto avv., dicesi dello zampillo che spilla fuori dalle vene, dai doccionati e simili: a spillo, a zampillo.

Funtaneri. V. mastru d’acqua.

Funtanuna. accr. di funtana: fontanone.

Funticeddu. dim. di fonti: fonticello. || Piccola pila di marmo, murata per lo più in un angolo della stanza, sopra il quale corrisponde il condotto dell’acqua con cannella, ad uso di lavarsi le mani: lavatojo (Fanf. Casa Fiorentina ecc.).

Funtìculu. V. cauteriu o ruttòriu.

Funzioni. s. m. L’atto di fare ciò a cui uno è destinato: funzione. || T. met. Azione de’ differenti organi del corpo eseguita conforme la loro destinazione: funzione. || – animali, quelle azioni in noi, in cui ha parte l’anima: funzioni animali. || – naturali, quelle che sono necessarie alla vita: funzioni naturali. || – vitali, quelle che servono alla vita: funzioni vitali. || Solennità per lo più ecclesiastica che si celebra in chiesa: funzione sacra.

Funziunari. v. intr. Operare, far le funzioni in chiesa (Ugolini biasima la voce funzionare). || Per cacari. V.

Funziunàriu. s. m. Persona costituita in carica o dignità: magistrato, ufficiale, ecc., secondo il caso dice Ugolini.

Funziunedda. dim. di funzioni: funzioncella.

Funziununa. accr. di funzioni.

Fuocu. V. focu.

Fuora. V. fora: fuora. Così nel Palermitano.

Furaggeri. s. m. Colui che foraggia: foraggiere.

Furaggiari. V. foraggiari.

Furami. s. m. Animale rapace, carnivoro.

Furaggiu. V. foraggiu.

Furana. V. negghia.

Furasteri. V. forasteri.

Furbacchiolu. dim. di furbu: furbacchiotto.

Furbamenti. avv. In modo di furbo: furbamente.

Furbarìa. s. f. Azione da furbo: furberìa. || Astuzia: furberìa.

Furbazzu. pegg. di furbu: furbaccio.

Furbettu. dim. di furbu: furbetto.

Furbicedda. dim. di forbicia: forbicette.

Furbiceddu. dim. di furbu: furbicello.

Furbiciaru. s. m. Chi fa o vende forbici: forbiciajo.

Furbiciata. s. f. Colpo di forbici: forbiciata. || Taglio malfatto: cincìschio.

Furbiciazza. V. furbiciuni.

Furbicicchia. dim. di forbicia, e specialmente da ricamo: cisoina da ricamo (Fanf. Casa Fiorentina ecc.).

Furbicina. dim. di forbicia: forbicine.

Furbiciuna. accr. di forbicia: forbicione.

Furbiscamenti. accr. In modo furbesco: furbescamente.