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PAP — 695 — PAR


Papiceddu. dim. di papa: paperòttolo, papecchiotto (Rigutini).

Papigghiotti. s. m. pl. Pezzetti di fil ferro fasciati di cotone, nel quale si avvolgono strettamente altrettante ciocchette di capelli: diavolini. (Fr. papillotes: diavolini).

Papilla. s. f. Nome di certe piccole protuberanze sulla superficie della pelle: papilla.

Papillusu. add. Che ha papille: papilloso (Mort.).

Papilluzza. dim. di papilla: papilletta.

Pàpira. V. papara.

Papiru. s. m. Pianta delle foglie della quale si servivano gli antichi a scrivere: papiro.

Papiscu. add. Da papa: papesco.

Papìsimu. s. m. Voce di spregio per significar la comunione dei papìsti: papismo.

Papissa. fem. di papa: papessa.

Papissu. V. papassu. || Per forestiere.

Papista. add. Seguace del papa: papista.

Papizzari. v. intr. Essere in predicamento di papa, esser papa: papizzare.

Papocchia. V. ’mpapocchia.

Papoccia. V. papuccia.

Pappa. s. f. Pane cotto in acqua, in brodo e simile: pappa. || Per pane, voce puerile: pappa. || pappa cucinedda, pane fatto in minutissimi pezzi, o altro similmente tritato. || pappa e lettu, balordo, fannullone: essere una pappa tiepida.

Pappaficu. s. m. La più alta delle tre parti che formano l’altezza dell’alberatura di una nave: pappafico.

Pappafunnu. s. m. Ogni astuccio di cuojo fisso ai lati anteriori della sella che servono a porvi le pistole: fonda.

Pappagaddu. s. m. T. zool. Uccello indiano, di varie grossezze e varî colori, impara ad imitare la favella umana: pappagallo. Psittacus L. || parrari comu lu pappagaddu o a vucca di pappagaddu, parlare senza sapere quel che si dica: dire o ripetere le cose a pappagallo, favellar come i pappagalli. Vale anche ridire quel che da altri sia stato imboccato.

Pappagadduzzu. dim. di pappagaddu: pappagallino (in Firenze).

Pappajanni. V. papajanni.

Pappalu (Vinci) V. papaleu.

Pappameli. s. m. T. bot. Pianta che ha le foglie abbraccianti, il caule fatto a metosa o a spatola; il fiore pieno di miele: cerinta. Cerinthe major L.

Pappannaca. s. m. e f. Per avvilimento dicesi a giovane leggiero e di poco giudizio: fraschetta. (Da pappa e naca, quasi bambino ancora da pappa e culla).

Pappannacchiu. s. m. Una cosa qualunque: ciammèngola, ciarpa. || (Minutilla) facci un pappannacchiu ecc.... fagli un elmo.

Pappata. s. f. Quantità di cosa che viene a un tratto e passa, come vento, afa ecc: folata. || Sbuffo di fiato puzzolente e simile: tanfata, zaffata. || pigghiari ’na cosa a pappata, con avidità, smoderatamente. Vale anche caricarsi di affari da restarne sopraffatta: acciaccinarsi. || Per una certa somiglianza, un’aria.

Pappataci. s. m. Chi soffre cose vituperevoli e tace, perchè vi trova il suo utile: pappatace.

Pappàtula. (Vinci) V. pupa.

Pappatedda. dim. di pappata: zaffatina.

Pappatuna. accr. di pappata.

Pappicedda. dim. di pappa: pappina.

Pappiribbella. s. m. Si dice ad uomo ridicolo, sciocco, come a dire pulcinella.

Pàppiti. V. pànfiti.

Pappulu. V. babbasuni.

Pappuna. accr. di pappa: pappona. || fem. di pappone: pappona.

Pappunarìa. s. f. Ingordigia, ghiottornìa.

Pappunazzu. accr. e pegg. di pappuni: papponaccio (in Firenze).

Pappuneddu. dim. di pappuni.

Pappuni. add. Di chi mangia assai, ingordo: pappone, pappolone. || pinna pappuna, quella piena di sangue, che dicono impedisca il rigogliar de’ polli.

Papuccia. s. f. Spezie di pianella alla turca: papuccia, babbuccia.

Papucciana. V. papuzzana.

Pàpula. s. f. Quel rigonfiamento di pelle, cagionato da scottatura o infiammazione: vescica, bolla. (Sp. papula: tumore nella gola. Fr. papule: pustola). || papuli papuli, pien di bolle, tutto gonfiato.

Papuliari. V. avvampari. || papuliarisi ’na cosa, rifl. a. Farla sua, mangiarla o pigliarla con ingordigia: papparsi una cosa, scuffionarsela.

Papulicchia, Papulidda. dim. di papula: vescichetta, bollicina.

Pàpulu. V. pàparu.

Papulusu. add. Pien di bolle o vesciche: bolloso, vescicoso.

Papuneddu. dim. di papuni: in tutti i sensi.

Papuni. Corruzione di vapuri. || Specie di omnibus o carrozza da viaggio a due ruote. || Per vagò. || essiri lu papuni, esser il primo, il principale: esser il papasso. || add. Ottimo, eccellente. || E dicesi a trottola, che presa in mano, giri leggiera.

Papurata. V. pappata nel § 2 quasi dire: vaporata.

Papuscia. V, papuccia.

Papuzza. V. sotto. || È altro insetto che si genera ne’ dolciumi invecchiati: bacolino.

Papuzzana. s. f. Insetto che rode i legumi: tonchio, gorgoglione, (papècia per farfalla ha il Redi).

Para. pl. di paru: para, paja. Sta pel singolare e allora fem. p. e. una para, una coppia, un pajo. || a la para, posto avv. di coppia, di pari, uno accanto all’altro e simili: al pari, alla pari. E vale anche ugualmente: del pari. || Locale ove si racchiudon gli agnelli.

Parabbòlicu. add. Che ha figura di parabola: parabòlico.

Parabbordu. s. m. T. mar. Ogni riparo con che si cinga esteriormente il bordo di una barca: parabordo (Car. Voc. Met.).

Parabbotti. s. m. Arnese di cui si cinge il capo del bambino, acciocchè cascando non si faccia cimbottoli: cèrcine.

Paràbbula. s. f. Favellamento per similitudine e per via di allegorie: paràbola. || Favola, trovato, invenzione, vanità: parabola. || Figura prodotta da una delle sezioni del cono: parabola.

Parabbulanu. s. m. Ciarlone, chiaccherone: parabolano.

Parabbulusu. add. Parabolano: paraboloso.

Paracaduti. V. parabbotti. || Strumento ad uso