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vero: il peggio passo è quello dell’uscio. || ogni principiu havi lu so fini, ogni cosa vien a finire.

Principottu. dim. Principe di poco Stato e arrogantello: principotto.

Principuni. accr. di principi: principone.

Principuzzu. dim. e vilif. di principi: principuccio.

Prìndiri. V. A. per pigghiari V.

Prinizza. s. f. Lo stato d’una femmina pregna: pregnezza || E delle donne: gravidanza. || V. in amuri un prov.

Prinuliddu. add. dim. di prenu V.

Prinzi. s. m. Sorta di lattovaro oggidì poco usato (Mort.).

Prinzu. s. m. Pezzo di legno che si batte con mazza (Verdone).

Priolu. add. Colui che ne’ magistrati o corpi municipali tiene il primo luogo: priore (add.).

Priparamentu. s. m. L’atto del preparare: preparamento.

Priparari. v. a. Apparecchiare avanti: preparare. || T. med. chim. ecc. Rendere alcune sostanze medicamentose in tali condizioni che siano pronte all’uso: preparare. || rifl. a. Far ciò che è necessario per poi riuscire a ciò che uno si propone: prepararsi. || Provvedersi di checchessia: prepararsi di... (Fagiuoli ha: priparare). P. pass. priparatu: preparato.

Priparata. s. f. L’azione del preparare: preparata.

Priparatedda. dim. di priparata.

Priparateddu. dim. del part. priparatu.

Priparatina. V. priparazzioni.

Priparatissimu. add. sup. di priparatu: preparatissimo.

Priparativu. s. m. Ciò che si prepara a o per checchessia: preparativo (è voce ripresa da alcuni, difesa e usata da altri), apparecchio, preparamento.

Priparativu. add. Preparatorio: preparativo.

Priparatoriu. add. Che prepara, atto a preparare: preparatorio.

Priparatu. s. m. T. chim. ecc. V. priparazzioni. || Per priparativu V.

Priparaturi –trici. verb. Chi o che prepara: preparatore –trice.

Priparazzioni. s. f. Il preparare: preparazione. || T. chim. farm. ecc. La confezione de’ rimedî, medicinali; materie per esperimento ecc.: preparazione. || Parte del corpo animale resa atta allo studio, all’esame ecc. degli anatomisti: preparazione.

Priparazziunedda. dim. di priparazzioni.

Pripositu. V. propositu.

Priputenti. add. Che può più degli altri: prepotente. || Soverchiatore: prepotente.

Priputenza. s. f. Il potere più degli altri: prepotenza. || Soverchieria: prepotenza.

Priputinziedda. dim. di priputenza.

Priputinziuna. accr. di priputenza.

Prisa. s. f. Da prendere, il prendere: presa. || Detto di medicina, quella quantità di essa, che si piglia in una volta: presa. Si dice anche di altre cose come tabacco ecc: presa. E anco di ciocolata, di caffè ecc. || Luogo o parte onde si prende o si acchiappa con mano checchessia: presa. || Quel riparo posticcio di terra o altra materia, che si frappone nei fiumetti per distornare il corso dell’acqua e farla correre dove bisogna. || E per sim. il luogo e apertura donde deriva l’acqua da un fiume mediante uno scaricatojo in un canale: presa. || Assodamento e attacco di calcina, gesso, colla o altro, che nello asciugarsi si consolida: presa. || Tutta quella quantità di preda che, si piglia cacciando, uccellando ecc.: presa. || La espugnazione di una città o di una fortezza: presa || L’azione di prendere un legno nemico; ed anche lo stesso legno preso; presa. || fari prisa. far preda: predare. || met. Commettere qualche fallo nascostamente, che però non si tarderà a scoprire: misfare. || E dicesi anco dell’assodarsi che fa la colla a fine di unire gli oggetti incollati: far presa. || scuttari li mali prisi: pagar il fio.

Prisagghia. s. f. Funicella che lega e stringe le bisacce e simili: tirella. (Così spiega Perez). || prisagghi di mitra, cunserti ecc: pendone. || prisagghia di scarpi: stringa (Mal.).

Prisagghiedda. dim. di prisagghia.

Prisaggiu. V. presaggiu.

Prisari. v. a. Chiappare, pigliar prigioniere: catturare. Da prisa.

Priscialoru. V. prisciariddusu. || V. anco primintìu.

Prisciariddusu. V. frittulusu.

Priscìnniri. V. prescìnniri.

Prisenti. add. Che è al cospetto, o nello stesso tempo nel quale si parla: presente || Quel tempo del quale si parla: presente. || Quello di chi si tratta: presente. || a lu prisenti, presentemente: al presente. || prisenti, in forza di preposizione, alla presenza, in presenza: presente.

Prisenti, s. m. La cosa che si presenta: presente. || T. gram. Tempo presente: presente. || prisenti tantu laudatu è menzu pagatu: chi troppo loda il regalo si leva quasi l’obbligo. || li prisenti su chiddi chi placanu l’omu, è chiaro.

Prisentimenti. avv. Di presente, ora: presentemente.

Prisenza, Prisenzia. s. f. L’esser presente: presenza. || Cospetto: presenza. || Aspetto apparenza: presenza. || in prisenza, a la prisenza, dinanzi, al cospetto: in presenza, alla presenza. || di prisenza, in persona: di presenza. || di bella prisenza, di bello aspetto: di bella presenza. || essiri comu la prisenza di Diu, modo prov. trovarsi presente da pertutto, anco importunamente: essere come la mortella che si trova in tutte le festicine. || Prov. cu’ in prisenza ti timi, in assenza t’offenni: chi ti loda in presenza, ti biasima in assenza.

Prisèpiu. s m. Propriamente quella stalla dove nacque G. Cristo: presepio. E la imitazione di quella che si fa in pittura, scultura ecc.: presepio, capannuccia.

Priserva. V. vracali.

Prisgi. V. puddicinu, in Nicosia.

Prisicedda. dim. di prisa: presina, preserella.

Prisidenti. V. presidenti e derivati.

Prisintamentu. s. m. L’atto del presentare: presentamento.

Prisintari. v. a. Porgere, dare: presentare. || Accostare: presentare. || Far donativo di cose