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QUE | — 794 — | RAB |
Questuri. s.m. Quegli che sopraintende alla sicurezza pubblica: questore.
Questurinu. s. m. Agente della sicurezza pubblica: questurino.
Quetu. (D. B.). V. cuetu.
Quibbus. s. m. pl. I danari: quattrini, ninni, plurimi.
Quida. V. guida.
Quietari. V. cuitari.
Quieti. V. cuitutini.
Quietu. V. cuetu.
Quillu. per chiddu V. Si trova in un canto di quelli raccolli dal Pitrè.
Quinci. V. in linci.
Quindena. s. f. Proroga di quindici giorni che accordava la legge al debitore. || aviri quindeni elassi, essere colpevole di molti misfatti ancora impuniti.
Quìnnici. Nome numerale che comprende dieci e cinque: quindici.
Quinnicigranata. s. f. ’na quinnicigranata, vale tanta roba che costi quindici grani, ossia trentadue centesimi quasi.
Quinnicina. s. f. Lo spazio di quindici giorni: quindena. || Divozione da farsi per quindici giorni alla fila: quindena. E specialmente quella che si fa prima della festa dell’assunzione di Maria.
Quinnicinedda. dim. di quinnicina.
Quinta. s. f. Intervallo musico di cinque voci per grado: quinta. || Que’ dipinti laterali nel palco scenico del teatro: quinta. || nèsciri di quinta, dar in escandescenze.
Quintadècima. Dicesi della luna quando è piena: quintadecima.
Quinternolu. V. catannolu.
Quinternu. s. m. Quaderno di cinque fogli: quinterno. || E anco di venticinque fogli: quaderno di fogli.
Quintessenza. s. f. Estratto che si crede la parte piu pura ed essenziale delle cose, ottenuto dopo cinque distillazioni: quintessenza. || S’usa ad esprimere l’eccellenza di checchessia: quintessenza. || vuliri vidiri la quintessenza d’una cosa, volerla saper a fondo: ricercare la quintessenza d’una cosa.
Quintettu. s. m. Componimento musicale a cinque voci, o strumenti obbligati: quintetto.
Quintirpolu. V. catannolu.
Quintu. Nome numerale ordinativo di cinque: quinto. || La quinta parte di checchessia: quinto. || rumpiri la quinta corda, annojare, seccare, dar briga.
Quintuplu. add. Cinque volte maggiore: quintuplo.
Quirciudda. dim. di quercia: querciuola.
Quirri. s. m. Sorta di tessuto di cotone.
Quisquigghiu. s. m. T. bot. Sorta di pianta. Iberis umbellata.
Quisquìlia. s. f. Immondizia, superfluità: quisquilia.
Quisquìliu. (Don. Dicesi a persona vile o ridicola: don meta.
Quistioni. s. f. Disputa, contrasto: questione, quistione. || Dubbio o contrasto intorno a cui si deve disputare: questione. || Incertezza: questione. || in quistioni, in disputa, di cui si parla, p. e. il libro in quistione. || quistioni di lana caprina, futile. V. in lana.
Quistiunabbili. add. Disputabile: questionabile.
Quistiunari. v. intr. Contendere, disputare: quistionare, questionare. || Usato anco a mo’ di att. p. e. si quistionano la cosa. P. pass. quistiunatu: quistionato.
Quistiunazza. pegg. di quistioni.
Quistiunedda. dim. Quistioncina, quistioncella.
Quistiununa. accr. di quistioni: questionciona (in Firenze).
Quistu. V. A. per chistu V.
Quitanza o Quittanza. s. f. Dichiarazione legale di essere stato soddisfatto del dovuto: quitanza, quietanza.
Quitanzari. V. quittari. (Ugolini biasima la voce quitanzare).
Quittari. v. a. Far quitanza: quitare. P. pass. quittatu: quitato.
Quondam. V. Lat. Aggiunto che si dà a cosa o persona che fu: quondam.
Quoquènchiaru. V. quaquenchiaru.
Quorchi. V. qualchi.
Quosienti. s. f. T. arit. Il numero che risulta dalla divisione: quoziente.
Quota. s. f. La rata che spetta a ciascuno quando si divide un pagamento o altro: quota.
Quotidianu. V. cutidianu.
Quotizzari. v. a. Ripartire, partire.
Quotu. V. quosienti. || V. anco quota. (V. A. ital. quoto).
Quozienti. V. quosienti.
R.
R. Diciassettesima lettera dell’alfabeto, undecima delle consonanti: r. || Nelle ricette mediche è accorciativo dalla parola recipe cioè prendi, ricevi. || Alle volte la si scambia colla d, p. e. riri per diri. Ciò che succede anco in italiano, p. e. raro per rado. || Si scambia colla l vorta per volta, e anco in italiano per idiotismo si dice vorta per volta. || Quando ha la g avanti, spesso la perde come ’rasta per grasta. || perdiri l’erre, uscir di senno, perder la sofferenza: perder la scrima. || In principio di parola la pronunziamo generalmente sempre doppia, p. e. rragghiu per ragghiu; salvo poche eccezioni, o salvo che sia in sostituzione della d, come in riri per diri, dove va pronunziata scempia.
Ràatu. V. ràgatu.
Rabba. V. tali (a S. Fratello). || Granajo pubblico pe’ bisogni d’un paese.
Rabbacotu. (Pasq.). Commissario di grano V. A.
Rabbateddu. (Mal.). dim. di rabbatu: borghicciuolo.
Rabbatisi. s. m. Abitator di borghi: borghigiano.
Rabbatu. s. m. Borgo, sobborgo. (Arabo rabaa: vicolo).
Ràbbia. s. f. Malattia mortale propria dei cani avvegnachè gli altri animali vi siano soggetti, la quale ispira loro orrore all’acqua: ràbbia. || Ira forte, bestiale: rabbia.