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MET | — 588 — | MIA |
Che si piglia a male le cose: permaloso. || Che d’ogni cosa fa caso: casoso.
Mètiri. v. a. Segar le biade: miètere. (A. V. ital. mètere). || Prov. nun mi mitennu nenti cchiù tegnu, si fa dire alla biada, cioè se non si miete a tempo, il grano casca. || cu’ nun po’ metiri, liga, chi non può far quanto vuole, fa quanto può. P. pass. mitutu: mietuto.
Metitura. V. mititura.
Metodicamenti. avv. Con metodo: metodicamente.
Metòdicu. add. Che tratta con metodo: metòdico.
Mètodu. V. mètudu.
Metròpuli. s. f. Città principale: metròpoli. Il prof. Vincenzo Di Giovanni, uomo intendente e competente, assicuravami averio udito dire da contadini.
Mètricu. add. Di metro: mètrico.
Metru. s. m. Unità di misura, che si divide in 100 centimetri: metro.
Mèttiri. v. a. Porre, collocare: mettere. || Spendere: mettere. || Introdurre o far ricevere: mettere. || intr. Detto delle piante, pupullare: mettere. || Cominciar a nascere, a spuntare: mettere, p. e. metter i denti, la barba ecc. || Detto di vestimenti, vestire: mettere. || Scommettere: metter checchessia. || In commercio contribuir la messa per formar il capitale: mettere. || Detto de’ fiumi, sboccare: mettere. || Nel giuoco metter su il danaro: mettere. || rifl. Mettersi. || Entrare: mettersi. || mittirisi a..., imprendere: mettersi a... || mittirisicci tuttu, adoperarsi tutto per fare: far suo potere, mettersi sotto, esservi accanito. || mettiri sutta, umiliare, deprimere: metter basso . || – focu, attizzar lite. || – omini, ordinare che parecchi si affatichino intorno checchessia: sollecitare . || – ’n caudu, porre al fuoco le vivande: metter a fuoco , riscaldarle . || – ’n grazia o in disgrazia, mettere in buono o cattivo concetto: metter alcuno in grazia o in disgrazia . || mettiri a ’nn ordini: metter in pronto o in punto . || – a versu: porre in assetto ; far sì che altri faccia il proprio dovere: fare arar diritto . E mittirisi a versu, agire assennatamente: metter cervello . || mettiri in testa , persuadere: metter nel capo . || || – di cuscenza , offender la cos cienza: mettere di coscienza . || – ’n canzuna , burlare: metter in novelle . || – ’m musica , adattare alle parole la musica: metter in musica . || – ’m prattica , praticare: metter in pratica . || – ’m puntu , o ’m puntigghiu , piccare: metter al punto . || – mali o puncigghiuna , irritar uno contro altro: metter male . || mittirisi a criatu , a giuvini , a patruni , a garzuni , andar a stare come servitore: acconciarsi o mettersi per servidore , porsi con alcuno , aggarzonarsi . || mettiri all’arti , insegnar un bambino ad un’arte: avviare , porre uno a un’arte . || – a li celi , lodare: metter in cielo . || mettiri a li viti : costrignere , distrignere , importunare . || – a mazzu , far poco conto: metter in non cale , batter a fascio . || – a solu , appianare: atterrare . || mettiri di lu so , scapitare: metter del su o. Vale anche aggiunger la frangia a ciò che si racconta: metter di bocca . || Questo verbo si usa per piantar un’ipotesi p. e. mittemu ca io issi dda: mettiamo che io andassi là o poniamo caso. || Per cominciare p. e. mettinu a viniri li tunni: comincian a venire i tonni. || mittirisi cu unu, provarsi, contendere e anco azzuffarsi con alcuno: porsi con alcuno. || nun mittirisi pri picca, non mettersi a checchessia per poco: non uccellar a pìspole. || mettiri unu a la strata, mostrare la via: metterlo nella via. Vale pure, levargli il da vivere: mettere in sul lastrico. || mettiri di banna, conservare, accumulare: porre da parte. E vale pure tralasciare: metter da banda. || – la tavula, apprestar la mensa: metter la tavola. || – manu, cominciare: metter mano. || mettiri putìa, aprir bottega: far bottega. || mettiri sennu, rinsavire: metter cervello. || metti o menti pri mia, modo di ripigliarsi nel raccontar checchessia volendo correggersi. || mettiri boni paroli, fare rappaciare: metter bene. || mettiri unu a li tri vuci, porlo in cantona: metterlo in novelle. || misi a fari chi diu nni libbra: cominciò a far il diavolo. || mittirisi a tavula, andar a desinare: mettersi a tavola. || mittirisi ’n testa, voler fare, ostinarvisi: ficcarsi in capo. Vale pure determinarsi: porsi in cuore. || mettiri, per paragonare, confrontare: porre. || Per piantare: porre. || mettiri amuri: porre amore. || – in opera, in esecuzione: porre in opera, in atto. || – la tuvagghia, stender la tovaglia della mensa: apparecchiare. || mettiri lu ferru, chiudere una porta o finestra col paletto: tirar il paletto; e mittirisi lu ferru, cioè chiudersi col paletto da dentro: tirarsi il paletto. P. pass. mittutu e misu: messo.
Mètudu. s. m. Modo di fare con ordine: mètodo. || Stile, usanza, costume: mètodo.
Meu. s. m. La voce del gatto: miao. || T. bot. Sorta d’erba alpestre, delle ombrellifere: meo, meu, finocchiana. Aethusa meum L.
Meu. pron. poss. Mio. || s. La mia proprietà: il mio. || Prov. nun cc’è nè tò, nè meu, tutto è in comune, non v’è nè tuo, nè mio.
Mèusa. s. f. Viscere del corpo, posto a sinistra del ventricolo: milza. || V. mastramèusa. || Per berretta, nel Catanese. || fari la meusa, burlare, sojare: dar la quadra.
Mezzaporti. V. purteddu.
Mezzu. V. menzu. || V. mizzuddu.
Mezzujornu. V. menziornu.
Mi. part. Si pone in vece di mia (me) per espri- mere il terzo e il quarto caso: mi. || Talora è particella riempitiva: mi. || Affisso ai verbi, fa: mi. p. e. darimi: darmi; così anche preposto, p. e. mi voli: mi vuole. || Salvo non segua la part. nni, come dariminni, che allora vi corrisponde me, darmene. || Si prepone alle particelle ti si cci vi: mi; però preponendosi alla particella nni, fa: me, p. e. minni vaju: me ne vado. || Quando si prepone alle part. lu, u, li, i, la, a, in ital. fa me. p. e. mi lu fici o m’u fici: me lo fece.
Mia. pron. Voce del pron. io, nei casi obliqui: me. || Quando si prepone alle particelle lu, li, la ecc. si cambia in mi: me. || io pri mia, quanto a me: io per me, modi usati nel discorrere. || a mia com’a mia, secondo ciò che penso io: a me come a me. p. e. la tale è brut-