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FUR — 420 — FUS


|| fortuna cci voli ca lu sapiri nun giova, la fortunaval più del sapere: val più un’oncia di fortuna che una libbra di sapere. || la furtuna si la fa ognunu cu li sò manu, l’uomo è fabbro della sua fortuna: la sorte è come uno se la fa. || la furtuna va e veni, è incostante: la sorte non sa sedere. || furtuna di mari, tempesta: fortuna, fortuna di mare. Onde il prov. poi di furtuna veni la bunazza: dopo la tempesta vien la calma. || pri o pri bona furtuna, per buona sorte, avventuratamente, s’usa avverb.: per fortuna. || Prov. furtuna amica d’asini e di pazzi, e di virtuusi nnemica murtali: la fortuna ajuta i matti e i fanciulli. || furtuna nun accumenza mai pri pocu: non comincia fortuna mai per poco, quando un mortal si piglia a scherno e gioco. || la rrota di furtuna è fatta a scala, cui la scinni e cui l’acchiana, esprime la instabilità della fortuna: questa ruota sempre gira, chi sta lieto e chi sospira. || a cui havi furtuna ogni cosa ci va bbona, chi ha fortuna anco facendo male gliene torna bene: chi ha ad aver bene dormendo gli viene. || Occasione opportuna: fortuna. || furtuna! esclamazione di chi ha avuto prospero successo, o ha sfuggito un pericolo: fortuna! || Prov. contra furtuna nun vali sapiri: contro sorte avversa, ogni buon carrettier versa. || l’omu senza fortuna va sempri a la piduna, non può aver bene. || tintu cu’ nasci cu mala furtuna, non gli riescirà mai nulla.

Furtunali. s. m. Burrasca: fortunale.

Furtunatamenti. avv. In modo fortunato: fortunatamente.

Furtunatazzu. V. furtunatuni.

Furtunateddu. dim. di furtunatu: fortunatello.

Furtunatissimamenti. avv. sup. Fortunatissimamente.

Furtunatu. add. Che ha fortuna: fortunato. || asinu furtunatu, chi ignorante vien alzato a dignità. || nasciri furtunatu, che è sempre fortunato: nascer vestito. || cu’ furtunatu nasci accussì mori: chi comincia ad aver buon tempo l’ha per tutta la vita. Sup. furtunatissimu: fortunatissimo.

Furtunatuni. accr. di furtunatu: fortunatone (crederei d’uso).

Furtunazza. pegg. e accr. di furtuna: fortunaccia.

Furtunedda. s. f. Mediocre fortuna: fortunella. || Per fortunato.

Furtura. s. f. Gran freddo accompagnato da vento che muove le onde e dura anco del tempo: temporale, fortunale. || Tempo rìgido. || Prov. cu’ nun pensa a la furtura, durmirà a lu scuru, chi non prevede il male ne soffre più: carestia prevista non venne mai (Dall’A. V. ital. fortura, fortezza, quasi dire tempo forte; o che sia la voce fortuna corrotta).

Furturata. s. f. Lo stesso che furtura ma si prende piuttosto per la durata e per lo nocumento che porta.

Furturatedda. dim. di furtura e di furturata.

Furturazza. pegg. di furtura.

Furturedda. V. furturatedda. || Si dice anche per ischerzo ad uno freddoloso.

Furturusu. add. Burrascoso: fortunoso.

Furu. V. frullu.

Furunculicchiu. dim. di furunculu.

Furùnculu. s. m. Piccolo apostema nella cute, con infiammazione, di non lunga durata: foruncolo.

Furzàgghia. s. f. Quel rinforzo che mettesi nelle fabbriche: cigna.

Furzamentu. s. m. Il forzare: forzamento.

Furzari. v. a. Far forza, costringere: forzare. || Rinforzare: afforzare. || V. sfurzari. || Prov. prigari ti pozzu, furzari no: e’ si può far il male a forza, ma non il bene.

Furzata. s. f. Il metter in azione la forza fisica: sforzo. || Nel senso morale, ogni maggior forza, potere: sforzo. || In pl. quelli spettacoli ove altri fa prova della sua forza.

Furzatamenti. avv. Per forza: forzatamente.

Furzatedda. dim. dl furzata: lieve sforzo.

Furzatissimamenti, avv. sup. Forzatissimamente.

Furzatu. s. m. Chi è condannato alla galera: forzato.

Furzatu. add. Da forzare: forzato. || Detto di cosa fatta per forza: forzato. || Per furzusu. V. Sup. furzatissimu: forzatissimo.

Furzatuna. accr. di furzata: grande sforzo.

Furzatura. s. f. L’atto del forzare.

Furzaturedda. dim. di furzatura.

Furzatureddu. dim. di forzatore: forzatorello.

Furzaturi. s. m. Che forza: forzatore.

Furzazza. pegg. di forza: forzaccia.

Furzeri. s. m. Scrigno solido e per lo più di ferro, ad uso di serbarvi danaro, gioje, ecc.: forziere.

Furzicedda. dim. di forza.

Furzinu. s. m. T. uccell. Quei legni ove si appiccano le gabbie degli uccelli di richiamo nelle reti.

Furzivu. V. furzusu.

Furzuna. accr. di forza.

Furzusamenti. avv. Con forza: forzosamente.

Furzusazzu. pegg. di furzusu, nel senso di forzuto.

Furzuseddu. dim. di furzusu, nel senso di forzuto.

Furzusu. add. Fatto di forza: forzoso. | Per forzato. Sup. furzusissimu forzosissimo.

Furzusuni. accr. di furzusu, nel senso di forzuto.

Furzutu. add. Di molta forza: forzuto. Sup. furzutissimu: forzutissimo.

Fusa. s. f. L’atto del fondere, e quanto fondesi in una volta: fusione.

Fusània. V. fusària.

Fusara. V. curtigghiara (Rocca).

Fusària o birritta di cardinali o birritta parrinisca. s. f. T. bot. Pianta sempre verde di legno giallo simile al bossolo ma più tenero; usanlo i tessitori per farne oggetti come fusi, ecc.: fusaggine, silio, berretta di prete.

Fusaru. s. m. Colui che fa o vende fusi: fusajo.

Fusazzu. pegg. e accr. di fusu: fusaccio.

Fuscamenti. avv. Oscuramente: foscamente.

Fuscu. add. Colore che tende all’oscuro: fosco. || Nebbioso, caliginoso: fosco. || met. Triste, mesto: fosco.

Fusculiddu. dim. di fuscu, e dicesi del cielo e di liquidi: torbidetto.

Fusìa. s. f. Foglia rimasta dopo rosa dai bachi: rosume di foglia.

Fusìbbili. add. Che può fondersi: fusibile, fusile.