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menare (ass.), o menar un pugno. || Condurre: menare. || Unirsi o usar carnalmente: menare una fanciulla p. e. cu’ asinu caccia e b...... mina. V. in asinu. || Agitare, muovere, in senso osceno: menare. || intr. pron. minarisi, sapersi distreggiare: barcamenarsi, sapersi menare. || minarisilla, oltre il senso cattivo, vale pure perder il tempo oziando: gingillarsela, baloccare. || Salomone da Lentini ha: minari pri palora, aggirare alcuno, dar parole: menare uno con parole. Frase oggi da noi non molto in uso. || nè ciuscia, nè mina, non fa nè contro nè prò: esser come la merda dell’allocco. || cu’ mina, mina pr’iddu, ognuno fa per sè: ogni gallina raspa a sè.

Minata. s. f. Il menare in senso laido: sega. || Detto ad uomo poco valente nella sua arte: scagnozzo, bercia. Ovvero buon a nulla: dappoco. || Detto di cosa vile o mal fatta o poco buona, o simile: sega, ciarperia, minchioneria. || Per bagattella, cianciafrùcola. E si dice p. e. essiri na minata di nenti: esser una biccicucca, o una biccicucca da nulla (Rigutini). || Da minare, il minare, mina.

Minatedda. dim. Seghetta (in Toscana).

Minateddu, Minatizzu. add. dim. Alquanto usato, un po’ sciupato.

Minatu. add. Da menare: menato. || Da minare: minato. || Non nuovo: usato, menato (Buscaino porta un esempio del Boccaccio della voce menato per usato). Sup. minatissimu: usatissimo.

Minaturi. verb. m. Chi o che mina: minatore –trice. || sost. V. muscaloru.

Minazza. V. minaccia e seguenti.

Minazzari. V. amminazzari.

Mìnchia. s. f. Il pene: cazzo, minchia. || Pesce di vario colore: minchia di re. || Per ispregio si dice ad uomo: minchione. Dell’istesso modo si dice; minchia cull’occhi: un pezzo di carne cogli occhi, bischerone. || cosi fatti a minchia, mal fatte: alla sciamannata. || Esclamazione: cazzo! (Anco in marineria la parte di un albero che incastra chiamasi minchia).

Minchiata. Voce oscena. Colpo di minchia. || Per minata nel 2º e 3º §. || V. malaminchiata.

Minchialazzu. pegg. di minchiali.

Minchialeddu. dim. di minchiali.

Minchiali. V. minnali.

Minchiazza. pegg. di minchia.

Minchiunàggini. s. f. Azione o costume da minchione: dabbenaggine, grullaggine, minchionaggine.

Minchiunarìa. s. f. Motto o detto da minchione: dabbenaggine, grullerìa, minchionerìa. || Corbellerìa, sproposito, errore: pàpera, minchioneria. || Cosa di poco valore: ciarperia, minchioneria. || Per deliquio, svenimento.

Minchiunata. V. cugghiuniata.

Minchiunazzu. accr. di minchiuni: minchionaccio, dabbenaccio.

Minchiuneddu. dim. Minchioncello, dabbenino. || Per birichino.

Minchiuni. (pl. minchiuna) add. Balordo, sciocco: minchione, dabbene, ciofo. || Per minchia V. || fari lu minchiuni, far vedere di essere sciocco: far lo gnorri. || aviri o nun aviri minchiuni di fari, essere o non esser capace di fare: esser o non esser buzzo o fegato di fare. || Prov. cu’ nasci minchiuni minchiuni mori: ciò che è per natura, sino alla tomba dura.|| fari lu minchiuni pri nun pagari la tassa, dicesi di chi per qualche fine s’infinga sciocco: bisogna far il minchione per non pagar gabella. || Esclamazione: minchione! corbèzzole! E anche per dire molto, assai, in esclamazione: a modo! || minchiuni minchiuni, a mo’ di minchione. Vale pure cheto cheto.

Minchiuniari. v. a. Burlare: minchionare. || nun ci minchiunìa, si dice di chi è valente in checchessia, non canzona: non minchiona. P. pass. minchiuniatu: minchionato.

Minchiuniata. s. f. Il minchionare: minchionatura.

Minchiuniscamenti. avv. Scioccamente, balordamente.

Minchiuniscu. add. Alquanto minchione: soro, sempliciotto.

Minchiunutu. add. Eccellente, buono nel suo genere: pottajone (add.), smàfero.

Mincici. V. millafi.

Mindicari. V. minnicari e seguenti.

Minera. s. f. Luogo d’onde si estraggono metalli, fossili ecc.: miniera. (A. V. ital. minera).

Minerali. s. m. Materia di miniera: minerale. || add. Di o da miniera: minerale.

Minestra. s. f. Vivanda di pasta con legumi o verdura o altro: minestra. In italiano però minestra è generale di paste, riso, brodo ecc. meno la zuppa che è pane e brodo. || – virdi, composta di erbe, carne, prosciutto ecc: verzino. || – minuta, di erbe cotte e tritate: minuto. || – scafata o riquadiata, met. apparente affezione, formalità: piaggerìa. O cosa raccontataci, ma che sia cosa antica: cosa rifritta. || – ca crisci: minestra accrescitiva (An. Cat.). || V. in finestra un prov. e un altro in gattu.

Mìngara. s. f. Quella sdegnosità che suol venire ai bambini allor quando hanno voglia di dormire: scorruccio. (Pasq. dal Gr. μῆνις ira e ἄγρια: feroce). || Cascaggine del sonno.

Minghiozzu! Esclamazione: minchioni! cocuzze!

Mingra. V. mingara.

Mingrània. s. f. Dolor di testa che piglia metà del cranio: emicrània.

Mingriarisi. V. alliticarisi. (Da mingra V.).

Mìnguli. V. tringuli.

Miniari. v. a. Dipingere cose piccole, finite e per lo più ad acquerello: miniare. P. pass. miniatu: miniato.

Miniateddu. add. dim. Alquanto miniato, finito.

Miniatura. s. f. Pittura miniata: miniatura. || Si dice di bellezza gentile. || L’atto del miniare: miniatura.

Miniaturedda. dim. di miniatura: miniaturina.

Miniaturi –trici. verb. Chi minia: miniatore –trice.

Minicarìa. V. millàfi.

Minicuccu. V. caccamu.

Miniera. V. mìnera.

Mìnima. s. f. Una delle figure e note musicali del valore di mezza battuta: mìnima.

Mìnimu. add. sup. Il più piccolo: minimo. || Detto di persona, del basso volgo: popolino. || un minimu cchi... la più piccola cosa: un minimo che... || minimi, era un ordine fratesco: minimi. Sup. minimissimu.

Mininchiu. s. m. Il mangiare, il pasto: desinare.