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GAG — 426 — GAL


le calze non ferme ma riboccate e cascanti: calze a cacajuola o a bracaloni. || Prov. la gamma fa zoccu voli lu dinocchiu, chi è meno è ubbidiente a chi è più: la gamba fa quello che fa il ginocchio. || gammi di lu spiruni: le braccia. || mittirisi la strata ’mmenzu li gammi, mettersi a camminar velocemente: mettersi o cacciarsi la via o la strada tra gambe. || mittirisi li gammi ’n coddu, andar velocemente: metterrsi le gambe in capo. || nun haju chiù gammi, dice chi è stanco molto: non ho più gambe.

Gammala, Gammali. s. f. e m. Striscia di cuojo od altro a cui sta appiccata la staffa: staffile. || La forma di legno che s’introduce nel tronco dello stivale: gambale. || La parte dello stivale che fascia la gamba: gambale. || – pri allastigari, assi di legno configurati a forma di gamma su cui piegan la pelle i calzolai: stecche da piegare. || Spezie di calze di lana da contadini. || Una delle due parti che forman i calzoni.

Gammapèu. (A. V. cavu cavuseddu Così in quel di Modica.

Gammaredda. V. gammicedda. || fari gammaredda, attraversar improvvisamente, alle gambe di chi cammina, un piede o altro per farlo cadere: far il gambetto, o la gambetta.

Gammareddu. dim. di gammaru: gamberello, gamberino.

Gammariari. v. intr. Camminar incerto quasi come i bambini: gambettare. || Andar in rovina: andar a gambe levate. || Per arruzzulari V.

Gàmmaru. s m. T. zool. Animale acquatico, piccolo, del genere de’ molluschi, buon a mangiare: gambero. Cancer cammarus L.

Gammaruni. accr. di gammaru.

Gammata. s. f. Percossa di gamba: gambata.

Gammazza. pegg. di gamma: gambaccia.

Gammera. V. gammali al 2º §. || Armatura delle gambe: gambiera.

Gammetta. s. f. Nella frase jucari di gammetta, cercare di scavalcare, nuocere altrui: far gambetto. || T. zool. Uccello di ripa, che si ciba di vermi o insetti marini: gambetta (Mort. traduce: corriere grosso; si consultino le zoologie).

Gammiari. v. intr. Dimenar le gambe: sgambettare, gambettare. || met. Usar coito: scuoter il groppone.

Gammicedda, Gammiceddu. (D. B.) dim. di gamma: gambetta.

Gammigghia. s. f. Quella parte dei calzoni che s’affibbia sotto i ginocchi: cinturino.

Gammillottu. s. m. Tela fatta di pel di capra, e anticamente di cammello: ciambellotto.

Gammiolu. add. Dicesi di chi ha le gambe lunghe: gamberone.

Gammitta. s. f. T. agr. Solco maestro trasversale che serve a ricevere le acque soverchie del campo, acciocchè per via delle bocchette correr possano ne’ fossati con più facilità: capezzàggine.

Gammittedda. dim. di gammitta.

Gammozzu. s. m. Quel raggio che partendosi dal mozzo della quota collega e regge il cerchio di fuori: razza, razzuolo (z dolce in entrambo). || Per gammuni. V., cioè di gambe grosse.

Gammuna. V. gammazza.

Gammunazza, Gammunazzu. pegg. di gammuni: gamberone.

Gammuneddu. dim. di gammuni. || Gamboncello, gambicino.

Gammuni. s. m. Coscia di pollame. || Stelo di pianta: gambo. || Per coscia di porco: prosciutto. || Gamba grossa, varicosa: gamberone.

Gammutu. add. Fornito di buone gambe: gambuto.

Gammuzza. dim. di gamma: gambina. || Gambuccia in ital. sa di sprezzo. || Quella parte dello stelo di sommacco che resta dopo triturato: fuscelluzzo.

Gana. s. f. Voglia grande: gana. || di gana o di bona gana, di buona voglia: di gana o di buona gana. || di mala gana, a mal in corpo: di mala gana. || ’n gana, in propensione, buona disposizione: in buona, in umore.

Ganari. v. intr. Cedere la carta da giuoco al compagno, acciò questi faccia giuoco.

Gancettu. dim. di ganciu: gancetto. || V. ganciteddu.

Gancitanu. s. m. Frate di uno de’ mille corpi parassiti dell’ordini religiosi, ora soppressi.

Ganciteddu. V. gangettu. || Quell’arnese che fisso al muro da una parte, serve a ritener o fermar le imposte che non si chiudano: contraffortino.

Gancitteddu. dim. di gancettu: gancettino.

Gancittuni. accr. di gancettu.

Gànciu. s. m. Uncino per lo più di metallo per afferrar o ritener checchessia: gàncio.

Ganga. s. f. Dente da lato: dente mascellare o molare. || jiri comu li ganghi di mè nannu, di cosa che non istia ferma: tentennare. || Ogni punta della forchetta: rebbio. || ganga di lu pettini, ognuna delle fine punte che ci ha: dente del pettine. || – di vintagghiu: stecche del ventaglio. || – di la pinna: punte o baffi (Tumminello). || – di lu sennu, dente ultimo a nascere fra i 25 o 30 anni: dente del giudizio. || dari ’n ganga, far voglia altrui per lodare, compiacere: dare roselline, piaggiare. || nun essiri pri li ganghi d’unu, non esser cosa da goderla quegli: non esser pe’ denti di alcuno. || E nun aviri ganghi di fari ’na cosa, non esser da ciò: non aver borra di... || jiri ’nto ’na ganga, si dice quando un cibo è troppo poco: non toccar l’ùgola. || A Messina dicono ganga per mascella. || masticari cu du’ ganghi. guadagnar da due parti, e con l’uno e con l’altro: aver mantello da due acque. || a ganga. V. a sgangu. || ganghi di vecchia, specie di pasta: maltagliati; e se è lavorata: sedani grossi o piccoli (a Firenze). Pasq. lo deriva del Gr. αγχο: stringo. In Italiano vi è gangola per glandula; e vi è gangheggiare che è il torcer la bocca come fa il cavallo per dolore. Ciò mostrerebbe poter la nostra voce derivate da glandula, per sim. o per estensione di senso.

Gangalà (A, Gangalalà (A. V. babbalà (a.

Gangalarruni. V. mariolu.

Gangalata. V. gangata.

Gangali. s. m. Mascella dell’animale: ganascia. || V. gangata al 3º §.

Gàngamu. s. m. T. pesc. Sorta di rete da pescare rotonda, larga di bocca, e stretta di fondo, a