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Rancatu. V. rancugghiu.
Rancatuna. accr. di rancata: buona pezza.
Ranceri. s. m. T. mil. Quegli fra’ soldati che deve apparecchiar e scodellar il rancio: ranciere.
Rancheri, Ranchiteddu, Rànchiu. V. rancugghiu.
Ranciari. v. a. Cercar d’ottenere, d’avere: brigare (potrebbe derivare per idea traslata dal Fr. s’arranger, in senso di regolarsi, disporsi, acconciarsi).
Ràncidu. V. rancitu e tutti i derivati.
Rancidutu. V. rancitusu.
Rancitari. V. arrancitiri.
Ranciteddu. V. rancituseddu.
Rancitiri. V. arrancitiri.
Rancitizza. s. f. Rancidità: rancidezza.
Ràncitu. s. m. Corruzione putrida che contraggono le cose oleose e grasse, quando si guastano: rancidità. || sapiri di rancitu, avere rancidità; e si dice anco di quelle pietanze che piglino quello spiacevol odore come d’olio bruciato: saper di rinfrigolato.
Ràscitu. add. Vieto, putrido e dicesi delle cose grasse, del burro e simili: ràncido, ràncico. || fig. Di cosa morale insulsa, sciocca. Sup. rancitissimu: rancidissimo.
Rancituliddu. dim. di rancitu.
Rancitumeddu. dim. di rancitumi.
Rancitumi. s. m. Il sapor di rancido: rancidume. || Cosa dismessa, fuor d’uso: rancidume.
Rancituseddu. dim. di rancitusu.
Rancitusu. add. De’ metalli che han contratto ruggine: rugginoso. || Rancido: rancicoso. add. Sup. rancitusissimu: rugginosissimo. || Rancidissimo.
Rancitusuni. accr. di rancitusu.
Rancitutu. V. rancidutu.
Ranciu. s. m. T. mil. Il pasto de’ soldati: rancio. || fari ranciu, far desinare a lira e soldo fra più persone: far rancio. || T. mar. Quadrilungo formato di quattro liste di legno per riporvi un materazzo e servire da letto sulla nave, branda: rancio (Zan. Voc. Met.).
Rancu. add. Dicesi di chi avendo le gambe storte cammina arrancando: ranco, ranchella.
Rancugghieddu. dim. di rancugghiu: nacherino, sbiobbino.
Rancugghiu. s. m. Si dice di chi è piccolo di statura, o ranco: spersonito, nàchero, ranchella. sbiobbo, caramogio (da rancu V.).
Rancura. V. nnecca.
Rancurarisi. v. intr. pron. Dolersi, attristarsi, mandar fuori voci lamentevoli: rammaricarsi, rancurarsi (V. ital. ant.). || Prov. cavalcatura chi rancura, cavalcala sicura, dicono che resista più, o almeno sia meno pazza. P. pass. rancuratu: rammaricato.
Rancurata. s. f. Il rammaricarsi: rammaricamento.
Rancuri. s. m. Odio coperto, sdegno: rancore. (A. V. ital. rancure. G. Cavalcanti).
Rancuru. s. m. Affanno, doglianza, compassione: rancura (è V. ital. A.), rammarichìo.
Rancurusu. add. Che si rammarica: rammaricoso.
Randigghia. V. rannigghia.
Ràndula. V. rànnula.
’Ranfa. V. granfa.
Rangu. s. f. Grado, condizione: rango (ma è francesismo). || Riga, linea, fila.
Ranna. V. trina. (Vigo Canti pop. Sic. ). || T. mar. Vela di brigantino: brigantino (Zan. Voc. Met.).
’Ranni. V. granni. E così pure altre voci comincianti per gr, che per vizio di pronunzia perdono la g.
Rannicchiari. v. a. Raccorre, restringer tutto in un gruppo a guisa di nicchio: rannicchiare. || rifl. a. Rannicchiarsi P. pass. rannicchiatu: rannicchiato.
Rannigghia. s. f. Collare antico alla spagnuola: grandiglia.
Rànnula. s. f. Arnese che s’invita alla estremità della sala delle ruote de’ carri ecc. che serve a tenerle a segno perchè non escano fuori nel girare: dado. || Quel dado su cui girano gli usci a bilico: rallino. || Fornimento di filo con laccio, che appiccasi ad una estremità delle fasce pe’ bambini, e serve a fermar la fascia, perchè non si svolga. || Per grannula V.
Rannuledda. dim. di rannula: dadino.
Ranocchia. (D. B.). V. giurana.
Rantarìa. s. f. Luogo dove si rinserra il bestiame la notte: bovile. || Carcere per gli animali erranti che danneggiano le possessioni altrui: parco. || Per staddaggiu V. (Dice Pasq. che viene da errante, quasi dicessesi erranteria).
Rantaru. s. m. Colui che ha in custodia gli animali carcerati, e ricava dal padrone di essi il danno da essi stessi fatto.
Renteri. V. rantaru.
Ranti. avv. V. radenti. || ranti ranti, appresso appresso, non nel mezzo, ma lungo il confine; a randa a randa, randa randa (Giuliani). || iri ranti ranti, fig., vale anche penare; e campucchiare stentatamente: tapinare.
Rantiari. v. a. Cercar in qua e in là, trovar modo d’avere, industriarsi d’avere: procacciare, andar ratìo. || Vagare: errare. || intr. Andar ramingo: ramingare. || Essere raro. P. pass. rantiatu: procacciato ecc.
Rantiatura. s. f. Rimasuglio di frutta e propiamente delle ulive scampate dalle mani del raccoglitore: avanzo.
Rantizzu. posto avv. Nascostamente, fuor via. || iri rantizzu, andar cercando in qua e in là: andar ratìo.
Rantunazzu. pegg. di rantuni.
Rantuni. V. ramingu || fig. Si dice a persona rozza, zotica: zoticone. (Quasi errantone).
Ranugghia. V. ranunchia.
Rànula. s. m. Sorta di malore o sia postema, sotto la lingua: ranella.
Ranunchia, Ranuncu. V. giurana: ranocchia.
Ranunculeddu. s. m. T. bot. Pianta della famiglia de’ ranuncoli. Ranunculus bollatus L.
Ranunculu. s. m. T. bot. Pianta che ha la radice tuberosa, affastellata, alquanto nera; stelo ramoso, peloso, foglie semplici o lobate, intagliate acute, pelose sotto; fiori rossi, bianchi, gialli, inodori: ranùncolo, ranunculo. Ranunculus asiaticus L.