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MAL — 558 — MAN


Malusbarratu. add. Malfatto: deforme, goffo, malfazionato.

Malusciurtatu. V. sfurtunatu.

Maluscunfittu. add. Urtato, afflitto, deluso: conquiso.

Malusgarbatu. add. Sgarbato, villano.

Malusgarbu. s. m. Cattivo garbo: garbaccio.

Malusmudatu. add. Sgarbato.

Malusuttili. V. malisuttili.

Malutempu. s. m. Cattivo tempo: maltempo. || Nel morale vale avverso, non proprio nel momento: impròspero.

Malutrattu. s. m. Il modo cattivo di trattare: garbaccio, malprocedere, maltrattamento.

Maluvicuinu. s. m. Cattivo vicino.

Maluvidutu, Maluvistu. add. Odiato, veduto male: malvisto, malveduto.

Maluvistutu. add. Vestito male: malvestito.

Maluviventi. add. Malvagio, tristo, di mala vita: malvivente. S’usa anco sost.

Maluvulutu. add. Odiato: malvoluto.

Malva. V. marva.

Malvacìa. V. marvacìa.

Malvaggiu. add. Scelerato: malvagio.

Malvavisca. s. f. T. bot. Specie di malva di fusto più alto e foglie più piccole: malvarischio. Altea officinalis L.

Malvedda. (Rocca e Pasq.) s. f. Stoppa di canapa. S’usa in pl.: suggramoli (a Siena).

Malvetta. V. marvetta.

Malviventi. V. maluviventi.

Malvizzu. V. marvizzu.

Mamà. Così francescamente la classe civile chiama quella che il popolo più italianamente dice, mamma: mamma.

Mamàu. s. m. Voce del gatto: miagolìo. || Per gatto.

Mamini. V. mammana.

Mamìu. V. mamàu.

Mamma. s. f. La madre: mamma. || Donna che allatta od alleva gli altrui figliuoli: bàlia. || fig. Di tutte quelle cose dalle quali si tragga origine: mamma, madre. || Feccia o letto del vino: mamma. || – di vrocculu. V. pedi. || – di s. Petru, si dice a femina avara: scortica pidocchi. || iri a li mammi mammi, andare scegliendo il migliore di checchessia. || essiri la mamma di..., essere nel suo genere la cosa migliore o più grossa: esser la mamma di... || mamma mia! esclamazione: mamma mia! || – cucchiara, donna prosuntuosa, dispettosa: musceppia (a Pistoja). || Prov. la mamma è l’arma, la mamma è l’anima. || la mamma senti lu guai di lu mutu, sente e non può esprimerlo. || cu’ avi mamma nun è orfanu: chi ha mamma non pianga. || zoccu fa la mamma a lu cufularu, fa la figghia a lu munnizzaru, i bambini seguono i costumi dei genitori.

Mammadraga. s. f. Mostro favoloso per far paura ai bambini: befana, biliorsa. || Dicesi a donna corpacciuta e brutta: befana.

Mammaluccheddu. dim. di mammaluccu nel senso di allocco.

Mammaluccu. s. m. Era milizia egiziana formata di schiavi: mammalucco. || Chiocciola senza guscio: lumaca. Limax ater L || Sciocco, baggeo: mammalucco. E noi diciamo anche mammaluccu di preula.

Mammaluccuni. accr. di mammaluccu nel senso di allocco: alloccone.

Mammalucìa. s. f. Sorta di giuoco carnascialesco (Pasq.).

Mammana. s. f. Quella che assiste la partoriente e raccoglie il parto: levatrice, mammana. || Prov. mammana nuvella fa nesciri la criatura di lu ciancu, chi si mette a un nuovo ufficio farebbe qualunque cosa per riuscirvi. || io pri tia nun pagavi mammana, di te non mi cale. || – di mari, pesce: cazzerella.

Màmmata. s. f. Voce napoletana, poco usata da noi: mammatua, màmmata.

Mammella. V. minna.

Mammicedda. dim. di mamma al 3º §.

Mammu. s. m. Chi è deputato a custodire e accompagnar bambini: bambinajo.

Mammulineddu. dim. di mammulinu.

Mammulinu. add. Di bambino affettuoso e attaccato alla mamma o ad altro, da cui non si possa distaccare: cacheroso, mimmoso, mammoino (in Firenze).

Màmmulu. (Perez). V. picciriddu.

Mammuni. V. gattumammuni.

Mammurtina. V. marmuttina. || lu spassu di la mammurtina, in gergo vale avversità: contrattempo.

Mammuzza. dim. di mamma: mammina, mammuccia.

Mamozzia. (Donna. Chi si mischia in tutto e per tutto: ciacciona.

Mamunetti. s. m. pl. T. mar. Estremità di scarmi e di ossature che sopravanzano sopra i castelli e servono per dar volta a’ cavi e alle manovre: manichetti (Zan. Voc. Met.).

Manacciata. s. f. Colpo di manaccia, per lo più colla mano aperta: manata, spiazzone (Nerucci).

Manaja. V. santumanaja.

Manata. s. f. Tanta quantità che possa tenere stringendo una mano: manciata. Se sta nella mano tenuta in concavo senza stringer le dita: manata, menata. || Manna o fastello di paglia o che: manata. || – di spichi: mannello, manìpolo. || Schiera, drappello, quantità di uomini: manata. || T. stamp. Quella quantità di righe che si piglian in una volta, coll’ajuto della stecca, per iscomporre: manata (Car. Voc. Met.). || T. rileg. Una presa di fogli piegati in quel numero che più torna acconcio, per batterli tutti in una volta sulla pietra: mano. || a manati, posto avv., a piene mani: a manciate. || a manati a manati, frequentativo del precedente.

Manatazza. pegg. di manata.

Manatedda. dim. di manata: manatina, manatella, manciatina, manciatella.

Manatuna. accr. di manata.

Manazza. pegg. di manu: manaccia. || fig. Per prodigo.

Manazzuna. accr. di manazza.

Manca. s. f. Sito o piaggia volta a tramontana: bacìo. || La mano sinistra: sinistra, manca. S’usa anco add. || cu la manca o cu ’na manca, vale: agevolmente, di leggieri.

Mancamentu. s. m. Il mancare: mancamento. || Contrario d’abbondanza: mancamento. || Errore, colpa: mancamento. || Imperfezione, di-