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Purrettu. s m. Quelle piccole escrescenze dure, insensibili, che nascono per lo più nelle mani: porro.

Purrina. V. purretta.

Purritteddu. dim. di purrettu: porrinella (in Pistoja).

Purrittusu. add. Pien di porri: bernoccoluto (Mort.).

Purritu. V. fradiciu. (Fr. pourri: fracido).

Purritumi. V. fradiciumi.

Pursatilla. V. pulsatilla.

Purtabbili. add. Atto a essere portato: portabile.

Purtaleddu, Purtalettu. dim. di purtali: tendinina.

Purtali. s. m. Quel velo o altro che si mette agli sportelli o simile, in modo che si possa tirare o alzare: tendina. || Quello che si mette agli usci: portiera, usciale.

Purtalinu. V. purtaleddu.

Purtaluni. accr. di purtali.

Purtamentu. s. m. Il portare: portamento. || Portatura d’abito o di persona: portamento. || Modo particolare di operare o di procedere: portamento.

Purtaminteddu. dim. di purtamentu.

Purtanti. s. m. Andatura del cavallo, asino o mulo, a passi corti, veloci e in contrattempo: portante, ambio, ambiadura. || iri di purtanti. V. purtantiari.

Purtantiari. v. intr. Camminare col passo del portante ossia dell’ambio: ambiare.

Purtantiaturi. add. Che va col passo dell’ambio: ambiante.

Purtantina. s. f. Lettiga portata da due uomini, bussola: portantina.

Purtari. v. a. Trasferire una cosa da luogo a luogo reggendola, tenendola o altrimenti: portare. || Comportare, reggere: portare || Addurre, allegare: portare. || Condurre, detto di strada: portare. || Condurre, menare: portare. || Importare, giovare: portare. || Esigere, richiedere, esser di natura o proprietà di una cosa: portare. || Cagionare: portare. || Generare, produrre: portare. || intr. Detto delle bestie, soffrire la soma. || ass. Portar presenti o regali: portare. || Indurre, incitare: portare. || purtari ad unu, proteggerlo: portare, che diciamo anco purtarilu di beni. || purtari ’nciò, ’nciò, o ’n chianta di manu, proteggere: portare chicchessia in palma di mano. || purtari armi, esser armato: portar armi. || – beni l’anni, esser prospero in età avanzata: portar bene gli anni. || essiricci purtatu a ’na cosa, essere ad essa inclinato: essere portato ad una cosa. || purtari ’n coddu, in braccio, o sulle spalle, addosso: portar in collo. E fig. soffrire con calma e rassegnazione: portar in pace. || – odiu, amuri ecc., odiare, amare: portar odio, affezione. || – ’m paru, trasferire una cosa in maniera che non soffra: portar pari. || – pariri, aver un parere: portar un parere. || – a longu, indugiare: menar per le lunghe. || – ’n friscu, far perder il tempo: tener a bada. || – ’m bucca, palesare indovutamente: svesciare. || – a luci, partorire bambini prosperi; e il contrario nun purtari a luci: sperdere. || purtari beni o mali una cosa, indirizzarla con giudicio, sennatezza, o no: portar bene o male checchessia. || purtari la pena, essere punito: portar la pena. || purtari un abbitu, averlo in dosso: portar un abito. || purtari avanti unu, promuoverlo, dargli cariche: portar innanzi uno. || purtari beni la so parti, rappresentar bene la sua parte in teatro: portar bene la sua parte. || E fig. simulare e dissimulare: portar bene la sua parte. || purtarisi beni o mali, proceder bene o male, esser buono o cattivo: portarsi bene o male.

Purtarìa. s. f. Spezie di ricetto che si praticava alle porte di alcuni conventi: porterìa.

Purtariedda. dim. di purtarìa.

Purtaru. s. m. Custode delle porte: portinajo. || Colui che ai luoghi designati riscote il dazio della roba che entra in paese: stradiere (Mort.).

Purtata. s. f. Il portare: portata (V. participiu). || Qualità di vivande servita a mensa: servito. Il Qualità, condizione, importanza: portata. || Il carico della nave: portata. || Il peso della palla d’artiglieria: portata. || Rendita, entrata: portata. || Il fascio di un certo numero di fili d’ordito, fermati sopra l’orditojo: pajola. || L’estensione, la capacità dell’intelletto: portata. || Importanza, rilievo, momento, peso: portata. || un minchiuni di dda portata, di tal fatta: un minchione di quella portata. || aviri purtata, fig., esser protetto, aver protezione. || essiri a la purtata di fari ecc., avere facoltà, potere, abilità di far checchessia: esser a portata di... (È modo francese, ma d’uso dice Fanf. nelle Voci ecc., parlar Fior.).

Purtatedda. dim. di purtata.

Purtàtili. add. Da potersi portare: portàtile.

Purtatu. s. m. Il parto: portato.

Purtatu. add. Da portare: portato. || fig. Protetto, portato. || fig. Propenso, inclinato: portato.

Purtatura. s. f. Il portare: portatura. || Mercede della portatura: porto.

Purtaturi –tura. verb. Chi o che porta: portatore –trice.

Purtazza. pegg. di porta: portaccia.

Purtedda. s. f. Apertura o passo fra monti o simile, più o meno angusto: vàlico, stretta. || dim. di porta: portella. || fig. Parte in cui uomini ingordi si fan lecito scroccare chi abbisogna di loro. || Luogo in cui il ladro tien la posta. || Apertura quadrangolare, larghetta, in uno de’ fondi della botte, che serrasi con uno sportellino: mezzule. E secondo Mort. quel foro nel fondo anteriore, dove sta la cannella: spina o spina fecciaja. || – di li causi, l’apertura d’avanti ne’ calzoni: sparato d’avanti. (Romano). || pigghiari la purtedda, mettersi a rubare nella strada.

Purteddu. s. m. (pl. purteddi e purtedda). Piccolo uscetto nelle porte grandi: sportello. || Finestra piccola: finestrino. || E quelle aperture nelle imposte delle finestre, come se fossero finestrini: sportellini. || Le imposte delle finestre: sportello, scuro. || E quelle dell’armadio: sportello. || Uscio della gabbia da uccelli: sportello. || Ognuna delle aperture laterali della carrozza: sportello. || Le aperture presso che quadre che si fanno nelle murate o nelle opere morte de’ bastimenti, pel passaggio de’ can-