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Scanuscenza. s. f. Ingratitudine: sconoscenza.

Scanuscimentu. s. m. Ingratitudine: sconoscimento.

Scanùsciri. v. intr. Essere ingrato, sconoscente: sconoscere.

Scanusciutu. add. Non conosciuto: sconosciuto. || Oscuro, senza fama: sconosciuto. || Si dice del viaggiare privatamente di alcuni grandi personaggi: incognito.

Scanzafatiga. s. m. e f. Che cerca sfuggire il faticare: scansafatiche, sbuccione, sbucciafatiche.

Scanzamentu. s. m. Schifamento, sfuggimento: scansamento.

Scanzapidita. Foggia di vestito corto, con maniche: tiraculo.

Scanzari. v. a. Discostare alquanto la cosa dal suo luogo: scansare. || Sfuggire, schivare: scansare. || rifl. a. Discostarsi, sottrarsi da ogni incontro prossimo, differendo da evitare che comprende incontri lontani: scansarsi. || scanzarisilla, liberarsi da un pericolo: scamparsela. || Diu nni scanza, dicesi nel nominar cosa pericolosa o dannosa: Dio ne liberi, tolga Dio. || scanza scanza, posto avv., lo stesso che guarda guarda, bada ecc. P. pass. scanzatu: scansato.

Scanzasurvizzu. V. scanzafatiga.

Scanzata, Scanzatina, Scanzatura. s. f. L’azione dello scansare: scansata (V. participiu).

Scanzaturi. verb. Che scansa: scansatore.

Scanzìa. s. f. Arnese di legno composto di vari palchetti, ad uso di riporvi checchessia: scanzìa, scaffale.

Scànzica Scànzica. V. scanza scanza in scanzari. || si scanzica scanzica fai..., se per poco fai: se nulla nulla fai...

Scanziedda. dim. di scanzìa.

Scanzirru. V. scampirru.

Scanzu. s. m. Scansamento: scanso (Ugolini). || a scanzu di..., a sfuggire: a scanso di...

Scapaci. add. Contrario di capace, inintelligente: grosso.

Scapicchiari. v. a. Levar la poppa ai bambini: spoppare. V. smammari. || Vale pure lasciar per poco il capezzolo.

Scapicchiuneddu. s. m. Si dice di un bambino quasi che sia divezzato da poco: zinnino direbbero i Toscani (Da scapicchiari).

Scapiddari. v. a. Scompigliar i capelli: scapigliare, scarruffare.

Scapiddata. s. f. Lo scapigliare, l’arruffare.

Scapiddatizzu. add. Alquanto scapigliato, arruffato.

Scapiddatu. add. Da scapigliare: scapigliato, arruffato. || Dissoluto, scapestrato: scapigliato. || a la scapiddata, posto avv., scapestratamente: alla scapigliata. Vale anco alla disperata.

Scapigghiatu. V. scapiddatu. || V. anche scavigghiatu. || Elevato di mente.

Scapillu. A Noto per scapiddatu V.

Scapillatu. V. A. per scalvaratu V. (Atanasio da Aci).

Scapinzari. v. intr. Dicesi de’ travi quando la testa di essi si muove dal muro (da capo).

Scapisari. V. scarpisari.

Scapistrari. V. scrapistrari.

Scapitamentu. s. m. Lo scapitare: scapitamento.

Scapitari. v. a. Perdere o metter del capitale, metterci del suo: scapitare. || Perdere di sua virtù o efficacia: scapitare. || Diminuire, scemare. P. pass. scapitatu: scapitato.

Scapitata. V. scapitamentu.

Scàpitu. s. m. Lo scapitare: scàpito.

Scapizzari. v. a. Tagliar i rami dell’albero infino sul tronco: scapezzare. V. scammuzzari.

Scapizzunata. V. capizzunata.

Scapozza. s. f. Testa di sardella spiccata e salata. || V. scapozzu.

Scapozzu. V. scanfazzu.

Scappamentu. s. m. T. oriol. Ordigno mobile su di un pernio, e che mette in comunicazione il regolatore colla ruota ultima dell’oriolo: scappamento (Car. Voc. Met.).

Scappari. v. intr. Fuggire da male già incolto o che stia per incogliere: scappare. || scappari la pacenzia, entrar in collera: scappare la pazienza. || – di ’mmanu: sfuggire di mano, anche fig. || – ’na parola, o simile: scappare un motto, un sorriso, un moto di stizza. || scappari la magghia, il disfarsi di qualche maglia nel far la calza: scappar la maglia. || scapparicci di fari ’na cosa, avere grande stimolo o bisogno di fare p. e. mi scappa di orinare ecc. || scapparicci pocu, esservi poco differenza; poco divario: scattarci poco. || nun si putiri nè fuiri nè scappari, dicesi quando non si può dar riparo, o far altrimenti di checchessia. || a scappa scappa, posto avv., in fretta: a scappa scappa. Vale anco di passaggio: scappa scappa. || Prov. cu’ scappa la cunta, chi ne scampa, riman libero. P. pass. scappatu: scappato.

Scappata. s. f. L’atto dello scappare: scappata. || La prima mossa nel correre con furia che fanno le bestie ritenute: scappata. || met. Errore grave e poco considerato: scappata. || fig. Slancio di fantasia: scappata. || Riprensione: rabbuffo, rincanata. || dari la scappata, far fare le prime mosse alle bestie da correre: dar l’aire. || dari ’na scappata a ’na banna, andarvi per poco e ritornarsene: dar una scappata in un luogo.

Scappatedda. dim. di scappata: scappatella, scappatina. || Errore, per poca prudenza o effetto di bollor giovanile, e specialmente in cose amorose: scappatella.

Scappatizzu. V. fuggiascu.

Scappatuna. accr. di scappata. || Forte rabbuffo: rammanzinata.

Scappiddari. v. a. Cavar il cappello: scappellare. || rifl. a. Levarsi il cappello, spezialmente per salutare: scappellarsi. P. pass. scappiddatu: scappellato.

Scappiddata. s. f. Levata di cappello, saluto; scappellata.

Scappiddatedda. dim. di scappiddata.

Scappiddatuna. accr. di scappiddata.

Scappucciari. v. a. Levar il cappuccio: scappucciare. || rifl. a. Levarsi il cappuccio: scappucciarsi. P. pass. scappucciatu: scappucciato.