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pasciuto vivere a ufo, che però colla soppressione de’ Conventi è lor venuto meno. || viviri macari supra lu gloria patri, si dice a’ beoni che ad ogni briciolo di cibo vi bevon su. || gloria patri si chinaman pure quelle pallottoline più grosse che sono nella corona del rosario: paternostri.

Gloriàrisi. v. rifl. a. Prender gloria di sè e dei suoi fatti: gloriarsi. P. pass. gloriatu: gloriato.

Gloriazioni. (Pasq.) s. f. Il gloriarsi: gloriazione (voce poco usata).

Glorietta. dim. di gloria: gloriuzza.

Glorificamentu. s. m. Glorificazione: glorificamento.

Glorificari. v. a. Dar gloria, chiamar alla eterna gloria: glorificare. P. pres. glorificanti: glorificante. P. pass. glorificatu: glorificato.

Glorificaturi. verb. m. Chi o che glorifica: glorificatore.

Glorificazioni. s. f. Il glorificare: glorificazione.

Gloriusu. V. gluriusu.

Glubbiceddu. dim. di globbu: globetto, globettino.

Glubbu. V. clubbu.

Glubbusità. s. f. Rotondezza: globosità.

Glubbusu. add. Sferico: globoso.

Gluriàrisi. V. gloriarisi.

Gluriedda, V. glorietta.

Gluriusamenti. avv. Con gloria: gloriosamente.

Gluriuseddu. add. dim. di gluriusu: gloriosetto.

Gluriusissimamenti. avv. sup. Gloriosissimamente.

Gluriusu. add. Pien di gloria: glorioso. || Giubilante, giocoso: glorioso. || Che apporta gloria: glorioso. || In pl. e sost. chiamano anche i maccheroni. || gluriusu e triunfanti, si dice di uno sfacciato, p. e.: è tornato in prigione glorioso e trionfante. Sup. gluriusissimu: gloriosissimo.

Gluriuzza. dim. e vilif. di gloria: gloriuzza.

Gn. Spesso si sostituisce alla j, come nell’esempio ogni gnornu per ogni jornu. Specialmente quando la parola che comincia per j sta preceduta dalla preposizione in. V. j.

Gna. Sconciatura di signura, e lo dicon i contadini alle donne loro.

Gnàcchiti. Modo basso o fanciullesco con cui si nega e si sberta.

Gnaccu. V. chiaccu (Rocca).

Gnàchiti. V. gnàcchiti.

Gnacubbatu. add. A guisa di gufo (jacobbu V.).

Gnafàliu. V. curuna di monacu, erba.

Gnanatu. add. Che ha temenza, peritanza: timidoso, peritoso.

Gnappa. V. norma.

Gnàppiti. Nella frase: vèniri gnappiti gnappiti, venire con lentezza: venir lemme lemme (Pasq. dal Lat. gnaviter: posatamente).

Gnardinari. V. ingiardinari.

Gnau. Voce del gatto: gnao, gnau. || gnau babbau, voce finta per indicar paesi chimerici e di scimuniti: goga magoga.

Gnaviatu. V. allegru (Rocca).

Gnefa, Gnefu. s. m. o f. Uomo da nulla, non buono a una cosa: sbercia, bietolone.

Gnegnu. V. incegnu (Rocca).

Gnestra. Parola composta quasi dire in estro, e ai dice della femina: in amore.

Gneu. v. agneddu. A Nicosia.

Gnignalì. s. m. L’animale formato nel ventre della madre: feto; ma s’usa per le bestie vaccine (Sp. ninalo: feto di vacca).

Gnignarìa. s. f. Cianciafruscola, cosa di poco valore: ciammengola (Sp. nineria: bagattella).

Gnignu. add. Crespo, inanellato, si dice de’ capelli: riccio. || Chi ha i capelli ricci: riccio, ricciuto, riccioluto. || In pl. per gnìgnuli. V. || Per agnellino o anco per bambino (Sp. nino). || Prov. cui cu gnigni si curcau, cacatu si livau: chi s’impaccia colle frasche, la minestra sa di fumo. || Per incegnu. V. || E in quel di Noto sta per gigghiu. V.

Gnìgnuli. s. m. pl. Ciocche di capelli ricci: riccio, ricciolo.

Gnignuliari. v. intr. Far carezze, moine: vezzeggiare (Sp. ninear: pargoleggiare). || T. agr. Toglier dal ceppo della vite il fracido e le frasche; levar il seccajone. P. pass. gnignuliatu: vezzeggiato.

Gnignuliaturi. s. m. Strumento per torre il seccajone alle viti: pennato.

Gnignuliddi. dim. di gnignuli: ricciolini.

Gnìgnulu. sing. di gnìgnuli. V. || Per gnignu. V. il 4º §.

Gnignulutu. V. gnignu.

Gnilari. V. gelari. E corrisponderebbe all’ital. ingelare.

Gnimmiddari. v. intr. Usato in poche dizioni, come gnimmeddati cca: vien qui.

Gninucchiari. V. agginucchiari.

Gnirari. V. adirari.

Gnirri. V. ’nghirri.

Gnissamentu. s. m. L’ingessare: ingessamento non è ne’ Vocabolari ital. V. gnissatura.

Gnissari. v. a. Impiastrar con gesso: ingessare. P. pass. gnissatu: ingessato.

Gnissatu. V. gnissamentu.

Gnissatura. s. f. Lo ingessare qualche cosa in un muro o che: ingessatura.

Gnissaturi. verb. m. Quegli che ingessa.

Gnittari. V. jittari. || gnittari la quasetta: avviare la calza, cominciarla e darle forma.

Gnittatina. s. f. Lo avviare e si dice delle calze e lavori simili: avviatura.

Gnoccu, Gnòcculu. s. m. Spezie di pasta a morselletti: gnocco. || met. Si dice ad uomo goffo: gnocco. || Lezî, moine, atti smancerosi: dàddoli, fichi. || Così chiaman alcuni le fave bollite. || Ciocca di capelli pendenti dalle tempia: cerfuglio, cernecchio.

Gnocu. V. jocu. E così tutte le voci che cominciano da j le quali precedute dalla n dànno questo suono.

Gnognò. s. m. Canto del verdone, ossa certo verso nel suo canto: gnògnolo (a Firenze).

Gnognu. add. Che non sa, ignorante: gnorri. || Astuto che fa le cose e mostra di non saperle: fagnone. || fari lu gnognu, fingere di non sapere: far il gnorri, far il nesci. || Tumore nella gola proveniente da ingorgo alle glandule: gonga.

Gnu. Accorciatura di signuri: gnor.

Gnucchïari. V. agginucchiari.

Gnucchiaturi. s. m. Agnese per inginocchiarvisi: inginocchiatojo.

Gnucchitteddu. dim. di gnucchittu: gnocchettino (Tomm.).

Gnucchittu. dim. di gnòcculu: gnocchetto (Tomm.).