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LA — 518 —


La. s. f. Nota musicale: la.

Labbarda. V. laparda.

Làbbaru. s. m. Vessillo presso i Romani: làbaro.

Labbefettatu. (An. Man.) add. Debole, indebolito. È voce lat. però usata dal Redi.

Làbbili. add. Cadevole: làbile. || memoria labbili, che non ritiene: memoria labile.

Labbirintu. s. m. Luogo sì intricato che chi vi entra non trova la via d’uscirne: laberinto, labirinto. E si dice metaf.

Labboratòriu. V. labburatoriu.

Labbrata. s. f. Colpo nelle labbra: labbrata.

Labbrazzu. pegg. di labbru: labbraccio.

Labbriceddu. dim. Labbretto, labbrettino, labbricciuolo.

Labbrinu. V. libbrinu.

Labbru. s. m. (pl. labbra). Parte carnosa, colorita che circonda la bocca: labbro (pl. labbri e labbra). || Orlo di vaso o d’altro: labbro. || – di Veniri. T. bot. V. cicirimigna.|| aviri li labbra caduti, esser vecchio. || fari lu labbru. V. fari lu cucchiaru.

Labbruni. accr. di labbru: labbrone.

Labbrutu. add. Dicesi a chi ha grosse labbra: labbrone, labbracci.

Labbruzzu. dim. di labbru: labbruccio, labbruzzo, labbrino.

Labburatòriu s. m. Luogo disposto per servire alle operazioni chimiche e alle preparazioni farmaceutiche: laboratòrio.

Labburiusamenti. avv. Con fatiche: laboriosamente.

Labburiusu. add. Faticoso, con lavoro: laborioso. || Detto di persona che ama il lavoro: laborioso. Sup. labburiusissimu: laboriosissimo.

Lacca. s. f. Color rosso di cocciniglia: lacca. || Gomma in lagrime che serve per far vernice e ceralacca: lacca. || T. legn. L’orlo o canto smussato d’una tavola onde aviri la lacca: essere smussato.

Laccanìa. s. f. L’esser fiacco: fiacchezza. || Vale anco: chinea, cavallo. Da laccu. V.

Làccara. V. làppara.

Laccaratu. V. allaccaratu.

Laccarazzu. pegg. di làccaru.

Laccaru. s. m. Carne floscia e inconsistente.

Laccarumi. V. laccanìa.

Laccarusu. V. lapparusu.

Laccarutu. V. allaccaratu.

Lacchè. s. m. Servitore che serve a piedi il padrone: lacchè.

Lacchireddu, Lacchirottu. dim. di lacchè.

Laccia. V. alaccia.

Lacciata. s. f. Quella parte del latte rimasta, segregatone il cacio, e di cui si fa la ricotta: siero, latte sieroso, cagliato.

Lacciolu. V. lazzolu. || – ad arcu, arnese da uccellare: archetto.

Laccu. add. (An. Man.) Debole: fiacco.

Lacerari. V. lacirari.

Lacerta. V. lucerta (A. V. ital. lacerta).

Lacertu. s. m. Muscolo del braccio, taglio di carne da macello: lacerto.

Làceru. add. Stracciato; cencioso: làcero.

Laciramentu. s. m. L’atto del lacerare: laceramento.

Lacirari. v. a. Stracciare, rompere senza adoperar arme: lacerare. P. pres. laciranti: lacerante. P. pass. laciratu: lacerato.

Lacirazioni. s. f. Il lacerare: lacerazione.

Laconicamenti. avv. Alla laconica: laconicamente.

Lacònicu. add. Conciso ed energico: lacònico. || avv. Laconicamente: laconico.

Laconìsimu. s. m. Modo laconico di dire: laconismo.

Làcrima. V. lagrima.

Lacuna. s. f. Ridotto d’acqua morta: lacuna, laguna. || met. Voto tra una cosa e l’altra, interruzione: lacuna.

Làdiu. V. laidu.

Làfia, Lafiata. V. millafia.

Laganu. s. m. T. bot. Albero che ha le foglie quasi intere e vellutate di sotto; le spiche nodose: agnocasto. Vitex agnus castus. L.

Lagazzu. pegg. di lagu: lagaccio.

Laghiceddu. dim. di lagu: laghetto.

Lagnamentu. V. sotto.

Lagnanza. s. f. Querela, doglianza: lagno, lagnanza (Tomm.).

Lagnarisi. v. intr. pron. Dolersi, lamentarsi: lagnarsi. P. pass. lagnatu: lagnato.

Lagnusarìa. V. lagnusìa.

Lagnusazzu. pegg. di lagnusu: pigraccio, infingardaccio.

Lagnuseddu. dim. Pigretto.

Lagnusìa. s. f. L’esser pigro o infingardo: pigrizia, infingardìa, infingardàggine.

Lagnusu. add. Chi è tardo a fare per languido volere, o fugge dal lavoro: pigro, infingardo, sbuccione, tirillone (Nerucci); infingardo è difetto dell’animo, rifiuta e scansa il lavoro, non esprime tardezza o difetto corporale come può esprimerlo la voce pigro. || lu lagnusu sempri è nicissitusu, poichè: a voler che il mento balli (mangi), alle man ’gna (bisogna) far i calli. Sup. lagnusissimu, pigrissimo, infingardissimo (Pasq. lo vorrebbe dal Lat. langor quasi langusus. Potrebbe derivare da lagnoso, che si lagna. Però io credo venga dall’antico ital. laniero o lanieroso: molle, dappoco).

Lagnusuni. accr. di lagnusu: pigrone, carnaccia (a Firenze).

Làgrima. s. f. Umore stillato dagli occhi per soverchio affanno di dolore, o d’allegrezza: làgrima, làcrima. || Per sim. gocciola: lagrima. || ’na lagrima, un pochino: uno zinzino, un centellino. || jittari lagrimi comu coccia di favi, pianger a dirotto: piangere a sonagli di sparviero. || Giojello che per ornamento si porta al collo o all’orecchio: pendente. || – di Napuli, spezie di buon vino. || – di la Madonna, spezie di buon vino. || – Cristi. V. lagrimacristi.

Lagrimabbili. add. Degno di lacrime: lagrimabile, lacrimabile.

Lagrimacristi. s. m. Spezie di buon vino del Vesuvio: lagrimacristi.

Lagrimali. add. T. anat. Vasi per cui scorrono le lagrime: lagrimale.

Lagrimari. v. intr. Versar lagrime: lagrimare, lacrimare. || In generale per piangere: lagrimare. || Per gocciolare: lagrimare. P. pres. {{Sc|la-