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Scarmera. s. f. T. mar. Spazio quadrato che si lascia sul capo di banda di certi bastimenti per collocarvi il remo, invece dello scalmo: scalmiera (Zan. Voc. Met.).

Scarmi di caudu. V. quadanata. || Aria grave, calda o soffocante: afa.

Scarmigghiari. v. a. Arruffare, dicesi de’ capelli: scarmigliare.

Scarmigghiata. s. f. Lo scarmigliare: scarmigliata.

Scarmigghiatizzu. add. Mezzo scarmigliato.

Scarmigghiatu. add. Da scarmigliare: scarmigliato. || a la scarmigghiata, posto avv. V. a la scapiddata.

Scarmigghiatura. s. f. L’atto e l’effetto dello scarmigliare: scarmigliatura.

Scarminari V. scaliari. || V. scarmigghiari.

Scarmintari. V. curreggiri (Sp. escarmentar) (Vinci).

Scarmottu. s. m. T. mar. Pezzi di legno onde componesi la terza giunta dell’ossatura sopra le staminare: schermotto (Zan. Voc. Met.).

Scarmu. s. m. T. mar. Caviglie di legno o di ferro, piantati a bordo della barca per servire di appoggio e di punto di lieva al remo che vi è legato: scalmo.

Scarmugghiu. V. carmuciu.

Scarmusciari. v. a. La prima pigiatura che si dà all’uva per trarne il mosto: ammostare. Così in Mineo (Capuana).

Scarmusciri. V. scammusciri.

Scarmuzzari. v. a. Torre piccola parte da checchessia: scamozzare. || Per scaramucciari V. || V. anco ammazzari.

Scarnagghiari. v. a. (Pasq.). Punire a suo arbitrio il bestiame che ha fatto alcun male.

Scarnaggiari. (Mal.). V. scarnagghiari.

Scarnamentu. s. m. Lo scarnare: scarnamento.

Scarnari. v. a. Levar alquanto di carne superficialmente: scarnare. || Per sim. di qualunque cosa che si levi alquanto della superficie: scarnare. || T. conc. Nettare, far fine le pelli collo scarnatojo: scarnare. || met. Diminuire, impicciolire: scarnire. || Dimagrare: scarnare.

Scarnata. s. f. L’azione dello scarnare: scarnata.

Scarnatedda. dim. di scarnata.

Scarnateddu. dim. di scarnatu. Dimagrato, estenuato: sparutino.

Scarnatina. s. f. L’atto e l’effetto dello scarnare: scarnatura.

Scarnatu. add. Scarnato, scarnito. || Magro, scarno: scarnato. Sup. scarnatissimu: scarnatissimo.

Scarnazzari. V. scarnari.

Scarnificari. v. a. Lacerar altrui la carne, cincischiare di ferite: scarnificare. || fig. Affliggere, travagliare: tribolare, balestrare. P. pass. scarnificatu: scarnificato.

Scarnificazzioni. s. f. Lo scarnificare. || Maltrattamento.

Scarnu. add. Magro, affilato: scarno.

Scarola. V. scalora.

Scarpa. s. f. Il calzare del piede: scarpa. || Quel pendìo che si dà ad un muro o ad un terrapieno: scarpa || Quel ferro incurvato, attaccato ad una stanga del carro, e che si adatta sotto le ruote perchè non girino precipitosamente alla discesa: scarpa. || – a tappina o scarcagnata. V. scarcagnuni, messa a cianta: cianta. || – cu lu suvaru: scarpa sugherata. || a scarpa, posto avv., a pendio, inclinato: a scarpa, dicesi delle muraglie larghe nella pianta e che poi vanno restrignendosi. || scarpa vecchia: ciabatta. || nun cci putiri mancu stujari li scarpi, o stari a la scarpa, esser di molto inferiore ad uno: non esser buono a legare le scarpe a qualcuno. || tincirisi li ’mpigni di li scarpi, per celia si dice quando alcuno non ha dolore di cosa che segua. || servu di la scarpa, espressione bassa per umiliarsi altrui. || pigghiari ad unu a scarpi vecchi, sprezzare o scacciare bruscamente alcuno. || Prov. a jornu pari cu’ persi la scarpa, alla fine si vedon i danni: al levar delle tende si vede la festa o al batter del martello si scuopre la magagna. || cu’ havi la scarpa rutta si la sola, chi ci ha interesse, ci pensi: chi l’ha a mangiar la lavi.

Scarpareddu. dim. di scarparu: calzolajuccio. || Rattoppatore di scarpe: ciabattino. || Denominazione della larghezza di alcuni nastri.

Scarparìa. s. f. Bottega del calzolaio: calzolerìa.

Scarparicchiu. V. scarpareddu.

Scarparu. s. m. Chi fa le scarpe, stivali ecc.: calzolajo, calzolaro.

Scarpata. s. f. Colpo dato colla scarpa: scarpata (in Firenze). || Muro o altro a scarpa.

Scarpazza. pegg. di scarpa: scarpaccia. || passari la scarpazza, modo familiare, picchiare, zombare.

Scarpeddu. s. m. Strumento di ferro per battere, in varie arti in uso: scarpello, scalpello. || – di muru, tozzo e da far forza, serve principalmente a far buchi: scarpello a scarpa, con taglio ingordo. || – a canali, quello con cui i calafati caccian a forza la stoppa nelle giunture del bastimento: patarasso. || – pri scanniddari V. piranu.

Scarpetta. dim. di scarpa: scarpetta.

Scarpiddari. v. a. Lavorare, battere collo scarpello: scarpellare. P. pass. scarpiddatu: scarpellato.

Scarpiddatura. s. f. La parte delle lastre di pietra, che rastrema, da sotto.

Scarpiddata. s. f. Colpo di scarpello: scarpellata. || Lo scarpellare.

Scarpiddaturi. V. scarpillinu.

Scarpiddazzu. pegg. di scarpeddu: scarpellaccio (in Firenze).

Scarpiddiari. V. scarpiddari.

Scarpiddicchiu. dim. di scarpeddu: scarpellino.

Scarpiddinu. V. scarpidduzzu.

Scarpidduni. accr. di scarpeddu: scarpellone.

Scarpidduzzu, dim. di scarpeddu: scarpellino,

Scarpillinu. s. m. Quegli che lavora le pietre collo scarpello: scarpellino.

Scarpina. s. f. Scarpa di pelle sottile, gentile, a tonajo basso: scarpino.

Scarpinari. v. intr. Camminare in fretta, dar di gamba: scarpinare.

Scarpinaria. V. scarparia.

Scarpinaru. V. scarparu.

Scarpinata. V. scarpinu.

Scarpineddu. dim. di scarpinu.