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scannalizzari V. || rifl. a. Insospettirsi, ombrare, avvedersi. || Ammalizzirsi. || Essere scottato. || ti nni scannaliasti?, hai avuta la debita lezione per l’avvenire?: ne hai avuto la ricordanza? P. pass. scannaliatu: avveduto. || Ammaliziato. || Scottato.

Scannaliateddu. add. dim. Alquanto reso accorto: accivettato.

Scannaliatu. add. da scannaliari: avveduto, ammaliziato, scozzonato, accivettato. || Scottato. || Si dice pure di una parte del corpo che ha patito dolore e che tosto si risente senza pur toccarlo.

Scannaliatuni. accr. di scannaliatu.

Scannalizzari. v. a. Dare scandalo: scandalezzare. P. pres. scannalizzanti: scandalizzante. P. pass. scannalizzatu: scandalizzato.

Scannalu. s. m. Ciò che dà altrui esempio od occasione di cadimento in errore, di peccare: scàndalo. || fig. Dubbio, indizio: sospetto. || Discordia, disunione: scandalo. || la petra di lu scannalu, cagione di scandalo: pietra di scandalo.

Scannalusamenti. avv. Con iscandalo: scandalosamente.

Scannalusazzu. pegg. di scannalusu: scandalosaccio.

Scannaluseddu. dim. di scannalusu.

Scannalusu. add. Che dà scandalo: scandaloso. Sup. scannalusissimu: scandalosissimo.

Scannamentu. s. m. Lo scannare: scannamento.

Scannari. v. a. Uccidere tagliando la canna della gola: scannare. || Semplicemente: uccidere. || fig. Rovinare altrui: scannare. || rifl. a. Affaticarsi grandemente: scalmanarsi.

Scannarìa. V. ocidituri.

Scannaruzzari. V. scannari al § 1.

Scannata. V. scannamentu.

Scannatamenti. avv. Con oltraggio: oltraggiosamente. || Vale anche faticosamente.

Scannateddu. dim. di scannatu al § 3 e 4.

Scannatissimanenti. avv. sup. Oltraggiosissimamente.

Scannatu. add. da scannari: scannato. || – a lu travagghiu, tutto dedito, immerso: accanito al lavoro. || Cattivo, p. e. haiu ’na parti scannata, cattiva. || Scomodo: disagiato, p. e. cci vaju, cci arrivu scannatu, con disagio; ovvero a mala pena, e più spesso avverso disagiatamente. || Detto di prezzo: basso, vile. Sup. scannatissimu: cattivissimo.

Scannatura. s. f. Quella parte del collo sotto la nuca: collottola. Però degli animali da macello più specialmente. || Il Mortillaro dice sia quella parte della gola dove ha principio la canna: fontanella della gola.

Scannaturi. V. ocidituri.

Scanneddu. Sorta di giuoco V. canneddu. || Piccola panca da sedere: scannello. || Quegli arnesi del violino dove si attaccano le corde: bischero || – di l’artaru: predella.

Scannellari. v. a. Incavare legno, pietra o altro per ridurla a guisa d’un piccolo canale: scanalare. P. pass. scannellatu: scanalato, scannellato.

Scannellatura. s. f. Lo scanalare, e lo incavo che lo forma: scanalatura, scannellatura.

Scannelli. s. m. pl. V. scannellatura.

Scanniari. v.a. Avere splendore: splendere. || Per sim. si dice della bianchezza della carnagione (Pasq. da candido, quasi ex-candidare o candiare ecc.).

Scanniceddu. dim. di scannu: scannello.

Scanniddari. V. scannellari. || Svolger il filo di sul cannello: scannellare. || rifl. jirisinni ’n cannedda. V. cannedda. P. pass. scanniddatu: scannellato.

Scannu. s. m. Panca corta da sedere: scanno. || scannu scanneddu, quando due intrecciate le mani portano uno seduto su esse mani: a predelline.

Scannulari. v. intr. Divenir sottile: assottigliare. || Smagrito.

Scansari. V. scanzari.

Scantari. v. intr. ma s’usa più spesso rifl. pron. Aver paura, impaurire, impaurirsi, spaurirsi. || Spaventarsi. || Temere. || fari scantari: far paura, impaurire (att.). || Spaventare. || nun si scantari di..., dicesi di cosa o persona buona da non temer il confronto o paragone con chicchessia: non aver paura di..., timore alcuno, non aver suggezione di... || mi scantu mi scantu chi..., modo dubitativo: ho paura che... temo che... || att. Per trapiantare (Rocca) (Viene da spantari, che a sua volta è scorciato di spavintari).

Scantateddu, Scantatizzu. add. dim. Alquanto spaurito.

Scantatu. add. Da impaurire: impaurito, spaurito. || Si dice per pregiudizi sciocchi, a colui che si crede abbia gli spiriti: spiritato, invasato; ossia veramente coloro che hanno certe malattie di convulsioni di cui il volgo non conosce le cause. || scantatu granni: spaventato, atterrito. Sup. scantatissimu: spaventatissimo.

Scantatuni. add. Di molto impaurito: spaventato.

Scantaviddanu. V. spaventaviddanu.

Scantazzu. accr. di scantu: pauraccia. || Ma si dice di una paura pànica: pauriccia, pànico.

Scanticeddu. dim. di scantu: pauretta, timore.

Scàntitu. V. scantu. || Il trapiantare: trapiantamento.

Scantu. s. m. Immaginazione di male vicino, sbigottimento d’animo: paura, è più di timore. || Lo spaurirsi: spaurimento.

Scantulinu. add. Che di leggieri ha paura: pauroso. || Sospettoso.

Scantunari. v. a. Levar i canti a checchessia: scantonare. || intr. o rifl. a. Andarsene nascostamente e alla sfuggita: scantonare, scantonarsi. P. pass. scantunatu: scantonato.

Scantunatura. s. f. Il luogo o la parte scantonata: scantonatura.

Scantuniarisi V. scantunari, al § 2. || Esser timido: timidarsi (Tomm. T.).

Scantusazzu. pegg. di scantusu.

Scantuseddu, dim. Paurosetto (in Firenze).

Scantusu. add. Che ha paura che di leggieri teme: pauroso. || (Caruso) Asinello. || avv. Paurosamente. Sup. scantusissimu: paurosissimo.

Scantusuni. accr. di scantusu.

Scanuscenti. add. Ingrato: sconoscente. Sup. scanusciutissimu: sconoscentissimo. (Bonagg. Urbiciani ha: scanoscente).