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ARI — 74 — ARM

invernu e picciriddu ’nfasciatu, a chi è nettu a chi è cacatu: seren d’inverno, pioggia d’estate e vecchia prosperitate, non duran tre giornate. || aria di finestra colpu di balestra: aria di finestra colpo di balestra. || ’nn’aria ’nn’aria: leggeri leggeri. || veniri di l’aria ’na cosa: venir all’improvviso o venir di rimbalzo.

Ària. s. f. Spazio di terra spianato e accomodato per uso di battervi il grano o le biade: aja. || inchiri l’aria: metter in aja, inajare. || Superficie di un campo: area.

Ariari. v. intr. Guardar intorno, sguardare.

Ariata. s. f. Somiglianza. || avirinni ’n’ariata: averne una somiglianza: arieggiare. || ariata di suli: occhio di sole. Secondo nota il Fanfani alla voce participio nel Voc. d. u. Tosc. potrebbe farsi: arieggiata. || pigghiari un’ariata di suli: soleggiare, starsi al sole. || Quantità che contiene un’aja ajata.

Ariatedda. s. f. dim. di ariata.

Ariatu. add. Ventilato: aereato, aerato.

Ariazza. s. f. accr. d’aria: ariaccia. || Boria.

Aricchia. V. oricchia e suoi derivati.

Aricciola. s. f. T. zool. Pesce di mare verdiccio o azzurrino, senza scaglie e con la testa aguzza: leccia. Scober ancia L.

Aridamenti. avv. Con aridezza: aridamente.

Ariddarariu. s. m. Spazio di terreno riservato ad allevar i piantoni, arboscelli per poscia trapiantarli: piantonajo, vivajo, nestaja.

Ariddareddu. s. m. dim. di ariddaru: granelletto, granellino, granelluzzo.

Arìddaru e ant. Arilla. s. m. Il seme delle pere, mele e simili: granello. || Detto dell’uva: vinacciolo. || ariddaru di gaddu; i testicoli del gallo: granello del gallo. || ariddaru di gaddu è pure una specie d’uva di acini lunghetti e curvi, ve n’ha bianca e nera: galletta (A. V. ital. arillo, vinacciolo, da cui si fece ariddu V. e poi ariddaru).

Ariddarusu. add. Di frutto che sia pieno di granelli: granelloso.

Ariddu. V. griddu. || V. ariddaru.

Ariddusu. V. ariddarusu.

Aridissimamenti. avv. sup. Aridissimamente.

Aridità. s. f. Astratto di arido: aridità.

Aridizza. s. f. Qualità attuale di ciò che è arido: aridezza.

Àridu. add. Difetto di umori che rende la cosa men feconda, o men atta, comechessia, all’uso, più di secco: arido. || Sterile: arido. || met. Di un soggetto che non somministri materia di poter ragionare: arido. || Che non trova consolazione negli esercizi spirituali: arido. Sup. aridissimu: aridissimo.

Ariedda. V. arietta.

Arieri. V. eredi.

Arieti. s. m. Montone: ariete. || Un segno dello zodiaco: ariete. || Macchina militare antica, da abbattere mura: ariete.

Arietta. s. f. dim. di aria: arietta. || Canzonetta in musica: arietta. || Alquanta boria.

Ariganeddu. V. riganu.

Arinari, Arenari e Arrinari. v. intr. Il dar in secco della nave: arrenare. || Per traslato, esser impedito nel più bello del proseguire cosa cominciata: arrenare. P. pass. arinatu: arrenato.

Aristogràticu. V. aristucraticu.

Aristucraticamcnti. avv. A modo aristocratico: aristocraticamente (Parmi voce d’uso).

Aristucràticu. add. Di aristocrazia: aristocratico. || Orgoglioso. || Insolente, intrattabile. Sup. aristucraticissimu: aristocraticissimo.

Aristucraticuliddu. add. dim. Aristocratichetto. || Orgogliosetto.

Aristucraticuni. add. accr. Molto aristocratico. || Orgogliosissimo.

Aristucrazìa. s. f. Forma di reggimento, per la quale dispotizzano i nobili: aristocrazia. || Arrogante presunzione di alcuni figli degli uomini che si credono aver il sangue differente di quello degli altri figli degli uomini. Manca tal senso ne’ vocabolari ma è nel fatto. || La classe del paese che tal cosa crede.

Aritmètica. s. f. Scienza di numerare: aritmetica.

Àriu. s. f. Lo stesso che ària. V. || ariu cubbu: aria cupa; rabbruscata, minacciante procella. || ariu ’nfuscu; aria fosca, caliginosa.

Ariuseddu. add. dim. di ariusu: superbietto.

Ariusu. add. Detto di cosa che per esser situata in luogo aperto riceva molta aria e lume: arioso. || Ogni luogo aperto, esposto, soggetto all’aria: arioso. || Detto di persona: superbo, borioso.

Arlecchinu. s. m. Nome di maschera bergamasca: arlecchino. || Presso i sorbettieri è miscuglio di sorbetti di più colori. || Presso i bettolieri, miscuglio di rimasugli di pranzo: arlecchino.

Arma o Anima. s. f. Spirito che è nel corpo, principio della vita o del sentimento che comprende tutte le facoltà dell’ente che sente e ragiona: anima. Considerata per la qualità di sentire, volere si chiama: animo; considerata per la qualità d’intendere, pensare ecc. intelletto. || Per vita, persona: anima. || Lo spirito separato dal corpo: anima. || Parte principale ove si comprenda il fondamento o la sostanza di checchessia: anima. || Parte interiore di molte cose, come vasi, bottoni ecc: anima. || finu ’ntr’all’arma: posto avv. fino all’anima, grandemente. || T. art. Quella vivezza, espressione che rende le figure quasi vive: anima. || arma di lignu o di brunzu: insensibile. || fari comu l’arma di la pena: dolersi grandemente. || manciaricci l’arma ad unu: spogliarlo di tutto con iscrocconeria. || aviri l’arma ’mpinta cu li labbra: tener l’anima coi denti, essere per morire, ovvero debolissimo. || aviri l’armi ligati: esser invulnerabile. || cu avi arma, arma cridi: chi è di cuor tenero, compatisce. || essiri un’arma ’ntra dui corpi: esser due anime in un nocciolo, amicissimi, amantissimi. || dari l’arma a lu virseriu, o a capputteddu: dar nelle furie. || lu megghiu pezzu di l’arma, il migliore, il più a cuore, o più importante. || la sant’arma o la bon’arma: la buon’anima rammentando i morti. || nesciri l’arma pri ’na cosa: desiderarla ardentemente. || nesciri l’arma ’nt’on sirvizzu: durare grandissima fatica. || fari nesciri l’arma ad unu: costringerlo a lavorare più delle sue forze. || fari nesciri l’arma pri ’nculu ad unu: far recere l’anima, uccidere o far sudar sangue. || mittirisi l’arma ’ntra lu guvitu, met-