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RUL — 841 — RUM


vi la rugna autru mali non ci bisogna, per dire che è abbastanza fastidiosa: chi ha rogna da grattare (e moglie da guardare), non gli manca mai da fare, ovvero chi ha tosse o rogna altro mal non gli bisogna. || cu’ havi la rugna si la gratta, chi è nell’imbroglio cerchi di cavarsela come meglio può.

Rugnazza. pegg. di rugna.

Rugnicedda. dim. di rugna: rognarella, rognetta.

Rugnunata. s. f. T. macell. Tutta quella parte che contiene l’arnione, e dicesi quando essa è staccata dal corpo dell’animale: rognonata (Mort.).

Rugnuneddu. dim. di rugnuni. || Forma di pane in piccolo che somiglia in certo modo a un rognone vaccino.

Rugnuni. s. m. Parte dell’animale, carnosa. dura e massiccia, posta nelle reni, per espurgare le vene dalla sierosità: arnione, argnone, rognone (pl. rugnuna). || aviri li rugnuna, met. essere scaltrito, non lasciarsi abbindolare.

Rugnusazzu. pegg. di rugnusu.

Rugnuseddu. dim. di rugnusu.

Rugnusu. add. Infetto di rogna: rognoso.

Rugugliu. (Scob.). V. A. per sciarra V. || V. anco rigugghiu.

Rugugliusu. V. sciarreri.

Rùgulu. V. ruvulu.

Ruina. s. m. Il rovinare e la materia rovinata: rovina, ruina. || met. Danno, sterminio, disordine: rovina. || Furia, violenza: rovina. || Gran romore, prodotto dalla rovina: rovinìo. || Colui che guasta, che rovina: rovina. || iri ’n ruina, ridursi in miseria, perder tutto: andar in rovina. || a ruina, modo avv. precipitosamente: a rovina.

Ruinamentu. s. m. Il rovinare: rovinamento, ruinamento.

Ruinari. v. intr. Cadere precipitosamente o con impeto: rovinare, ruinare. || att. Atterrare, far cadere: rovinare. || Andare o mandar in precipizio, in miseria: rovinare.

Ruinata. V. ruinamentu.

Ruinatissimu. add. sup. Da rovinato: rovinatissimo.

Ruinatizzu. add. Alquanto rovinato, o che minaccia rovina: rovinaticcio.

Ruinatu. add. Da rovinare: rovinato, ruinato. || Rotto, fracassato: rovinato. || Ridotto in cattivo stato: rovinato. || Abbattuto, indebolito: rovinato. || Povero, spiantato: rovinato.

Ruinatuni. accr. di ruinatu.

Ruinuna. accr. di ruina: esterminio.

Ruinusamenti. avv. Con rovina: rovinosamente.

Ruinuseddu. dim. di ruinusu.

Ruinusu. add. Impetuoso, furioso: rovinoso. || Che apporta rovina: rovinoso. || Di edifizi in istato da rovinare: rovinoso. || Precipitoso nell’ira; troppo arrisicato nei suoi affari: rovinoso. Sup. ruinusissimu: rovinosissimo.

Ruinusuni. accr. di ruinusu.

Rui. V. dui.

Rui-rui. V. in rua.

Ruiu o Ruju. V. russu. || V. anco riu.

Rujula. V. ruggini (Rocca).

Ruledda. s. f. Arnese o rotellina da girare per vari usi: girella (Dal Fr. rouler).

Rullari. v. intr. T. mar. Il barcollare della nave nel verso della sua larghezza: rullare (Car. Voc. Met.). || Servirsi di palanchi per imbarcare o sbarcare alcun collo: palancare (Pitrè). || Quel suono unito che fa il tamburro.

Rullata. s. f. Il rullare.

Rullettu. s. m. T. cappel. Bastone più sottile alle estremità, con cui si spianano le falde della roba da far cappelli: rulletto (Car. Voc. Met.).

Rum. V. rummu.

Rumaneddu. s. m. Piccolo canapo: canapello, cordellina.

Rumaniddinu, Rumanidduzzu. dim. di rumaneddu.

Rumaniri. V. rimaniri.

Rumaniscata. V. romaniscata .

Rumanu. s. m. Contrappeso della stadera, che scorre lungo l’asta di essa per segnar il peso: romano, sàgoma.

Rumanziari. v. intr. Contar favole: favoleggiare.

Rumanzu. V. romanzu.

Rùmbulu. V. bùmmulu.

Rumè. s. m. Nodo fatto nel fazzoletto: zimbello; quel giuoco fanciullesco in cui uno si benda, indi, sì il bendato che gli altri, col fazzoletto così avvolto o annodato (rumè: zimbello) si percuotono, chi è percosso dal bendato va sotto, cioè si benda: moscaceca. || passari lu rumè, zombare. (Forse dal Gr. ῥώομαι: sono scosso con violenza, quasi percosso).

Rumeu. s. m. Pellegrino, come si diceva di quelli che andavan a Roma: romeo.

Rumitu. V. rimitu e derivati.

Rummagghiu. s. m. Piccolo pezzo di legno o sia tavola, che si commetta nel solajo dove sia guastamento o rottura: tassello.

Rummazzu. s. m. Nodo o invoglio che è in una delle estremità della corda degli agrimensori. L’origine è simile a quella del rumè.

Rummicari. V. ragumiari. || Dicesi del masticar di chi non ha denti: biasciare. || rifl. a. Consumarsi di rabbia: rodersi. P. pass. rummicatu: biasciato. || Roso.

Rùmmicu. s. m. Il ruminare: ruminazione. || Per rimprovero: rabbuffo.

Rummu. s. m. Liquore spiritoso tratto per distillazione dalle canne da zucchero: rum, rumme. || Figura rettilinea quadrilatera, equilatera, ma non rettangola: rombo.

Rummuliarisi. v. intr. pass. Dolersi di tutto per fastidiosaggine, mormorare, borbottare: brontolare, bofonchiare (forse da rombare per ronzare o far rumore). || Rammaricarsi, e dicesi di coloro che ancorchè abbiano assai sempre si dolgono: pigolare. || V. rummicari al § 2. P. pass. rummuliatu: brontolato ecc.

Rùmmulu. s. m. Rumore di chi brontola: brontolìo. || Pezzo tondo di trave, che adoprasi in occasione di condurre cose di mole, sottoponendovi per traverso alcuni di questi pezzi per render il pavimento lubrico: curro, rullo. E in marineria: palanchi (Pitrè). || Cilindro mobile di gran peso che si rotola per appianare il terreno: cilindro, spianatojo. || Specie di pesce V. linguata. || Per strummula V. Così a Piazza (Gr. ρεμβομαι: girar intorno). E ròmbolo si dice in Toscana quella giravolta