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ARE — 73 — ARI

da gioco: danaro. || Prov. battiri ad aremi e jittari coppi: accennar in coppe e dar danaro; mostrar di far una cosa e far il contrario.

Arèmisu. Idiotismo di certi luoghi per dire: da capo; p. e. aremisu chi lu cuntu nun mi veni: da-capo che il conto non mi torna.

Arenga, s. f. T. zool. Pesce dell’oceano che ci vien secco salato e affumato: aringa. Clupea L. (Sp. arenga).

Aresta. V. agresta.

Aretta. s. f. T. zool. Uccello bianco, con becco nero, iride gialla, piedi neri colle dita gialle: arione minore. Ardea garzetta L.

Arga. V. alga.

Argagnu. V. cantaru. Dal Gr. αναγκαιου (Pasq.).

Àrganu. s. m. Strumento di legname per muovere gravi pesi, composto d’un cilindro perpendicolare che si fa girare su di sè per via di leve, ad esso è accomandata la corda che tira i pesi: argano. || e chi cci vonnu l’argani!? che ci vuol gli argani!? si dice a chi stenta a far una cosa.

Argasìa. s. f. T. agr. Il letamare e fecondar i campi: calorìa. Dal Gr. εργασια.

Argentu. s. m. Metallo noto: argento. || Nell’araldica, una qualità del campo nello scudo: argento. || Danaro: argento. || è tempu d’oru pri cu’ trova argentu. Prov. che suol dirsi nei tempi piovosi, buoni per gli agricoli, ma nojosi pei cittadini non possidenti terre. || Servizio da tavola: argenteria. || argentu vivu; mercurio, metallo d’argenteo colore, liquido: argento vivo. || essiri un argentu vivu: esser un frugolo, dicesi de’ fanciulli che non istanno mai fermi. || aviri l’argentu vivu: aver l’argento vivo addosso, di colui che non istà mai fermo. || l’argentu porta l’omu a lu ’nfernu: la roba ruba l’anima.

Argilla. s. f. T. geol. Terra tegnente e densa, composta di silice con allume: argilla (Mort.).

Arginari. v. a. Fare argine, munire d’argine: arginare. P. pass. arginatu: arginato.

Argineddu. dim. di argini: arginello, arginetto.

Àrgini. s. m. Riparo fatto sopra le rive de’ fiumi per tener l’acqua che non irrompa, e dicesi di riparo, ostacolo a ogni altra cosa anco immateriale: argine.

Argintari. V. inargintari.

Argintarìa. s. f. Quantità d’argento lavorato, non in moneta, ma in vasellame per uso o simili: argenteria. || E fra noi è la contrada abitata dagli argentieri.

Argintatura. s. f. L’operazione dello inargentare: argentatura.

Arginteri. s. m. Artefice che lavora argento: argentiere, argentaio. || cunigghiu d’arginteri. V. cunigghiu.

Argintina. s. f. T. bot. Pianta di fiori gialli che ha le foglie di sotto di un bianco quasi argenteo: argentina, piè d’oca, piè di gallo. Potentilla Anserina L.

Argintinu. add. Di color d’argento, simile all’argento: argentino. || Per sim. di voce o suono simile a quello dell’argento: argentino.

Arguiri. v. intr. Dedurre qual conseguenza: arguire, inferire.

Argumentari o Argumintari. v. a. Addurre argomenti e ragioni, o formar argomenti: argomentare, argumentare. || Per discorrere, conchiudere, pensare: argomentare. || Per dar segnale, indicare: argomentare. P. pres. argumentanti: argomentante. P. pass. argumentatu: argomentato.

Argumentaturi –trici. verb. Chi o che argomenta: argomentatore –trice.

Argumentazioni. s. f. Lo argomentare: argomentazione.

Argumentu. s. m. Prova, ragione, sillogismo o simile: argomento. || Discorso, raziocinio: argomento. || Indizio, segno: argomento. || Tutto il concetto di qualunque scrittura: argomento. || strinciri l’argumentu: stringer l’argomento, conchiudere.

Argumintuni. accr. Grande e buonissimo argomento.

Argumintusu. add. Che ha forza di convincere; e met. ingegnoso: argomentoso.

Argutamenti. avv. Con arguzia: argutamente.

Argutizza. s. f. Qualità, abito d’esser arguto: argutezza.

Argutu. add. Che ha arguzie nel parlare o scrivere: arguto. || Per penetrante, acuto: arguto.

Argùzia. s. f. Certa prontezza e acutezza per lo più nelle piccole cose, nel disputare, mordere: arguzia. || Si piglia per lo stesso concetto arguto: arguzia.

Ària. s. f. Detto ass. è quella atmosferica: aria. Con uno aggiunto appresso esprime appo i chimici le differenti specie di gas. || Spazio: aria. || Aspetto: aria. || Apparenza: aria. || Per boria: aria p. e. darisi aria d’impurtanza: darsi aria d’importanza. || Canzonetta per musica: aria. || E dicesi della musica medesima sulla quale si cantano le arie: aria. || Somiglianza p. e. avirinni un’aria: renderne aria. || T. pitt. La parte che imita il cielo: aria. || essiri o stari nt’all’aria o a menz’aria; esser indeciso o star in ponte. || essiri ’ntr’all’aria o anche non istar a segno, non esser fermo: aver o dare il cervello a rimpedulare. || essiri una cosa ’ntr’all’aria: esser all’aria, scompigliata, non assettata. || lassari li così ’ntr’all’aria o a menz’aria: lasciarle in asso, non finirle. || pigghiari li così ’nt’all’aria: intender per aria, capir alla prima. E vale anche figurarsi ciò che non è, per non aver ben capito. || Per mal’aria: ariaccia. || Per sim. puzzo. || passa l’aria vostra, modo di condiscendere: come vi piace. || satari ’nt’all’aria; dicesi per gran maraviglia: far le stimite. E vale anco saltar in bestia, cioè adirarsi subitamente per cosa che non vada a verso. || pigghiari aria: passeggiar all’aperto: pigliar aria. || jiri pri l’aria la pignata, bollire col maggior colmo: bollire a ricorsojo, bollire a scroscio. || ad aria, modo avv. p. e. pigghiari la fisonomia di unu ad aria: senza molto lavoro, colpir a prima vista. || cantari o sunari ad aria: cantar o sonar a aria, cioè senza conoscer la musica. || jiri pri l’aria o a gamm’all’aria: andar all’aria, o andar a gambe levate. || jittari all’aria: buttar all’aria, gettar via con ira. || colpu d’aria: colpo d’aria, flussione o dolore cagionato dall’essersi esposto a una corrente d’aria. || ’nt’all’aria: in aria, in alto. || aria netta non ha paura di trona: chi ha coscienza di non aver fallato non teme. || aria di