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Latra. fem. di latru: ladra.

Latrazzu. pegg. di latru.

Latriceddu. dim. di latru: ladroncello.

Latrina. s. f. Luogo comodo, cesso: latrina.

Latru. s. m. Chi toglie la roba altrui: ladro, latro. || – di passu: stradajuolo. || Prov. nun sempri ridi la mugghieri di lu latru, a lungo andare le cose triste le si pagano: non sempre ride la moglie del ladro. || lu latru assicuta lu sbirru, le cose vanno al contrario: lo sbandito corre dietro al condannato; ovvero lu latru è boja e lu rubbatu ’mpisu. || ogni latru veni pri arrubbari, non bisogna illudersi, chè il furbo viene per ingannare e così via via. || lu latru si nun è vistu arrobba, s’iddu è vistu dici ca joca: se se ne avvede me l’abbo, se non se ne avvede me la gabbo, il furbo e il tristo quando sono scoperti negano o coonestano.

Latru. add. Aggiunto ch’esprime cattiva qualità: ladro, latro. || Detto d’occhio e simile, per vezzosa antifrasi, grazioso, bellissimo: ladro, quasi atto a rubare il cuore.

Latrucìniu. s. m. Ruberia: latrocinio.

Latrunazzu. pegg. di latruni: ladronaccio.

Latrùnculu. dim. di latru: ladroncello, ladrùncolo.

Latruneddu. dim. di latruni: ladroncello.

Latruni. accr. di latru: ladrone.

Latrunìggiu, Latrunìzziu. s. m. Ruberia: ladronèccio, ladronèggio.

Lattanti. add. e s. Che dà o piglia latte: lattante.

Lattara. s. m. Colei che vende latte: lattaja. || Detto di una balia o d’una vacca, ecc. che ha buon latte: lattaja, buona lattaja. || T. bot. Sorta di erba colla quale si curano gli sparvieri: lattajuola. Herba lactaria. L. || V. curunedda.

Lattari. s. m. pl. Lacrime che cascano grosse dagli occhi: lucciconi.

Lattariarisi. V. allattariarisi. (Pasq.).

Lattaru. s. m. Colui che vende latte: lattajo.

Lattata. s. f. Bevanda fatta con mandorle o seme di popone e simile peste e stemperate nell’acqua: lattata.

Lattatedda. dim. di lattata: lattatina.

Lattazzìniu. s. m. Vivanda di latte: latticìnio. || Per celia, latino.

Lattera. s. f. Vaso da bevanda di latte e caffè, brodo o altro: tazza, lattiera (Fanf. Casa Fior.). quella da brodo: ciòtola. || Arnese per pigliar topi: tràppola. Così a Catania. Sarebbe corruzione vorrei dire quasi di rattera da ratto per topo.

Latti. s. m. Nutrimento che esce dalle poppe delle femmine partorite: latte. || viteddu, crapettu di latti, che ancora poppa: vitello, capretto di latte. || latti d’oceddu, vale cibo squisito e quasi impossibile a trovarsi: latte di gallina. Per varva di beccu. V. . V. || fitiricci la vucca di latti, per dire che uno è ancora bambino: aver ancora il latte alla bocca. || livari lu latti, divezzare: levar dal latte. || Quell’umore viscoso bianco che esce dal fico acerbo, da’ rami ecc.: latticcio, lattificio. || Calce stemperata per imbiancare: bianco. || latti di niura, latte d’asina nera. || – virginali, infusione di resine nello spirito di vino, che mescolata coll’acqua divien bianca: latte verginale. || – di pullu, uovo dibattuto con brodo e acqua: latte di gallina. || – di canigghia o latti e g....., met. Scipitaggine. || – di terra V. antacitu. || – di mennula, sugo delle mandorle peste e stemperate: latte di mandorle. || fari spiriri lu latti, deviarlo dalle mammelle sì che più non si produca nel seno: cansar il latte (Car. Voc. Met.). || latt’e cafè, o cafè e latti, bevanda di latte e caffè: caffè e latte. || fari viniri lu latti a li c..., seccare, rincrescere, nojare: far venire il latte alle ginocchia. || sucari cu lu latti un custumi ecc.: aver col latte bevuta la cognizione di... (Di Giovanni Vinc.). || latti, T. m. pl. Piccole travi poste per rinforzo fra i travi che sostengono i ponti, parallelamente ai medesimi: latte, baglietti (Car. Voc. Met.). || latti di vecchia, nome d’un rosolio: latte di vecchia. || ciuri di latti V. ciuri (appendice). || essiri latti e sangu, di bella e fresca carnagione: esser di latte e sangue. Onde il saluto: sangu e latti. || frati di latti, chi ha poppato lo stesso latte che un altro: fratel di latte. || scantarisi di la sbrizza di latti e agghiuttirisi un crastu sanu, si dice dei bacchettoni che fingono avere scrupoli dove lor comoda, e poi commettono nefandità senza scrupolo; non dormirebbero se avessero ingojato una goccia d’acqua innanzi la comunione, e poi tranquillamente uccidono moralmente o fisicamente sia Monti e Tognetti, o Ugo Bassi: molti si fanno coscienza di sputare in chiesa, che poi cacano sull’altare; esempio la famigerata setta Lojolesca.

Latticogna. V. masticogna.

Lattigginusu. add. Di colore o sostanza simile al latte: lattiginoso.

Lattilebbra. s. f. Erba campestre che si mangia in insalata: caccialepre. Picridium vulgare L.

Lattimusa. add. Certa pietra bianca, molle, che serve a varî usi di commercio e alla litografia.

Lattinusu. add. Che fa latte, si dice di certe piante che rotte nelle parti tenere dan fuori un umore bianco: latticinoso.

Lattirazza. pegg. di lattera.

Lattiredda, Lattiricchia. dim. Tazzetta, tazzina. || Ciotoletta, ciotolina.

Lattiruna. accr. di lattera: tazzone, ciotolone.

Lattuàriu. s. m. Composto medicinale di varie materie, con zucchero e miele, alla consistenza della mostarda: lattovaro, lattuario.

Lattuca. s. f. T. bot. Pianta di orto nota e buona a mangiarsi: lattuga, lattuca. Lactuca sativa L. || ovu di lattuca, le foglie di dentro congiunte insieme: garzuolo. || Per minna. V. || lattuca sarvaggia: lattuca salvatica o velenosa. || tu manciasti lattuca e io scalora, diffirenza nun c’è semu a la para, si dice quando fra due tristi ci scatta poco.

Lattucazza. pegg. di lattuca: lattugaccia.

Lattuchedda. dim. di lattuca: lattughella (Tigri), lattughina. || – modda. Specie di erba spontanea. Fedia cornucopiae Gaert. || – rizza di giuraniPotamogeton crispum L. || V. sudda caprina.

Lattuchina. s. f. Lattuga nata di fresco.