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OTT — 681 — OZZ


Òttimu. add. sup. di buono: òttimo. Sup. ottimissimu: ottimissimo (benchè di rigore sarebbe errore).

Ottina. V. uttina.

Ottiniri. V. ottèniri.

Ottoggenariu. (Mort.) V. ottantinu.

Ottu. Nome numerale, appresso il sette: otto.

Ottuaggenariu. V. ottantinu.

Ottubbri. s. m. Il decimo mese dell’anno: ottobre. || Prov. ottubbri voli semina e vinnigna, scegghi li jorna e grattati la tigna, ottobre vuol seminato e vendemmia, scegli i giorni e mettiti in confusione.

Ottucentèsimu. add. Che contiene e compisce il numero di ottocento: ottocentesimo.

Ottucentu. Nome numerale che contiene otto volte cento: ottocento.

Ottugrana. s. m. Moneta che valeva quanto ora diciassette centesimi.

Ottugranata. s. f. Una quantità di roba che costi otto grani.

Ottugranedda o Otturanedda. Pagnotta del valore di otto grani, pari a 17 centesimi.

Ottuni. s. m. Metallo che è rame fuso con una specie di terra detta giallamina la quale gli dà un color d’oro: ottone. || – filatu: saltaleone.

Otturamentu. s. m. L’atto e l’effetto dell’otturare: otturamento.

Otturari. v. a. Turare: otturare.

Otturateddu. dim. di otturatu.

Otturatu. avv. Turato: otturato. || Di luogo bene riparato dall’aria fredda.

Ottusamenti. avv. In modo ottuso: ottusamente, ottuso.

Ottuseddu. dim. di ottusu: ottusetto.

Ottusità. s. f. Qualità e stato di ciò che è ottuso: ottusità, ottusitade, ottusitate. || Materialità, grossezza d’ingegno: ottusità.

Ottusu. add. Opposto di acuto, che non è appuntato: ottuso. || Detto di angolo maggiore del retto: ottuso. || Detto d’ingegno che dura fatica a concepire, tardo ad apprendere: ottuso. Sup. ottusissimu: ottusissimo.

Ottùviru, Ottuvru. V. ottubbri.

Otu. V. autu. Più. vicino al Fr. haut.

Oturi. V. auturi. Più vicino al Fr. auteur.

Ovali. add. Di figura a somiglianza dell’uovo, ellittica: ovale. Sup. ovalissimu: ovalissimo.

Ovali. s. m. Cosa di figura ovale: ovato.

Ovalora. s. f. Organo nella femmina, in cui son i germi quasi delle uova: ovaja.

Ovannunnati, Ovariu. V. sopra.

Ovateddu. s. m. dim. di ovatu: ovatino. || add. di ovato.

Ovatta. s. f. Cotone disteso, spessato con albume, che serve tra il panno e la fodera d’un vestito: ovatta. || Coperta da letto: coperta di lana, o pannolano come lo chiama Fanf. nella Casa Fiorentina, ecc.

Ovattari. v. a. Metter l’ovatta ai vestiti: ovattare. P. pass. ovattatu: ovattato.

Ovattata. s. f. L’azione dell’ovattare.

Ovattateddu. add. dim. di ovattato.

Ovatu. s. m. Spazio di figura ovale: ovato. || add. V. ovali: ovato.

Ovazzioni. s. f. Trionfo minore presso i Romani: ovazione.

Overa. V. uvera.

Overu. Lo stesso che o: ovvero.

Òvest, Òvesti. s. m. Ponente, occidente: ovest.

Oviceddu. V. uviceddu.

Ovili. s. m. Luogo dove si racchiudono le pecore: ovile.

Ovu. s. m. Parto di diversi animali, dove si racchiude il germe del nuovo essere: uovo, ovo; ass. s’intende quello de’ volatili e specialmente della gallina: uovo. || – nunnatu, imperfetto e non partorito: uovo non nato (Car. voc. Met.). || – cuvatizzu, un po’ putrefatto: uovo bògliolo, boglio, barlacchio, barlaccio. || – di cuntu, non iscelto, da dozzina: da serqua. || – a cassatedda: uovo in padella, o affrittellato. Onde il verbo: affrittellare. || – friscu: uovo fresco. || – battutu: uovo sbattuto. E battutu cu lu vrodu: brodetto. || – ciurusu, non duro, cotto che resti tenero: uovo a bere, e se un po’ rappreso: bazzotto. || – duru, cotto che si rapprenda: uovo sodo. || – pàparu o pàpulu. V. pàparu. || – di canna: cannocchio, uòvolo, nel plur. barbocchi. || – di tunnu, ovaia del tonno seccata: uovo di tonno, bottarga. || – di lattuca, di cavulu cappucciu, e simili, cesto interno e tenero: garzuolo, grùmolo. || – di surfaru, deposito solitario di zolfo, non già vena o strato continuo (Tavella). || – di cacocciula, i polloni del cardo che sotterransi per gettar a suo tempo: cardoncello. || – di l’occhiu: il globo dell’occhio, bulbo. || – di marmu, uovo di pietra, o che, il quale si lascia per segno alle galline di far l’uovo in quel sito: èndice. || – cu lu triddinari o ovu di gaddu: gallato. || – in tianu, o ruttu all’acqua: uova al tegame. || – addimuratu o passatu: uovo scemo, stantìo. || – affucati, o rutti all’acqua, fatti in molta salsa ecc.: uova affogate. || – di gula. V. alimeddi. || – a frocia: frittata. || – di Pasqua: uova di Pasqua. || jittari l’ova di l’occhi, vomitarsi. || scarpisari ova, camminar lentamente: andar piè ciocci o posa pari o tasta lastre, spiaccicar ragni. || essiri chinu com’un ovu, sazio: rimpinzato. || megghiu oi l’ovu ca dumani la gaddina, meglio il poco oggi, che l’assai a domani: è meglio un uovo oggi, che una gallina domani. || essiri comu l’ovu, ca cchiù coci e cchiù ’ndurisci, si dice di chi crescendo o volendosi educare intristisce: far come le uova che più le bollon più le assodano. || ovu d’un’ura pani d’un jornu, vinu d’un annu, nun ficiru mai dannu: uovo d’un’ora, pane d’un giorno e vin d’un anno. || V. in pilu un prov.

Òvulu. s. m. Membro d’architettura: uòvolo. || Spezie di fungo: uòvolo (Perez).

Ovviari. v. a. Impedire, rimuovere: ovviare.

Òvviu. add. Ordinario; facile a venir in mente: òvvio.

Ozarì. V. arari, e precisamente la prima aratura: rompere. (A S. Giovanni di Cammarata).

Ozziari. v. intr. Star in ozio: oziare.

Òzziu. s. m. Vizio di non occupare il tempo, e l’atto di star così: ozio. || Agio, quiete, comodo: ozio. || Prov. l’ozziu è causa (o patri) d’ogni vizziu o capizzali di lu dimoniu: l’ozio è cau- (