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Scarcina. s. f. Arma atta a squarciare: squarcina. || aviri la scarcina, le gambe torte come la squarcina, che è una specie poi di scimitarra. || V. libbànu.

Scarcinata. s. f. Colpo dato colla squarcina. || Nel giuoco di calabrace (Belladonna ) è il lasciar il tavolino senza carte in terra momentaneamente.

Scarcinedda. dim. di scarcina.

Scarciunaria. s. f. Braverìa: smargiasseria (da scarciuni).

Scarciunazzu. pegg. e accr. di scarciuni: smargiassone.

Scarciuni, add. Spaccone: smargiasso (da scarcina, poichè chi la portava era bravo. Pasq.). || fari lu scarciuni, dicesi de’ bovi quando si dànno colpi di corna: cozzare.

Scarciuniscanenti. avv. In modo da spaccone.

Scarciuniscu. add. Da spaccone. || a la scarciunisca. V. sganghesa.

Scarda. s. f. Pezzetto di legno che nel tagliar i legnami si vien a spiccare: scheggia, sverza. || Per sim. i pezzetti che si spiccano nel romper checchessia: scheggia. || Per squama V. || Un tantin di checchessia: un minuzzolo, una sbruciola se di solido; e un zinzino se è anco di liquido. || jittari scardi, aver concepito un grandissimo calore per temperatura calda e per grande fatica; met. esser preso da grande ira: arrapinare, sputar fuoco. || mettiri li scardi all’ugna, costrignere, sforzare: porre fra l’uscio e il muro (Gr. σκιδες: scheggia).

Scardari. v. a. Raffinar la lana cogli scardassi: scardassare. || Levar la squama a’ pesci: scardare. || fig. aviri chi scardari, esser travagliato da molti affari, da gravi cure: aver che ugnere. P. pass. scardatu: scardassato. || Scardato.

Scardata. s. f. L’azione dello scardassare: scardassata.

Scardatedda. dim. di scardata.

Scardatina. s. f. L’operazione dello scardassare: scardatura.

Scardazzari. V. scardari al § 1.

Scardiari. v. intr. Fare schegge: scheggiare. || att. Ridurre in minuzzoli: minuzzolare. P. pass. scardiatu: scheggiato. || Minuzzolato.

Scardiata. s. f. L’azione dello scheggiare: scheggiamento.

Scardicchia, Scardidda. dim. di scarda: scheggiola. || Minuzzolino. || Zenzinino.

Scarduneddu. dim. di scarduni.

Scarduni. s. m. T. mur. Pezzuolo di pietra di forma irregolare: scaglia, sverza (da scarda).

Scarduzza. dim. di scarda: scheggiuzza.

Scarfalettu. s. m. Vaso di rame e simile con coperchio traforato, dentro al quale si mette il fuoco per scaldar il letto: scaldaletto.

Scarfamanu. s. m. Giuoco fanciullesco, che consiste nel metter tutti le mani una sopra l’altra, indi quella di sotto si tira e si va a metter sopra, e così via via sempre battendo fra loro: scaldamano.

Scarfamentu. s. m. L’atto o l’effetto dello scaldare: scaldamento.

Scarfaminestri. V. scarfavivanni.

Scarfaratu. V. scalvaratu. || V. anco scarfidutu.

Scarfari. V. quariari. || – lu vancu, star in ozio sedendo: culattar le panche (Sp. escalfar, o dal Gr. καρφο: secco, asciugo). P. pass. scarfatu: scaldato.

Scarfata. s. f. L’azione dello scaldare: scaldata.

Scarfatedda. dim. di scarfata.

Scarfatizzu. add. Alquanto scaldato.

Scarfatuna. accr. di scarfata.

Scarfatureddu. dim. di scarfaturi.

Scarfaturi. s. m. Vaso ad uso di tenervi fuoco per riscaldare: caldano, scaldino.

Scarfavancu. s. m. Ozioso, scioperoso, detto degli scolari che non fanno pro della scuola: scaldapanche, dicesi anco degl’innamorati: scaldaseggiole.

Scarfavivanni. s. m. Vaso di latta o di ferro dove si possa tenere fuoco sotto, per tener calde le vivande che sono ne’ piattelli superiori: scaldavivande.

Scarfetta. V. scarfaturi. || V. anco scarfamanu.

Scarfìa. V. pòlisa.

Scarfidiri. v. intr. Divenir passo, vizzo, e dicesi delle erbe, fiori ecc.: appassire (forse da scarfari).

Scarfìdumi. s. m. Puzzo che mandano le erbe appassite, e che comincian ad infracidirsi. || Per tanfu V.

Scarfidutizzu. add. Alquanto appassito.

Scarfidutu. add. Appassito. || met. Detto di convenienze fatte per apparenza e come per forza: smanceroso.

Scarfillicchiu. s. m. Verme che inghiottito dai cavalli, se ne muojono. || met. Zerbinotto gracile e delicato.

Scarfogghi. s. m. pl. Nome collettivo di stoppe, frasche, seccumi di piante ecc.: stipa.

Scarfuniari. V. sfrucuniari.

Scàrica. V. scarrica, e così i simili.

Scarificari. v. intr. Intaccar la pelle con ispessi tagli per curar certe malattie: scarificare. P. pass. scarificatu: scarificato.

Scarificaturi. s. m. Strumento destinato a fare la scarificazione: scarificatore.

Scarificazzioni. s. f. Lo scarificare: scarificazione.

Scarigghiu. V. scaragghiuni.

Scàriri. V. scadiri.

Scarìri. v. a. Arrivare a vedere e distinguere oggetti troppo minuti: scoprire, discernere (da schiarire). || nun si scariri un ugnu di lu pedi, non lasciar nulla di intentato.

Scarlatina. s. f. T. med. Malattia contagiosa, con macchie rosse alla pelle, accompagnata da febbre e spesso da angina: scarlattina.

Scarlatu. s. m. Colore rosso molto vivo: scarlatto.

Scarlatu. add. Di colore rosso vivo: scarlatto.

Scarlatuni. accr. di scarlatu. add. e s.

Scarmari. v. intr. Dicesi dei fichi quando per soverchio caldo pria di maturarsi appassiscono (da scarmi V. O da scalmarsi: riscaldarsi). || Per scarmusciri V. E anco per squadari.

Scarmateddu. dim. di scarmatu.

Scarmatizzu. add. Mezzo appassito. || Riarso dalla nebbia: annebbiato, dicesi d’ogni frutta e anco di biade.

Scarmatu. add. Appassito. || Detto di cavallo, guasto ne’ lombi: slombato.